Il caldo, lo stress, la stanchezza. Certi malumori infantili che a volte mi fiaccano. Sono giorni in cui ho davvero bisogno di un post, anzi, di un post-it!
Cose che un genitore* dovrebbe sempre ricordare: prime e ultime volte
Essere genitore è una palestra di prime volte. Alcune emozionanti, altre difficili o faticose. Alcune talmente angoscianti che speri con tutto te stesso che non si ripetano mai. Ma essere madri e padri significa anche vivere centinaia di ultime volte, che spesso arrivano senza preavviso e senza che tu abbia avuto il tempo di prepararti: l’ultima notte col pancione, l’ultima poppata, l’ultimo cambio di pannolino, l’ultimo bacio della buonanotte, l’ultimo incrocio attraversato tenendosi per mano. Imparare ad accettare le une e le altre significa vivere ogni giorno come un dono straordinario e irripetibile. Come se fosse il primo e come se fosse l’ultimo. Quanto è difficile, e quanto è indispensabile.
Questione di prospettiva
I bambini non vengono al mondo per amarci, ma per essere amati. Incondizionatamente, a prescindere dalle aspettative degli adulti su di loro. Non sono i figli che devono rendere felici i genitori, ma questi ultimi che devono adoperarsi, per quanto possibile, per la felicità degli esseri umani che hanno generato.
L’esempio
Esiste un solo modo davvero efficace per educare un figlio: l’esempio.
Il mezzo e il fine
Essere necessari ai propri figli è appagante e lusinghiero. Riempie le giornate di un senso nuovo, coccola l’io come un balsamo prezioso. Ma è solamente un mezzo, e guai a trasformarlo in un fine. Il fine ultimo di ogni genitore è quello di adoperarsi per smettere di essere indispensabile per i propri figli.
Le cose cambiano
Gli esseri umani sono abitudinari, e i bambini lo sono in modo particolare. Ma nel tempo tutto scorre, tutto cambia e tutto si modifica. L’infanzia altrui dura un attimo, il tempo di alzare lo sguardo e quel bambino barcollante è un piccolo uomo che salta e corre. Mai lasciarsi atterrire, dunque, dalla disperazione per le prove di ciascuna età (le notti in bianco prima, i capricci a oltranza poi, le ribellioni di principio più avanti), e mai affezionarsi troppo a certi riti, a certe parole, a certe piccole dolcissime liturgie quotidiane. Nella vita niente è davvero eterno. Tranne, appunto, l’amore per un figlio.
*Io, per esempio. Che in questo periodo le dimentico tutte e a volte mi rendo infelice per questo.