Da quando è nata Flavia, il nostro maxi letto a tre piazze ha assunto definitivamente le sembianze di un accampamento berbero (o del castello di Craster del Trono di Spade). Cuscini, trapunte, plaid e copertine delle fogge più disparate vestono il letto matrimoniale e quello singolo che vi abbiamo affiancato qualche mese fa.
In realtà, nonostante l’apparente anarchia, niente è lasciato al caso, e ogni cosa è stata studiata per garantire il massimo comfort e la totale sicurezza a tutti gli occupanti del super talamo: la disposizione, il tipo di coperte, la quantità di cuscini. Flavia ha il suo spazio protetto, tra la parete e il mio corpo, supina su un materasso rigido, ben lontana dal piumone e cinta dal suo cuscino allattamento ecologico. Davide non può rotolare accidentalmente giù dal letto, Artù ha il suo plaid su cui impastare e fare le fusa, e noi adulti, per quanto dispiaciuti di non dormire (temporaneamente) l’uno accanto all’altra, abbiamo spazio a sufficienza per riposare comodamente. C’è finanche un piccolo angolo del cambio allestito per le esigenze notturne dell’ultima nata (che viene lavata sistematicamente durante il giorno, per cui nottetempo si accontenta senza conseguenze di qualche salviettina ecobio).
Solo un paio di anni fa avrei provato orrore alla prospettiva di una tale promiscuità (e so che i tanti detrattori del cosleeping staranno seriamente rischiando una sincope…), ma noi al momento siamo sereni e soddisfatti. Non solo perché dormire tutti insieme ci consente di riposare in modo decente, sfruttando al massimo le ore di sonno che ci vengono concesse, evitando di raffreddarci, fare rumore, accendere la luce, etc. Ma perchè di notte, in camera nostra, si respira un’aria buona. Un’aria di pace e di famiglia, di carezze e sicurezza. Di calore e di fiducia. Un’aria di tana. Come se fossimo i primi uomini al riparo nella loro caverna calda, o gli ultimi esemplari di Homo sapiens sulla Terra che si confortano al chiarore di un piccolo Led di cortesia.
So per esperienza che non è il sonno condiviso a minare l’affiatamento di una coppia di genitori (semmai può diventare un alibi per amanti in difficoltà che non hanno il coraggio di guardarsi in faccia e ammettere di avere dei problemi), so che la privacy e l’intimità possono sopravvivere con sorprendente vigore anche al di fuori di un letto nuziale, che non è un stanza vuota a far funzionare le cose tra un uomo e una donna.
Quindi mi godo il mio pacifico affollamento notturno, finché dura. Comprendendo benissimo che non è un’opzione valida per tutti, ma che per noi, al momento, funziona a meraviglia.