Far dormire un neonato: tutte le teorie

Di sonno (dei neonati), mancanza di sonno (dei genitori) e stratagemmi per una nanna felice (di tutta la famiglia)

Il (poco) sonno genera mostri. O almeno, gonfia le borse sotto gli occhi, spegne l’incarnato e scopre i nervi. Ci sarà un motivo, se la privazione del sonno veniva usata come tortura nel Medioevo – a proposito, mi chiedo come mai gli sceneggiatori di Game of Thrones abbiano risparmiato questo supplizio al povero Theon Greyjoy – e se le notti insonni rappresentano una delle maggiori preoccupazioni dei futuri genitori. Io posso dire che avevo probabilmente sottovalutato la fatica e lo stress generati dai continui risvegli notturni. Perché, a dirla tutta, non è che uno non dorma, quando ha un bambino piccolo. È vero piuttosto che si dorme a singhiozzo, con mezzo cervello sempre in funzione come i delfini e, qualche volta, addirittura in piedi come i cavalli. Il che, per certi versi, è ancora peggio del non chiudere occhio affatto. Il problema è che intanto il tuo corpo provato da nove mesi di attesa e dallo tsunami del puerperio, e il tuo cervello ottenebrato dai consigli di puericultura idioti dei vicini di casa, chiedono disperatamente di riposare. Se poi una allatta al seno, ci si mette anche l’ossitocina, che ad ogni poppata finisce anche nell’organismo della mamma, conciliando un sonno tanto dolce quanto proibito, dal momento che in molti casi quella stessa ossitocina non ha il minimo effetto calmante sul pupo che ciuccia. Comunque la mettiate, alla fine, la sostanza è la stessa: se state per avere un figlio, scordatevi per un periodo di tempo indeterminato una lunga notte di sonno ristoratore, a meno che non facciate parte di quella detestat fortunatissima categoria di genitori con neonati-bambolotti che ronfano alla grande, magari dopo essersi addormentati da soli nel proprio lettino.

A me, in realtà, è andata abbastanza bene per diverse settimane, ma con il caldo e i fastidi della dentizione i risvegli notturni si sono moltiplicati. Amplificati, per giunta, dnanna0alle incursioni notturne del gatto Artù, incuriosito dai rumori che provengono a orari insoliti dalla camera da letto. Immancabilmente, allora, mi sono trovata alle prese con la pletora di metodi, libri e teorie sul sonno dei neonati. Tra sistemi da gulag e teorie new age, ce n’è davvero per tutti i gusti. A un estremo c’è la filosofia del “decide il bambino”, per la serie “tutti insieme appassionatamente nel lettone”, con buona pace della privacy e della tranquillità notturna di mamma e papà. Ora, a parte che mio figlio pesa otto chili e mezzo a poco più di quattro mesi, si dimena come un derviscio rotolante e quando ha sonno emette una nenia da fare invidia al rosario serale delle beghine della chiesa che frequentavo da ragazza, lui avrà anche bisogno di contatto fisico e calore umano, ma io, se lo accolgo nel mio letto, necessiterò di cure psichiatriche, fisioterapie e di un uso precoce di un apparecchio per l’ipoacusia. No, grazie. Come se avessi accettato (EDIT: alla fine, aggiungendo un letto singolo accanto al matrimoniale, il cosleeping è diventato la nostra strategia preferita, attuata con piacere ancora dopo tre anni, in 4).

All’altro estremo dei sistemi per la nanna felice c’è quello che io chiamo il metodo Gestapo-Rottermeier: “lascia piangere il bimbo nella sua culla finché non crolla addormentato”. I fautori di questa tecnica giurano che in capo a qualche settimana il piccolo insonne sarà perfettamente abituato a dormire da solo nella sua cameretta. Salvo trasformarsi in uno stupratore di vecchine una volta raggiunta la maggiore età. Sarà che di pianti isterici ne ho avuti abbastanza quando Davide era tormentato dalle coliche, ma io trovo che sia crudele e pericoloso ignorare una richiesta di attenzione così clamorosa, anche se – cosa che tra l’altro mi sembra piuttosto ovvia – a un certo punto il piccolo malcapitato si dovesse effettivamente rassegnare e, sfiancato, addormentarsi da solo. Tra l’altro, chi mi garantisce che, arrivato ai terribili teen years, l’erede non si vendicherà organizzando un coca party nella sua cameretta? Nel dubbio, io preferisco non rischiare.

nannaNel mezzo, infine, si collocano i metodi stile Tracy Hogg, che nel suo libro parla senza falsa modestia di “consigli per un sonno ragionevole”. Questa compianta signora bionda anglo-americana suggerisce (ma sto schematizzando) di far addormentare il piccolo direttamente nella sua culla, piuttosto che dondolarlo, allattarlo o tenerlo in braccio e, in caso di risvegli precoci, di tirarlo su, calmarlo con delle pacche sulla schiena e rimetterlo nel suo lettino, spiegandogli ogni volta con calma quello che si sta facendo. Se il bimbo frigna ancora, l’indicazione è di ripetere l’operazione finché non si riaddormenta. E ancora e ancora in caso di ulteriori risvegli. Ad libitum sfumando. Il punto è che Davide è sempre quello che pesava oltre 6 kg prima di compiere tre mesi: io ci proverei anche ad applicare il metodo Hogg, ma dopo chi me lo paga il fisiatra? E poi, chi glielo spiega all’inquilino del piano di sotto che stiamo insegnando al piccolo di casa a “dormire autonomamente” e non ci stiamo allenando per le Olimpiadi di sollevamento pesi con gli ululati di Davide al posto della conta di Peppiniello Di Capua? Ma soprattutto: chi mi assicura che il pupo non capisca che è proprio quello, il modo di fare la nanna (essere preso e mollato cento volte in un’ora, intendo)? Scommetto che la povera signora Hogg non ci ha mai pensato, a questa evenienza (e a ogni buon conto, col dovuto rispetto per una persona che non è più tra noi, la sua messa in piega non mi convince del tutto…).

La verità, per quel poco che ho capito io, è che ogni bambino è diverso, così come unici sono i suoi genitori: non c’è metodo che tenga, secondo me. Solo l’istinto può indicare la via, insieme a una bella cuffia antirumore e alla consapevolezza che in ogni caso, prima o poi, la notte tornerà ad essere usata per lo scopo per cui è stata creata: dormire (e fare l’amore, magari, ma questa è un’altra storia).

 

Suggerimenti bibliografici:

Alessandra Bortolotti, E se poi prende il vizio? Pregiudizi culturali e bisogni irrinunciabili dei nostri bambini, collana Il bambino naturale (2010)

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13 Commenti

Letizia Palmisano 20 Giugno 2013 - 14:44

Leggendo il post, ‘stranamente’ il pupo si è risvegliato … secondo me sta mandando messaggi a Davide della serie: bella frate’ 😐 Solidarietà tra bimbi. Io ti rispondo con il ventilatore da tavolo poggiato per terra, puntato sui piedi gonfi… e l’idea di assommare caldo a notti insonni… 😐 E’ che non bisogna pensarci su, né informarsi prima di decidere di fare il (vero) grande passo… sennò un po’ di serio terrore ti prende

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giovanna 20 Giugno 2013 - 15:14

Non me ne volete … Io faccio parte di quei fortunatissimi genitori che dormono anche 7 e 8 ore di fila. Francesco non si sveglia durante la notte e di giorno in tutto però non dorme nemmeno due ore e quindi non mi lascia fare quasi niente. Per il riposo notturno ringrazio il consiglio di un dott. Che mi ha detto di svegliare francesco ogni tre ore nel caso si fosse addormentato di giorno e di lasciarlo indisturbato di notte. Credo che questa tecnica ha consentono al mio bimbo di acquisire il giusto ritmo sonno – veglia. Che dire: provateci anche voi!

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Silvana 20 Giugno 2013 - 15:27

Che dire, buon per te! 🙂 Qui le dormite diurne non sono mai state molto lunghe, ma questo non ha garantito finora nottate ininterrotte di sonno… Speriamo nello svezzamento!

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Maria Tafuro 20 Giugno 2013 - 15:19

Anche io ho, tra glia altri, usato il metodo Tracy Hogg e devo confermare che funziona. però ti porta allo sfinimento fisico e mentale. Passi ore a metterlo giù e a tirarlo su e dopo un ‘ora non sei più dolce e premurosa come lei vorrebbe, soprattutto se sei una dormigliona che fino a quel momento era abituata a dormire 8 ore a notte….Per sei mesi Gaetano non ha voluto saperne di dormire da solo nella culla e le ho provate tutte. per di più era inverno e non era per niente entusiasmante entrare e usicre dal caldo delle coperte per nessuno dei tre…Così mi sono arresa a non dormire e a tenerlo nel mio letto, e per giunta accucciato sul mio braccio, pur di riposare. Poi, all’improvviso, una notte si è addormentato nella sua culletta e così le notti seguenti. non so cosa è successo e quale metodo è stato quello efficace. Adesso si addormenta con difficoltà, fa i capricci, non crolla prima delle 23, ma poi dorme.

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Silvana 20 Giugno 2013 - 15:28

Mi chiedo se sia Hogg a funzionare, o se semplicemente a un certo punto il bimbo non cada esausto (come se uscisse per una passeggiata o per un giro in macchina, tutti “vizi” che la compianta Tracy aborriva). La verità è che quando si è stanchi e assonnati, è impossibile mantenere la lucidità!

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fafi 20 Giugno 2013 - 17:30

Ed io che mi lamentavo del gatto che mi camminava sulla faccia alle 6 :)..

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Silvana 25 Giugno 2013 - 09:39

Noi abbiamo anche quello, come sai! 🙂

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Letizia+Michela 20 Giugno 2013 - 20:46

Carissima,anche io faccio parte della categoria dei genitori fortunati nel senso che la mia piccina,già dal terzo mese,ha iniziato a dormire anche 9 ore di fila.Io con lei,però,ho capito che non esistono metodi per ‘insegnare’ al bimbo l’arte del sonno semplicemente perché non ne ho mai applicato nessuno.Forse l’unica cosa che ho fatto è stata sostituire il ciuccio al seno (sempre dietro consenso del pediatra) quando la notte capitava che si svegliasse.Ora non lo fa più nemmeno se lo perde il ciuccino.La metto in culla con le sue apine musicali e dopo un pólei dorme.Ma credo sia solo questione di ‘fortuna’ (anche perché ho sentito che un mare di persone nella mia stessa situazione all’ improvviso si sono ritrovati con bimbi ingestibili di notte) e che non è detto continui così.Speriamo……..e vedrai che presto anche Davide si regolarizzerà.

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Letizia+Michela 21 Giugno 2013 - 06:51

Ah,sempre perché sono di corsa ;-),ho dimenticato di aggiungere che Michela non ha mai,dico MAI,voluto stare in braccio quando era il momento di dormire.Tutt’ora io capisco che ha sonno quando si fa un certo orario,quando sbadiglia,quando SI CAVA QUASI GLI OCCHI,la metto giù e crolla perché,se continuassi a tenerla in braccio,si metterebbe articolo urlare.nPoi,di giorno non dorme se non cullata nel paseggino,la sera vuole stare immobile nella culla.Insomma,credo proprio che non ci siano metodi se non quello di cercare di capire le esigenze dei nostri cuccioli…Buongiorno mamme!!!!

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Silvana 25 Giugno 2013 - 09:41

Concordo sull’utilità del ciuccio di emergenza, anche per noi è stato utile 🙂 E anche Davide preferisce stare steso, non in braccio, quando ha molto sonno, ma per ora gli risulta necessario il contatto fisico (mi accarezza la faccia, mi afferra le dita, etc). Infatti di solito lo addormento sul letto e poi lo sposto nella culla.

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ilpadredi BigD 26 Settembre 2013 - 11:04

Io te l’ho detto di provare col bromuro, ma tu non mi dai retta 😛

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Silvana 26 Settembre 2013 - 11:07

Se invece mi regalassi una settimana alle terme e intanto a tuo figlio ci pensa da solo, giorno e notte? 🙂

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» Pruriti notturni, predatori implacabili ed erbe miracolose 20 Marzo 2015 - 22:56

[…] era ben lungi dall’essere chiusa. Alle tre e undici minuti, la scena è questa: Davide dorme placido nel suo lettino, mentre io veglio su di lui in cerca di eventuali cecchini alati (grattandomi nel contempo la […]

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