Artù è arrivato a casa nostra un anno prima che nascesse Davide. Era un piccolo soriano di pochi etti di peso, col pelo non proprio corto e una stazza che, dopo i primi mesi, prometteva meraviglie (al momento pesa 9 chili e ha un’altezza al garrese superiore a molti cani di piccola taglia). In capo a pochi giorni, ha rivelato un’indole squisitamente “felina”, con una certa propensione alla mordacità che si è solo attenuata negli anni.
Come farete a far convivere un gatto e un bambino? Questo gatto e un bambino? Ci dicevano in molti con sincera preoccupazione, guardando il nostro micio oversize mollemente adagiato sul mio pancione (non prima di aver sfoderato una lunga serie di falsi miti sulla toxoplasmosi, ndr). E confesso che a volte, dopo l’ennesimo agguato, io stessa sono stata preda di ansia e ripensamenti.
Dopo quasi cinque anni e una seconda figlia, devo dire che la convivenza tra gatti e bambini si è rivelata finora molto più semplice di quello che temessi. Anche con un micio enorme e talvolta “antipatico” come il nostro.
Gli incidenti, in effetti, capitano. Una zampata troppo irruenta, un tentativo di morso, un grido minaccioso. Oppure, all’inverso, una coda pestata, un rumore molesto, un risveglio particolarmente brusco. Ci sono stati pianti e soffi, e altri ce ne saranno in futuro. Me lo aspettavo, e non me ne preoccupo. Ai miei figli spiego che Artù ha cercato di graffiarli perché si è spaventato, o perché si è innervosito per qualcosa, o ancora perché loro gli hanno dato fastidio in qualche modo. Se invece il gesto è davvero “gratuito”, metto simbolicamente il gatto “in punizione” in un’altra stanza per qualche minuto (lui di norma si limita a mettersi a ronfare).
La cosa davvero indispensabile, secondo me, è presidiare il più possibile le dinamiche tra cuccioli d’uomo e felino, prestare attenzione ai segnali che lancia il gatto e insegnare ai bambini a riconoscerli fin da subito. Davide e Flavia sanno che un certo tipo di miagolio o un determinato movimento della coda significano che Artù si sta innervosendo ed è meglio lasciarlo in pace, ed eventualmente allontanarsi.
Più in generale, per una felice convivenza tra gatti e bambini, è essenziale che i piccoli umani vengano educati precocissimamente al rispetto dell’animale. A non invadere i suoi spazi, a non disturbarlo mentre mangia o fa i suoi bisogni, a coccolarlo solo quando ne ha voglia e nel modo corretto. A cercare di non spaventarlo con urla o rumori molesti. Che sappiano, prima di tutto, che non esistono ragioni valide per percuotere o maltrattare una bestia.
Accanto a questo, trovo che sia molto utile coinvolgere i bimbi nella cura dell’animale di casa, compatibilmente con la loro età e le loro attitudini. Davide e Flavia, per adesso, ci aiutano a volte a riempire le ciotole di Artù o a spazzolarlo. Stanno inoltre imparando a giocare con lui in un modo che sia sicuro per loro e stimolante per il gatto, e a scambiare con lui testate affettuose e bacini (perché lui sa essere anche molto affettuoso, specie con Flavia). A godersi le fusa e a godere della meraviglia concessa solo a chi vive con una tigre in miniatura.
E l’igiene? A casa nostra tendiamo a non farci scrupoli particolari. Il nostro gatto è nato e cresciuto in casa e per ragioni di sicurezza non esce, se non sul nostro piccolo balcone. Mangia cibi industriali o preparati personalmente da me, e ha fatto le vaccinazioni del caso. Nessun membro umano della famiglia, d’altro canto, ha finora mostrato sintomi di allergia. Di conseguenza, devo dire che viviamo con una certa promiscuità: ad Artù è consentito di salire su divani e letti, e per buona parte della notte dorme insieme a noi nel nostro grande letto a tre piazze.
Viceversa, non permettiamo al nostro micione di saltare sulla tavola apparecchiata o di passeggiare sulla cucina (lui a volte ci prova, ma viene immediatamente spostato). Quanto alla lettiera, che è uno degli aspetti che preoccupa di più in fatto di convivenza tra gatti e bambini, devo dire che non abbiamo mai avuto il minimo problema. Usiamo una grande cassetta chiusa con porticina basculante, che teniamo in bagno. Davide e Flavia sanno che non devono metterci le mani, né toccare i sassolini quando mamma o papà sono intenti a pulirla. Raccomandazioni che finora sono sempre bastate.
Non so se questa esperienza basterà a rendere i miei figli avvezzi agli animali e rispettosi delle altre forme di vita. E sono consapevole del fatto che Artù abbia impiegato un po’ di tempo a perdonarmi per avergli portato a casa non uno, ma due fratellini Homo sapiens. Ma so che la nostra piccola grande famiglia non potrebbe essere composta in modo diverso. E mi godo le zuffe, le fusa, le coccole e i sorrisi.