Niente Halloween, in casa Mamma Green. Almeno per quest’anno. BigD non ha ancora 9 mesi, la zucca la mangia di gusto mischiata al pollo o al formaggio spalmabile, ma non ha idea di cosa voglia dire dolcetto o scherzetto (soprattutto, ahilui, non sa cosa siano i dolcetti, visto che è bello in carne e il suo svezzamento è rigorosamente sugar free). Quanto ai grandi di casa, confesso che non abbiamo mai acquisito l’abitudine di celebrare questa ricorrenza anglosassone, anche perché di solito la trascorriamo a zonzo per l’Italia o per l’Europa (ogni scusa è buona per organizzare un viaggio!). E poi, l’ultima volta che abbiamo provato ad accendere delle candele in casa abbiamo seriamente rischiato il falò di gatto (alert sarcasmo per i potenziali lettori animalisti: sto scherzando!).
Suppongo però che presto ci toccherà metterci al passo coi tempi, per cui meglio iniziare a studiare per tempo. Apprendo dunque, con piacevole stupore, che la festa delle zucche svuotate e delle maschere macabre potrebbe avere, in fondo in fondo, un cuore ecologista. Da alcuni storici, infatti, l’origine di Halloween viene fatta risalire alla festa celtica di Samhain, una ricorrenza con cui le antiche popolazioni dell’Inghilterra, dell’Irlanda e della Francia settentrionale festeggiavano l’inizio del nuovo anno (fissato il 1 novembre). I riti di Samhain, in buona sostanza, puntavano a ingraziarsi gli spiriti della natura, affinché assicurassero un meteo propizio e messi feconde.