Cosmetici per bambini: guida alla lettura delle etichette

by Silvana Santo - Una mamma green

Sono molti i bambini che, loro malgrado, sfoggiano un beauty case da fare invidia alla trousse di Clio MakeUp. Creme, oli, polveri, lozioni e detergenti sembrano indispensabili per pulire e trattare la pelle delicata dei più piccoli, con un giro d’affari milionario per l’industria cosmetica specializzata nella prima infanzia. Eppure, molti dei prodotti che promettono “massima delicatezza” e che vantano la presenza di ingredienti “naturali” contengono in realtà sostanze aggressive o inquinanti, quando non addirittura sospettate di tossicità. Il brand e il prezzo non c’entrano: neanche i marchi più blasonati, taluni supposti cosmetici ecologici, né i cosiddetti prodotti di fascia alta rappresentano una garanzia di una composizione davvero sana ed ecologica.

L’unica possibilità, per essere certi di quello che spalmiamo sul sedere di nostro figlio, è imparare a leggere l’INCI, ovvero l’elenco degli ingredienti dei prodotti cosmetici. L’acronimo sta per International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, una dizione internazionale usata appunto per indicare la composizione chimica dei prodotti per l’igiene personale e la bellezza, dei trucchi e dei cosmetici in generale (per bambini e per adulti). Non è altro, in pratica, che la lista degli ingredienti contenuti nel prodotto, che le aziende devono obbligatoriamente indicare sulla confezione. Imparare a districarsi nel mondo complesso degli INCI, che spesso contengono sigle, codici numerici e parole latine, non è semplice. Occorrono qualche nozione di base e un po’ di esperienza, ma prendere dimestichezza con le sostanze che ci spalmiamo ogni giorno sul corpo – e che applichiamo generosamente sulla pelle dei nostri figli – è importante, perché rappresenta l’unico sistema per evitare l’uso di prodotti potenzialmente tossici, allergizzanti o pericolosi per l’ambiente.

Come leggere l’INCI
Prima di tutto, è utile tener presente che gli ingredienti sono indicati in ordine di quantità decrescente nella formulazione del prodotto. Il primo della lista, dunque, sarà quello più abbondante (di norma è l’acqua), mentre quelli elencati successivamente sono impiegati in quantità via via inferiori nella preparazione della ricetta. I nomi in latino, che andrebbero scritti in corsivo, si riferiscono a estratti vegetali utilizzati senza essere stati sottoposti a particolari trasformazioni chimiche. Attenzione in questo caso alle possibili allergie, ma anche alla presenza di piante in via di estinzione o di altre specie rare. Occhio anche alla pubblicità ingannevole: se una crema che si dichiara “a base di Aloe” presenta questo ingrediente in fondo alla lista, probabilmente sarebbe più corretto definirla “a base di qualcos’altro”. Gli ingredienti riportati in inglese, invece, sono prodotti di sintesi, o comunque hanno subito un processo di trasformazione chimica, anche se magari si tratta in partenza di sostanze di origine naturale. I coloranti, che possono essere anch’essi causa di allergie, sono di solito indicati da un numero preceduto dalla sigla CI (Colour Index). Nell’INCI deve essere indicata anche l’eventuale presenza di profumo (parfum), da tenere sotto controllo sempre per il rischio di allergie e reazioni cutanee.

Il Biodizionariobiodizionario

Ma come fare a capire se la lista degli ingredienti è “pulita”? Uno strumento utile e di facile impiego per individuare la presenza di sostanze tossiche, inquinanti oallergizzanti nei cosmetici è il cosiddetto Biodizionario. Si tratta di un database alfabetico online di composti, naturali o di sintesi, contrassegnati da uno o due pallini di colore diverso. Se una sostanza, ad esempio, è contrassegnata da uno o due bollini rossi, significa che è pericolosa per l’ambiente o per la salute umana, in quanto irritante per la pelle e/o le mucose, allergizzante o semplicemente aggressiva. In questa categoria rientrano anche i composti ittiotossici e quelli ricavati a partire da piante in via di estinzione o da animali. Via libera, invece, alle sostanze con uno o due pallini verdi, mentre su quelle contrassegnate in giallo il giudizio resta in qualche modo sospeso: potrebbero essere fonte di allergie o altri altri fastidi, ma in generale, soprattutto se sono indicate in fondo alla lista degli ingredienti, si può generalmente chiudere un occhio.

Le sostanze da evitare

uando non è possibile consultare il Biodizionario, è possibile seguire alcune regole di base per evitare l’acquisto di cosmetici contenenti ingredienti tossici o dannosi per l’ambiente. Può essere utile, ad esempio, fare attenzione ai suffissi delle parole presenti nell’INCI: i nomi che terminano in -one o -xane, ad esempio, indicano di solito dei siliconi sintetici, che lasciano apparentemente la pelle liscia ma alla lunga potrebbero causare problemi di secchezza. Da evitare inoltre composti come Petrolatum, Paraffinum liquid, vaselina, mineral oil: derivati del petrolio, inquinanti e comedogeni, non sempre garantiscono una reale idratazione. Attenzione anche ai prodotti etossilati, che si riconoscono dalla particella eth (derivazione petrolifera) e ai composti che contengono il suffisso -trimonium (ittiotossico).

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9 Commenti

Letizia+Michela 12 Settembre 2013 - 11:22

Fino a qualche tempo fa io usavo Mustela perché consigliato da tutti i pediatri.Ma mi sono resa conto che per loro un prodotto vale l’altro.Poi,dopo essere diventata una tua affezionata lettrice,sto cercando anche io,nel mio piccolo,di prendermi cura di Micky e del suo ambiente e mi sono votata,pure per i cosmetici,alla hipp.Che ne pensi tu????

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Silvana 13 Settembre 2013 - 11:31

Lety, io non li ho mai provati, ma il marchio mi piace molto. Potresti controllare gli ingredienti nel Biodizionario. Tu come ti trovi? Se ti va, mandami una recensione!

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Letizia+Michela 14 Settembre 2013 - 14:04

Per ora sto usando solo la crema per il cambio perché è una delle poche marche che la fa in dimensioni ridotte (75 ml ,a me serviva per Copenaghen).Quando torno da qui,inizio anche con i detergenti.La crema è pastosa ma si stende bene e soprattutto non corri il rischio di metterne,senza volere,in quantità industriali e di ritrovarla,al cambio successivo,anche dietro le orecchie.Ovviamente,non ha un particolare profumo

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Silvana 14 Settembre 2013 - 15:39

Se vuoi, da 75 ml c’è anche Bio Bio Baby, ottima ma non sempre reperibile. Tu dove l’hai comprata la tua?

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agnesepalumbo 13 Settembre 2013 - 16:47

creiamo un elenco in aggiornamento di prodotti che si prendono cura dell’ambiente e non fanno male lla nostra pelle?

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Silvana 14 Settembre 2013 - 16:09

Diciamo che la rubrica delle recensioni è una specie di inizio http://unamammagreen.com/category/recensioni/ In rete si trova qualcosa per gli adulti, comunque pensiamoci!

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Letizia+Michela 14 Settembre 2013 - 19:33

Ti rispondo qua perché,di nuovo,non vedo il tasto ‘rispondi’…..:-(
L’unica che a Pomigliano ho visto vendere tutti i prodotti della Hipp è la sanitaria baby a Piazza Primavera,proprio di fronte la pizzeria Paolo e Paola.

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Recensione: Bagno shampoo e olio idratante Ricaricando Baby | Una mamma green 10 Gennaio 2014 - 17:58

[…] idratante ha un Inci che ho trovato molto interessante, oltre che verde: Prunus amigdalus dulcis (sweet almond) oil, […]

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» La solitudine di una mamma green 9 Marzo 2015 - 09:28

[…] Perché sa che quello che ha scelto per suo figlio – un indumento, un giocattolo, un alimento, un sapone – quasi sempre non sarà disponibile nel negozio sotto casa, e neanche nel supermercato più […]

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