Smettere di allattare (per sempre)

by Silvana Santo - Una mamma green
allattamento

Da qualche giorno ho smesso di allattare. Per sempre, direi, visto che non prevedo di avere altri figli. Ho smesso di allattare nonostante mia figlia non fosse d’accordo. Ho smesso di allattare nonostante temessi di farle del male, e di pagarne le conseguenze. Ho smesso di allattare, ma il mio corpo sembra non essersene accorto, e chissà per quanto si ostinerà a stillare questo latte denso e opalescente che adesso non serve più a nessuno.

Ho smesso di allattare perché mi è sembrata a un tratto una decisione non più rimandabile. Per la mia famiglia, più che per me stessa. Per cambiare certe dinamiche, riscrivere alcuni ruoli. Ero stanca, certo, e speravo di poter ricominciare a dormire. Ma non è stato quello a impormi di smettere. Se non mi fossi sentita così strana, così anormale, così stravagante; se non mi fossi sentita a tratti così sola e sbagliata; se non avessi dovuto continuamente spiegare, precisare, puntualizzare; se avessi avuto, almeno ogni tanto, la sensazione che la mia scelta fosse compresa di più e maggiormente accettata, forse avrei continuato fino al termine naturale di questa esperienza. Ma non è andata così, e quindi, alla fine, ho deciso di smettere nonostante sapessi che mia figlia avrebbe voluto continuare. Nonostante sapessi che avrebbe pianto e protestato. Che avrebbe, in qualche modo, sofferto. Nonostante covassi la paura irrazionale di perdere in qualche modo il suo amore. Il timore che lei vivesse il mio rifiuto come un abbandono, come una specie di tradimento. E che reagisse rifiutandomi e allontanandomi. Nonostante mi sembrasse molto contraddittorio con la scelta di allattare a richiesta e in modo esclusivo, che avevo fatto in modo del tutto consapevole e libero.

Quando ho allattato Flavia per l’ultima volta, non sapevo che non ci sarebbero state altre poppate. Per quanto pensassi da tempo di smettere, la decisione definitiva è stata improvvisa ed estemporanea. Click. Basta. Finito. Le vie di mezzo, con mi figlia, non avrebbero funzionato. Quando ci abbiamo provato è stata una tortura per entrambe. Un inutile e straziante stillicidio. E allora, stavolta, niente compromessi. Le ho spiegato che era il momento di smettere e lei, in un modo che ancora non mi spiego, per delle ragioni che non capirò mai fino in fondo, ha in qualche modo compreso. La sua reazione tutto sommato ragionevole, le proteste moderate, i lamenti contenuti (specie se paragonati ai tentativi precedenti, e alle reazioni che aveva sempre avuto quando mi ero trovata a dover semplicemente rispondere in ritardo alle sue richieste) mi hanno sorpreso e dato forza. Mi hanno assolto.

Non saprei dire con esattezza cosa sia accaduto. La chimica e l’elettricità hanno parlato in silenzio mentre io e Flavia ci guardavamo sconsolate e strette in un abbraccio senza più latte. Mia figlia mi ha guardato dentro e mi ha capito. Forse ha compreso le mie ragioni meglio di quanto io stessa fossi riuscita a fare. Ha legittimato la mia stanchezza, ha accolto la mia solitudine e l’ha sublimata. Ha attinto con avidità al coraggio che da qualche parte avevo scovato, come se il suo nuovo nutrimento venisse ancora dal mio petto, ma giù in fondo, direttamente dagli abissi che ha abitato prima di venire al mondo. Mia figlia mi ha perdonato, e mi ha autorizzato a perdonare me stessa.

Il sollievo per la sua capacità di gestire il cambiamento mi ha anestetizzato per giorni. Solo quando ho dovuto premermi il seno per alleviare il dolore e scongiurare l’ingorgo, ho realizzato davvero che il dado era tratto. Ho guardato quel latte che era destinato a lei e ho fatto una cosa completamente priva di senso: l’ho fotografato e poi l’ho buttato via. Quella che ho provato è stata una sensazione inedita, intensa e ambivalente. Un misto di soddisfazione per l’esperienza che ho condiviso coi miei figli, di ritrovata libertà, di sollevata sorpresa per la sofferenza contenuta di Flavia. Ma anche di struggente nostalgia. Per un tempo della mia vita che è finito e non tornerà. Per la tenerezza e l’immenso amore, che hanno certo altre lingue da parlare, ma hanno perso per sempre quella che era stata la loro manifestazione più fisica, più istintiva, più ancestrale. Per quel latte “sprecato”. Così prezioso, così denso di vita e di amore, che non sarebbe più finito a scaldare la pancia e il cuore di mia figlia, ma gettato via in uno scarico. Come una cosa che è stata indispensabile e adesso è inutile, superflua, superata.

Il mio corpo avrebbe continuato senza problemi. La testa e il cuore, a un certo punto, hanno smesso di stargli dietro. Ho allattato, complessivamente, per quasi 4 anni, con una interruzione di pochissimi mesi tra un figlio e l’altra. Se qualcuno, quando già aspettavo il mio primo figlio, mi avesse vaticinato un’esperienza del genere, avrei sorriso con sarcasmo. Ho odiato allattare. Mi ha fatto male fino a farmi piangere, perdere il sonno, stringere forte il cuscino tra i denti. Mi ha fatto sentire un oggetto, un animale, una schiava. Mi ha privato della libertà di dormire, di mangiare in pace, di andare in bagno, di uscire di sera da sola. Mi ha indotto a vergognarmi, a coprirmi, a nascondermi. Mi ha fatto sentire diversa e sbagliata. Ha ucciso per sempre il mio corpo da ragazza. Ma ho amato allattare, perdutamente. Come poche altre cose nella vita. Ha conferito pienezza al mio organismo di madre e di mammifero, ha esaltato la mia femminilità. Mi ha fatto sentire parte di un ciclo immortale e universale, mi ha permesso di comunicare coi miei figli quando nessuna parola, nessuna carezza, nessun abbraccio sembrava funzionare. Mi ha salvato dal peggiore dei baratri, quando il mio stesso amore sembrava vacillare sotto i colpi dei pianti indecifrabili, delle urla disperate, della stanchezza. Il mio seno, tantissime volte, è stato una madre migliore di quella che io riuscirò mai ad essere.

Adesso è finita, mia figlia sta bene e va bene così. La terrò sul mio petto per tutta la vita, anche quando lei sarà adulta e lontana, e il mio seno arido e stanco.

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46 Commenti

lavinia 16 Gennaio 2017 - 16:06

Ho allattato la prima figlia per 18 mesi. Poi ho deciso io di dire basta: era un’ossessione e ormai un fastidio per me, non lo sapevo piu’ interpretare come un gesto d’amore. Ero stanca, in definitiva.
Dopo esattamente 18 mesi, ovvero due mesi fa, ho ricominciato ad allattare, grazie alla seconda figlia. E’ tutto uguale e allo stesso tempo diverso, perche’ per motivi prevalentemente infondati ho il timore che il latte finisca molto, molto prima della prima volta (conto ossessivamente le ore fra una poppata e l’altra, cerco di bere come un ossesso, mi tasto in continuazione). E che come e’ accaduto a te, finisca per sempre un’epoca della mia vita.
Ho sempre molto rispetto per chi non puo’ o non vuole allattare. Ma nella mia personalissima esperienza allattare e’ stato l’atto fondativo della consapevolezza di essere madre. Stupidamente mi sentirei un po’ meno madre non potendo piu’ allattare la mia seconda figlia, anche se, come e’ accaduto a te, quello con l’allattamento e’ sempre stato un rapporto di odio-amore, dolore-gioia. Ma comunque qualcosa di dinamico, di attivo, di vivo. Grazie per questo post.

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Francesca 16 Gennaio 2017 - 16:56

Sono stravolta dopo questo post, piango anche in questo momento, mentre scrivo. Premetto che non giudico lo premetto perche questi sono argomenti delicati e noi mamme siamo esseri delicati, spesso bambine feritissime, io lo sono, molto incazzate e mi rendo conto che vengo fraintesa come io spesso fraintendo. Mio figlio ha 18 mesi, lo allatto a richiesta, che e un espressione per me un po ridondante, come se mangiare quando si ha fame non fosse l unica cosa da fare, ma praticamente in modo esclusivo perche l autosvezzamento va a rilento sicuramente perche io detesto cucinare.
Ho avuto momenti di crisi alla inizio quando faceva male, poi in occasione degli scatti di crescita quando stavo sul divano per 12 ore di fila e ancora qualche settimana fa perche ero stravolta.
Sono stata fortunata come lo sono le persone abituate a lavorare su di se e a non farsi dire da nessuno cosa sia giusto. Ho partorito a casa e questo mi ha garantito oltre a un parto catartico e molto autocentrante due ostetriche che mi hanno seguita nella allattamento e mi hanno sostenuta. Mi hanno inoltre insegnato una cosa che ti fa svoltare, ossia ad allattare nel sonno, dormendo col bambino nel lettone, t svegli massimo un secondo lo attacchi. Non ho mai perso una notte.
Qualche settimana fa no provato a diradare le poppata e dopo 3 giorni aveva la bronchite, nel frattempo io mi sono ritemprata e ho superato il momento. Devo ringraziare il mio compagno le mie ostetriche e Vero i ca per tutto l aiuto e dire a chi leggera di cercare sostegno nella le che league o nei consultori perche i sensi di colpa e la frustrazione sono vecchia energia possiamo evitarceli.

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Mariangela 16 Gennaio 2017 - 17:18

Mio figlio ha quasi 21 mesi, allattato ancora. C’è stato un momento, a fine novembre, in cui sembrava avessimo concluso giocoforza a causa di una stomatite erpetica: per una settimana non è riuscito a poppare più, tempo due giorni in cui ho spremuto via il latte (capisco quando parli di quella brutta sensazione di buttar via qualcosa di vitale, importante) e stop, immaginavo che l’esperienza si sarebbe conclusa così. Non senza un mezzo trauma per me, che non ero proprio del tutto pronta. Fatto sta che un giorno, trascorsi una decina di giorni dalla malattia, viene, mi alza la maglia, e inizia a poppare di nuovo come se non ci fosse un domani, cambiando continuamente seno come facevamo quando era più piccolo. Io debole di volontà, che mi sentivo ancora in colpa per la sofferenza che il mio piccolo aveva potuto vivere in una situazione di dolore fisico peraltro senza possibilità di ricorrere alla sua consolazione per eccellenza, non riesco a cogliere la palla al balzo e ad impormi in qualche modo per non ricominciare.. L’ho detto, non ero pronta a smettere, non solo nel senso che non volessi, ma anche nel senso che non sapevo come si faceva, come se dovessi essere preparata, mi stavo ancora “documentando” sulla fine dell’allattamento, che vabè …fatto sta che mi torna il latte.
Ora fatico a capire quando smetteremo –voglio smettere, ho sonno, ho pochissime energie e il giorno si marcia-, e soprattutto come si fa. So che non potremo andare avanti per molto, ma sono terrorizzata dai racconti di tutte le mie amiche e conoscenti mamme che: “devi resistere due giorni, piangerà a dirotto e in modo straziante, tu se puoi dormi in un’altra stanza e fallo stare con tuo marito. Poi passa”. No, chiamatemi pappamolle, ma non ce la posso fare. E’ consolatorio leggere dell’assoluzione, come la chiami appropriatamente tu, da parte della tua Flavia. Io, vista la forza –la prepotenza, a volte- con cui Michele pretende quei momenti con me (che cerco di associare solo alla nanna –la sera più il pomeriggio dei fine settimana), temo che quell’assoluzione non mi sarà mai concessa.
Tutto ciò, in pratica per chiederti…. Nello specifico, come hai fatto???? 🙂
(grazie, come sempre, per i tuoi post)

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Silvana - Una mamma green 25 Gennaio 2017 - 12:22

Eccomi, e scusa se arrivo dopo qualche giorno! Intanto ti dico che a distanza di oltre due settimane, il mio seno dà ancora latte, quindi è normale che anche dopo dieci giorni la produzione si sia riattivata subito. Per il resto, io non saprei neanche spiegare come “ce l’abbiamo fatta”. Sicuramente non sarei mai stata disposta ad “andarmene in un’altra stanza e lasciarla al papà”. Era un passaggio da vivere insieme, cambiamento da affrontare abbracciate, un “dolore” da condividere. Le ho detto che il latte non aveva più un buon sapore, che era passato troppo tempo e la mamma era stanca, per cui non era più dolce. Avevo spalmato un po’ di gel d’aloe sul seno, ma non è stato necessario, perché Flavia non ha voluto neanche attaccarsi. Si è lamentata, certo. La prima notte ha dormito pochissimo, faceva fatica ad abbandonarsi e si rigirava di continuo (e io ero sempre lì per coccolarla, accarezzarla e ripeterle in loop a bassa voce che la amo e che non la lascerò mai). C’è stato qualche momento di pianto disperato, nei primi giorni, ma sempre di durata molto breve (e dire che fino al giorno prima si disperava come una matta). Nessuna notte di lacrime devastanti, a cui pure ero già “rassegnata”. Nei primi giorni, dopo aver chiesto invano il seno, ripiegava spesso su un succo o su cose dolci da mangiare, come per compensare (noi a volte concedevamo subito, altre cercavamo di evitare). Adesso va molto meglio, anche se ancora chiede il seno, a volte. Ma con serenità, sorridendo di tenerezza. Non si sveglia più di notte, salvo casi eccezionali. Forse è davvero bastato che io mi convincessi davvero, deve aver “sentito qualcosa”. Stai serena e fidati di voi. In bocca al lupo!

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Mariangela Tommasone 24 Marzo 2017 - 17:52

…a distanza di soli due mesi mi torna in mente questo post e torno a sbirciare se per caso ci fosse una risposta (mi sa che l’opzione di avviso in caso di commenti era disabilitata…).
Intanto grazie, leggere della tua esperienza mi dà senz’altro molta più fiducia nel fatto che è ed è giusto che sia un percorso che ci riguarda entrambi, dall’inizio alla fine, come d’altronde tutto fin’ora. Si, certo, perchè, eheh, nulla è cambiato, siamo ancora nel pieno, io forse meno stanca o più conciliante, fatto sta che per ora va così, ho allungato il “termine” all’estate…mi vien da ridere 😀 e mmm, terrò a mente il gel all’aloe..
Crepi il lupo!
(e complimenti davvero per il tuo libro!!)

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Silvana - Una mamma green 24 Marzo 2017 - 22:41

Grazie mille! E fammi sapere!

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Mariangela 29 Settembre 2017 - 14:45

ciao…… 🙂 credevo che non sarei mai più tornata qui a scrivere che, si, abbiamo terminato anche noi… e invece! Da ormai più di due settimane Michele non prende più il seno (per essere onesti, ogni tanto, durante il suo risveglio notturno, lo chiede, o meglio lo pretende, e ammetto che qualche volta ho ceduto). La cosa per me più sorprendente è che è stato talmente naturale da farmi rendere conto che troppo spesso lo sottovaluto, o comunque sovrastimo le situazioni.
Ciò che mi premeva soprattutto era dis-associare la nanna dalla tetta. Fargli capire che poteva tranquillamente lasciarsi andare, perchè io c’ero comunque. In tutto ciò è stata determinante la presenza del papà, con cui abbiamo e continuiamo a imbastire storie di “Michele che fa cose” allungati nel lettone sotto una “casetta” di lenzuola, storie che lo divertono tantissimo, poi lo rilassano, infine lo addormentano. E questo è. La prima sera è stata quella più difficile, era determinato a prendersi ciò che fino al giorno prima era stato suo, piangeva di frustrazione, poi è crollato. Il giorno dopo è andata già meglio, al mio “no” seguito alla sua richiesta ha serenamente detto “io grande, basta tetta”. E la sua insistenza è andata scemando, senza i “traumi” che io ero invece pronta ad affrontare.
Ciò su cui ci resta un po’ da lavorare (a parte le mani da polipo che tutt’ora mi ritrovo sotto la maglia appena mi distraggo un attimo) è quindi il seno della notte, al rifiuto del quale mi sento ancora poco determinata, sarà perchè è notte, è stordito, non riesco a ragionarci insomma 😀
comunque sia…andata!
E’ e resterà un’esperienza totale, tostissima. Al cui ricordo non potrò che sentirmi grata.

Silvia 9 Gennaio 2018 - 04:16

Anch’io, mi trovo a leggere più volte per cercare disperatamente risposte … La mia bimba ha 27 mesi e ieri ho provato a non allattarla per tutto il giorno, fingendo di cadere e di farmi male al seno, per poi mettere dei cerotti…
Forse sono stata credibile perché, tenendola per tutto il giorno distratta insieme a mio marito, siamo riusciti a portare avanti senza drammi la messa in scena… Al momento della nanna la sera però ho ceduto, ..perché mi sono sentita il seno gonfio e non me l’aspettavo( non essendo mai stata più di sei ore senza darle la sua tetta) e mi sono sentita in colpa… Quindi le ho spiegato che , il seno della mamma durante il giorno si era riposato e per la nanna avrebbe potuto ciucciare…Oggi ho fatto lo stesso, ma con più difficoltà senza l’aiuto del papà e stasera di nuovo tetta…😔
Vorrei capire se per il suo bene sia meglio interrompere bruscamente, o per un po’ continuare ad allattarla la notte… ho paura che così Sia peggio perché rimane tutto il giorno con il pensiero, ma non ho neanche il coraggio di negarle improvvisamente tutto…. Sono stanca ed insofferente , sia per le pressioni di mio marito che forse non comprende più, sia per il fatto che Elena a volte mi da l’impressione di ricattarmi con la sua richiesta di attaccarsi, pur avendolo fatto poco prima, solo perché sono distratta in cucina non dedicandomi completamente a lei ….Sono veramente in crisi… Grazie in anticipo per eventuali preziosi consigli

Mummyinprogress 16 Gennaio 2017 - 18:54

Io sono a 30 mesi e mi sono data una “scadenza”. Non sai quanto mi senta terrorizzata dalla sue reazione, probabilmente è quello che mi blocca di più a smettere, anzi credo che tu lo possa davvero capire. Grazie per questo post, ti mando un abbraccio <3

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Silvana - Una mamma green 25 Gennaio 2017 - 12:12

Ti abbraccio anche io!

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Giorgia 16 Gennaio 2017 - 21:29

Ma come scrivi???? Si può innamorarsi del dolce cullare delle tue parole? Potresti scrivere anche del funzionamento del motore a 4 tempi…e sarebbe favoloso lo stesso!

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Silvana - Una mamma green 25 Gennaio 2017 - 12:12

Ma che bel complimento! Grazie di cuore, davvero.

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Giulia 17 Gennaio 2017 - 07:09

Un post meraviglioso che mi ha toccata nel profondo. Allatto da ventisette mesi e so che prima o poi dovrò smettere ma pietro è dipendente e forse lo sono anche io. Per quanto i primi cinque mesi siano stati uno strazio, un delirio, un dolore che solo chi prova puo sapere…quando tutto è inziato ad andare ho amato allattare come poche altre cose. Ecco perche leggendo le tue parole ed immedesimandomi ho pensato come mi sentirò quando dovrò dire basta… malissimo di certo ma forse poi anche un po bene. Di fatto il pensiero di non allattare piu…di non potere piu vivere questi momenti cosi intensi ed intimi e questo attaccamento così naturale e diretto…mi ammazza e mi fa gia soffrire…perche so che mi manchera e so che penserò che pietro sta crescendo e sta diventando indipendente…. ma d altra parte forse mi riappropriero un po di me…anche se non so se davvero voglio!!!

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emy 17 Gennaio 2017 - 08:33

Articolo splendido, anche se trovo quasi eccessivo il senso di colpa.
Anch’io allatto e lo adoro pur privandomi della mia libertà sarà la cosa che più mi mancherà in assoluto quando, per forza, smetterò di farlo.
Hai allattato per quasi 4 anni, direi che sei stata eccellente e che non puoi recriminarti nulla.
Tutto ha un inizio e una fine, fa parte del ciclo della vita.
Quando e come porre dei limiti sull’uso del nostro corpo spetta solo a noi stesse e nessuno deve permettersi di giudicare.

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esseremammaoggi 17 Gennaio 2017 - 10:36

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Mamma Disorganizzata 17 Gennaio 2017 - 10:50

Le tue parole mi hanno fatto piangere, capisco perfettamente le sensazioni che hai provato… perchè come te ho smesso di allattare anche se dentro di me non volevo. Nel mio caso però perchè non ne avevo più, a causa della stanchezza dovuta al mio rientro al lavoro, la gestione di due figli e tutto il resto. Ma come te alla fine sono riuscita ad assolvermi e perdonarmi, fiera di quello che ero riuscita a fare con la mia sola forza di volontà e costanza.
Infatti col mio primo bimbo avevo pochissimo latte e probabilmente anche a causa dell’inesperienza ho fatto un faticoso allattamento misto per tre mesi per poi abbandonarmi all’artificiale. Arrivato il secondo bimbo il latte era nuovamente poco, ma stavolta mi ero informata bene e armata di tiralatte ho iniziato a stimolarlo, riuscendo ad aumentare le quantità di latte, nonostante un farmaco che dovevo obbligatoriamente prendere dopo il cesareo che avrebbe potuto diminuirne la produzione. E ho avuto ragione, alla faccia di chi mi dava contro, gradatamente sono riuscita a togliere l’aggiunta, riuscendo alla fine ad allattarlo al seno per ben 10 mesi, più un altro mese intero con il latte che mi ero tirata e avevo congelato, da quanto ne avevo!
Infatti anche al mio rientro al lavoro ho proseguito a tirarmi al latte, congelarlo, allattare prima di partire e quando tornavo, a fare tutto il possibile.
La stanchezza però poi ha avuto la meglio e il latte ha cominciato a diminuire, capivo che stavo arrivando al capolinea… Inizialmente ho pianto molto quando ho visto che non ne usciva più, mi sentivo vuota e inutile, soprattutto come dici te perchè sapevo che quella sarebbe stata la fine definitiva, non avrei avuto altri figli e quella sensazione non avrei mai più potuto provarla… Ho dato colpa al lavoro che mi portava lontano da casa, agli altri che non mi aiutavano, al mio corpo che non collaborava… ed ero sempre più arrabbiata.
Poi col passare del tempo, guardandomi indietro, da dove ero partita, ho capito che ero riuscita in una grande impresa superando tante difficoltà, che sarebbe stato più facile lasciar perdere fin dall’inizio, ed invece guarda cosa ero riuscita a fare!
Avevo capito anche che il mio amore non dipendeva solo da quello, ma da tanto altro, e che l’amore, quello per davvero, non avrebbe avuto mai fine!
Ti abbraccio forte forte.

Reply
Cro 28 Novembre 2017 - 11:45

Ho letto questo post e ho pianto…mia figlia ha quasi 2 anni e mezzo ed io sono stanca, ma non ce la faccio a decidermi, quando tento qualche volta di spiegarle che il latte sta finendo lei piange, io la guardo e non riesco. Non so cosa devo fare…da poco è stata male e si è attaccata tantissimo, voleva solo il mio latte…ma io e penso che possiate solo voi capirmi sono stanca. Sono stanca, sono stanca di svegliarmi la notte, sono stanca. Ma ho paura! Non riesco a decidermi, ho paura che mi odierà, ho aspettato sperando che lei sentisse meno la necessità, ma invece mi sembra che più passi il tempo più lei ne abbia più bisogno. Non so cosa fare! 🙁

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Vanina 18 Gennaio 2017 - 22:19

Grazie! Articolo stupendo!!

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Emanuela 19 Gennaio 2017 - 06:43

Molto bello!

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Alessandra 25 Gennaio 2017 - 14:46

Solo una mamma può comprendere e apprezzare a pieno questo post. Una mamma che ha allattato. Mi sono fermata a 13 mesi, per questioni di salute (mia) diventate irrimandabili.
Mio figlio dopo nemmeno 2 giorni non ha cercato più il seno, sembrava essersi dimenticato di colpo di tutto quello che c’era stato tra noi fino a poche ore prima. Ho avuto anche io problemi con un seno che mi hanno fatta piangere e dimenarmi per mesi e mesi. E credo che l’aver continuato sia stato il secondo gesto d’amore più assoluto che potessi avere per lui, dopo avergli dato la vita. La sua reazione mi ha shockata. La sua indifferenza inconsapevole mi ha quasi ferita a morte. Ma mi ha aiutata tantissimo ad affrontare con velocità il nuovo capitolo che andava aprendosi. Non ho avuto bisogno di assolvermi perché ero cosciente di aver fatto un lavoro enorme. E quando ho finito anche l’ultima scorta di latte congelato… Mi ha assalita la malinconia ma mi sono sentita fiera di me. Delle mie spremiture notturne, dei pianti soffocanti, del senso di rabbia quando gli altri non capivano il mio dolore fisico. Ora cerca la tetta con la mano per rilassarsi, giocando disordinatamente con le manine in punti a caso del mio petto. E lo riempie d’amore.

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Sabrina 25 Aprile 2017 - 18:31

Meraviglioso articolo è meravigliosi i commenti. Solo chi ha provato un’esperienza simile può capire quanto amore trasbordi da tale atto d’amore, e quanta fatica facciamo noi donne a perdonarci e ad assolverci per colpe che creiamo noi stesse. Amatevi.

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donda 10 Maggio 2017 - 18:11

Leggendo si formava un nodo alla gola, si scioglieva in fiumi di lacrime. Samuele ha 22 mesi, ho deciso di smettere di allattarlo, o no, forse non l’ho deciso.
Non mi pesa niente dell’allattamento, non mi pesano i risvegli durante cui mi cerca come una bestiolina con gli occhietti chiusi, non mi pesa la sua manina che mi cerca e spreme il mio seno, non mi.pesa che mi cerchi continuamente alzandomi la maglietta ovunque, non mi pesa quando tale è la voglia, che mi morde coi suoi denti pungenti, non mi pesa dover stare attenta all’alimentazione, al vino, al fumo… eppure devo smettere.
Mio marito non mi supporta già da un po’, e tutte le volte che mio figlio cerca il mio seno e vi si attacca sento il suo.sguardo colmo di disapprovazione addosso. Mi pesa questo. Non riesco più a farmelo scivolare addosso, non posso fare finta di niente…da mesi ormai sopporto e quasi mi sento colpevole di sbagliare, di essere inadatta e inadeguata al mio ruolo di madre e compagna.
È il momento di smettere, non riesco più a fare finta.
Ho una paura tremenda, e un’angoscia che non riesco a gestire. Come farò a negargli la sua coccola preferita e a farmi perdonare?

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Silvana - Una mamma green 12 Maggio 2017 - 15:09

Io mi permetto di consigliarti di decidere in base ai TUOI sentimenti. Parlane con tuo marito, e pretendi che lui capisca davvero, e si comporti di conseguenza. Se e quando avrai davvero deciso liberamente, fidati di tuo figlio e vedrai che andrà tutto bene. Un abbraccio forte, non sei sola!

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Paola Sala 6 Giugno 2017 - 13:26

Anche io ho deciso di smettere,stanca dopo 18 mesi di allattamento a richiesta che non ho mai negato alla piccola Lucia. Sentivo che era arrivato il momento,sicuramente più x me che x lei, ma lo dovevo fare,senza cedere ai pianti. Lo dovevo fare x me,x lei e anche x mio marito,x ritrovarci cone coppia, x tornare adornire abbracciati,senza avere Lucia nel nostro letto,x poterci godere una cena fuori senza il pensiero fisso di lei che”dormirà,piangerà?” E con mia grande sorpresa Lucia sta reagendo molto ma molto meglio di quanto prevedevamo,convinti che non avremmo dormito per una settimana e invece i bambini lo sanno,capiscono…io consiglio di smettere di punto in bianco e non cercare solamente di limitare,spiegandole e cercando di distrarli e perché no facendosi amico un bel biberon di latte vaccino (Lucia non ha mai preso il ciuccio) o in bel giretto in auto. E vedrete che capiranno da soli,continueranno ad accarezzare il seno con le loro manine paffuttele e dolcemente vi si addormenteranno in braccio. Il mio seno x Lucia è stato,fino ad 1 settimana, 1consolazione,coccola,cibo e a volte anche un gioco. Ora quando mi vede dopo una lunga giornata di lavoro allarga le braccia e urla mamma…prima allragava le braccia e urlava “tettaaa “. È passato poco tempo dall’ultima poppata alle 6 di mattina nel lettone e la bimba ha ancora qualche momento di nostalgia,sopratutto la sera prima della nanna ,ma siamo fermi e forti nel continuare insiemr questo percorso nella maniera pii serena possibile.
Resta il fatto che allattare Lucia è stato stupendo e sono orgogliosa di essere riuscita a portarlo avanti x così tanti mesi.

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Silvana - Una mamma green 7 Giugno 2017 - 13:30

In bocca al lupo, Paola. Vedrai che andrete alla grande.

Reply
Francesca 11 Agosto 2017 - 14:36

Questo tuo articolo mi ha fatto piangere e piangere ancora …
Sono una mamma di quattro bimbi , due femmine e due maschi, allattati tutti e quattro .
Le due bambine hanno smesso tranquillamente , il maschietto che ora ha 10 anni , l’ho allattato 17 mesi ed ho smesso a causa di un’intervebto ad un dente …quattro giorni di crisi ma poi è passato ..
Ho fatto di tutto per non ritrovarmi in questa situazione con il più piccolo , comprando ciucci e biberon …ma niente lui ha sempre e solo voluto il mio seno . Ora ha 23mesi e mezzo …tutti mi dicono che devo smettere ma di questo non mi importa . Ci sono giorni che dico “ora basta , davvero ” perché è diventato molto morboso nei miei confronti, vuole solo me , spesso nemmeno suo papà ed io non ho mai un attimo di quiete senza considerare il fatto che anche gli altri bimbi hanno bisogno di attenzioni che io spesso non riesco a dare perché il piccolo mi “circoscrive “!
So che devo smettere …non si può andare avanti in eterno e come scrivi tu , anche io ho sempre vissuto gravidanza e allattamento come un tempo senza tempo …un qualcosa di magico che quando realizzi che deve finire non lo vuoi accettare …
Detto questo , vorrei davvero poter fare una magia per non vedere il mio bimbo soffrire e piangere e dato che non sono una fata, continuo a rimandare questa decisione …

Reply
Silvana - Una mamma green 5 Settembre 2017 - 11:09

Andrà tutto bene, in bocca al lupo!

Reply
Ilaria 14 Agosto 2017 - 23:25

Mi sono imbattuta in questo blog per ‘sbaglio’… Questo post mi ha fatto venire un nodo in gola, mi ha emozionata, mi ha fatta sentire ‘compresa’, soprattutto quando parli di amore e odio rispetto all’esperienza di allattare.
Mia figlia ha 25 mesi, l’allatto a richiesta come ho sempre fatto. Negli ultimi mesi la parte faticosa di allattare si è quasi del tutto dissolta. Non direi che sia perché poppa meno e non perché si svegli meno la notte però è come se il fatto di allattare fosse diventata una parte della mia vita da sempre come mangiare e bere. Inoltre in questi ultimi mesi lo scambio tra me e lei durante le poppate è diventato ancora più dolce, un momento nostro a volte un gioco, a volte qualcosa di cui si può parlare e che può essere rimandato se in quel momento non posso o sono troppo stanca. Però c’è il mondo fuori, gli sguardi di alcune persone, i commenti di altre che a volte iniziano a pesarmi. Il mio compagno per fortuna mi segue ma a volte ho la sensazione che vacilli anche lui. Spero di riuscire ad andare avanti serenamente senza farmi condizionare e spero che l’allattamento finisca in modo spontaneo, così come è cominciato.

Reply
Silvana - Una mamma green 5 Settembre 2017 - 11:09

In bocca al lupo!

Reply
Roberta 24 Agosto 2017 - 14:31

Io ho allattato per 18 mesi… la mia bimba Nn vuole più attaccarsi… mi sono accorta che latte né ho solo un po’ nel seno sinistro, nel seno destro nulla infatti è più moscio. Cosa devo fare per far andare via quel pochissimo latte che mi è rimasto?? La pediatra mi ha detto che si asciugherà da solo.

Reply
Silvana - Una mamma green 5 Settembre 2017 - 11:07

Sì, direi che devi solo aspettare!

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rossana 25 Agosto 2017 - 13:07

La mia bimba ha 17 mesi, tra cinque giorni dovrò partire e la lascerò con i nonni, potevo portarla con me ma su consiglio di mia mamma ho deciso (non so con quanta convinzione) di lasciarla qui, perché ormai è “grande”, perché ha i denti e fa male, perché son due anni che non dormo una notte di fila. Mi sento in colpa, mi sento egoista e soprattutto mi sento vigliacca. Penso che sarebbe un momento da vivere insieme, un cambiamento da vivere insieme, e invece è come se l’abbandonassi. Ogni giorno quando si sveglia e vuole il seno glielo ripeto, Diana, tra qualche giorno mamma deve andare via, quindi niente tetta, tu sei diventata grande. Mi guarda facendo finta di non capire.
Sarà la prima volta in cui sarò lontana da mia figlia, e quando tornerò non ci sarà più neanche quell’ultimo legame fisico che ci univa. Mi sento in colpa, ma mi sembra l’occasione migliore, magari non vedendomi non ci pensa. Mi sento in colpa e ho paura.

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Federica 27 Agosto 2017 - 18:20

Cerco tra le pagine di internet consolazione a ingorghi mammari, per aver smesso da una settimana di allattare e leggere queste parole mi toccano al cuore, mi fanno piangere…perché quando sai che non ci sarà un altro bimbo, ti rendi conto che non avrai più questo piacere indescrivibile…auguri a tutte le mamme che ci mettono tutto il possibile per essere speciali, chi riesce e chi no, chi lotta nella vita per altro e le non mamme. La donna è un essere unico!!!

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Le mammine pancine e l'allattamento a termine - Gynepraio 9 Ottobre 2017 - 06:02

[…] Io non sono dotata di grande spirito di sacrificio: ho spesso sbuffato con lo sguardo da martire paleocristiana e ho tirato un enorme sospiro di sollievo quando è finita. Non mi sono mai sentita una mammifera in contatto con la mia natura primigenia e non ho amato particolarmente il sentirmi insostituibile (anche perché io, hello, per mio figlio sono già insostituibile). Sono probabilmente una persona tagliata con l’accetta, ma nei sentimenti ambivalenti non sto a mio agio: non avrei saputo reggere a lungo l’equilibrio tra “sono stanca” e “sento di doverlo fare” come racconta Silvana Santo in questo post. […]

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Chiara 15 Ottobre 2017 - 12:27

Anch’io mi sono commossa e ho pianto tanto leggendoti, soprattutto l ultimo paragrafo, l ultima riga. E leggendo anche i commenti delle mamme sopra mi sono sentita compresa.
Io allatto da quasi 12 mesi
ha Natale ho ‘deciso’ di smettere.
Credo che il periodo natalizio mi aiuterà perché mio marito è a casa dal lavoro e la mattina non si deve svegliare presto e se servirà mi potrà aiutare. Però leggendovi ho pensato che forse la cosa più bella sarebbe fare come te, affrontare insieme al proprio bimbo questo passo, trasmettersi visceralmente un messaggio un emozione il dispiacere e la forza d animo… sebbene manchino due mesi alla data X, sto già male al pensiero di sentirla piangere disperata i primi giorni e mandare mio marito a consolarla, mi sembra un vero abbandono e tradimento della nostra fiducia. Non sono proprio convinta di dover smettere lo vorrei fare ancora un po’… a me non pesa minimamente è solo pura gioia. perché sto pensando di farlo?
un po’ perché la società stigmatizza un po’ le mamme che allattano oltre l anno, ti etichettano come morbose, esagerate ecc
niente di più sbagliato lo sappiamo! ma soprattutto forse per mio marito
tante notti finisco abbracciata alla mia piccola e so che è giunto il momento di riappropriarci del nostro spazio della nostra intimità.
mancherà così tanto anche a me… il nostro momento di silenzio amore e complicità e fusione..
anche per me l inizio è stato difficile
i primi giorni aveva perso molto peso la montata lattea tardava ad arrivare e in ospedale mi hanno costretta a darle l aggiunta
solo che stavo rischiando di perdere il momento perché dandole l aggiunta col biberon non allenavo il seno a produrlo
ero disperata ne avevo pochissimo
poi anche grazie a mio marito che mi ha sempre sostenuta
tra tisane alla galera sciroppi alla galega ho iniziato a ignorare ciò che diceva pediatra e neonatologo e l ho attaccata costantemente non dandole più l aggiunta come fa loro ‘imposto’. ed il latte è arrivato! costante tanto buono.
a tal punto che dopo 2/3 mesi la bimba era 90 esimo percentile di peso e così é tuttora! ho seguito il mio istinto ad un tratto fregandomene di tutto e tutti e ce l’ho fatta! non immaginate la gioia dopo settimane di frustrazione e pianti nella paura che non avrei mai potuto allattare.
anch’io ricordo i primi mesi il male pazzesco si capezzoli alla schiena
ricordo il senso a volte di ‘prigionia!
ma poi quando i ritmi si sono regolarizzati e quando lei ha imparato a succhiere bene.. da lì è partita una delle esperienze più profonde ed indimenticabili della mia vita.
ti sono grata per le tue parole
le ricorderò.
“La porterò sul mio petto per tutta la vita.”
così sarà.
un abbraccio

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Francesca 13 Febbraio 2018 - 18:12

Molta emozione. Grazie. Noi abbiamo scritto un libricino per prepararci con foto e brevi frasi. L’ultima diceva “il latti andrà ma le coccole resteranno per sempre”. L’abbiamo letto infinite volte per prepararci e dopo 36 mesi esatti di allattamento in tandem (ho due gemelle) abbiamo smesso. Ed è come lo racconti tu. Ad un certo punto senti proprio che certi ruoli e certe routine vadano re inventate. Non è stato facile per nessuna di noi. Per me e per una delle due gemelle in particolare.
Spero che conservino per sempre, chissà dove, il ricordo dei questi di 36 mesi di coccole al sapore di latti. Io l’ho tatuato sul cuore.
Grazie a tutte

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Maria Chiara Tomarchio 11 Ottobre 2019 - 23:26

Quanto ho pianto per questo post?
Tutto quello che sento racchiuso nel racconto di un estraneo, come se estrapolasse da dentro il mio stomaco le parole che io non riesco a esprimere!
Terrò sul mio petto mia figlia per la vita anche io, e pregherò perché quell’immagine di lei che ciuccia il mio amore rimanga impressa nella mia mente e nell’anima per l’eternata.
L’esperienza più bella della mia vita. Grazie di cuore!

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Juliana 11 Giugno 2020 - 22:46

Ciao Silvana, che bello raconto. Quanto tempo aveva la tua figlia quando ha smesso? Grazie!

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Silvana - Una mamma green 12 Giugno 2020 - 10:16

Ciao Juliana, Flavia aveva due anni e due mesi. 🙂

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Mary 18 Luglio 2020 - 23:50

Quante lacrime ho versato leggendo questo post.. Sono 2 giorni che ho smesso di allattare la mia bambina di 2 anni e le sensazioni che provo sono esattamente quelle di cui parli. Grande senso di colpa e difficoltà ad accettare che sia finita per sempre. Se solo fossi più forte.. A me aveva stancato svegliarmi ogni 2 ore la notte.. Era diventato insopportabile.. Se avesse dormito la avrei allattata ancora probabilmente. Passerà.. Ci abitueremo anche a questo

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Silvana - Una mamma green 29 Luglio 2020 - 14:36

In bocca al lupo! Come va adesso?

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Mary 19 Luglio 2020 - 23:52

Mi sono sentita esattamente così.. Che pena.. Sono soltanto 3 giorni ma ancora non me ne capacito.

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Barbara 17 Agosto 2020 - 22:07

Ciao! Anche io ho allattato le mie due bimbe a lungo, la prima 21 mesi e mezzo e poi sono riuscita a toglierglielo con dolore, ma l ga accettato.. con la seconda non ci riesco…. asia ha fatto due anni, e io ancora non ce la faccio a levargli la puppa…. la notte si sveglia tante volte.. sono più stanca.. non richiedo di notte di addormentarla in altre maniere…. ma comunque ci sto pensando…. solo che con asia, che è molto più tosta di carattere…..non ci sto riuscendo….. ad accettare che devo togliergliela….. anche io amo allattarla… mi da noia sentirmi la sua serva a volte.. però allattare le mie bimbe è stata per me la cosa più meravigliosa del mondo. Ecco perché non accetto che prima o poi devo smettere…… e farlo per sempre………… ♥

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Elena 22 Agosto 2020 - 01:03

Inizia oggi il nostro personale percorso dopo 22 mesi e mezzo..spero di farcela ma già adesso piango…lei lo sa, ha capito…forse sono io che devo continuare ad avere forza…ma ero stanca dei risvegli e della non libertà…vediamo ma già mi mancano i suoi occhi e il suo abbandonarsi tra le mie braccia attaccata alla sua coccola preferita

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Giovanna Sollazzo 24 Agosto 2020 - 16:57

Quanto sto piangendo per questo post. Le mie sensazioni sono le stesse. Da tre giorni non allatto piu’ mio figlio di 16 mesi. Esageratamente spinta a smettere ho pensato che fosse meglio per lui e per me. Ho preso due pasticche e messo dei cerotti. Niente di piu’ innaturale e doloroso. Non so se abbia traumatizzato piu’ me che lui. Fatto sta che lui non ha protestato piu’ di tanto. Come dici tu ha accettato che io non avessi piu’ modo di allattarlo. Ho mentito a mio figlio, e lui invece di arrabbiarsi e insistere come faceva prima quando sapeva che in quel momento non potevo, ha accettato. E questo penso mi faccia ancora piu’ male. Ogni volta che mi guarda e mi tocca il seno mimando ” no no” con il ditino, facendo segno che il latte e’ finito il mio cuore si rompe di un pezzetto di piu’. Ho mentito a mio figlio e questa cosa mi fa sentire in colpa, unita alla sensazione di aver agito piu’ perche’ chi mi stava intorno diceva che era ora e non perche’ ne fossi profondamente convinta. Come dici tu ho odiato allattare quando lo dovevo fare in pubblico e mi sentivo in obbligo di giustificarmi con tutti e anche alcune notti quando era un continuo attaccarsi e riaddormentarsi per un dentino che spuntava o per qualche altro motivo consolatorio. Ma ho amato farlo tantissimo e sicuramente di piu’ di quanto mi abbia infastidito. Guardarlo negli occhi e sapere che per lui non esistesse posto migliore del mio seno mi faceva sentire bene. Una buona mamma. E ora soffro a vederlo agitarsi per prendere sonno e a vederlo triste a volte quando lo desidera. La cosa che mi consola un po’ e’ che si distrae quasi subito dopo che si ripete che e’ finito. La mia speranza e’ che non ci pensi piu’ per niente presto. Ci saro’ solo io a farlo… Per sempre.

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Silvana - Una mamma green 1 Settembre 2020 - 08:05

Per lui presto sarà acqua passata! Forza e coraggio! 🙂

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