Mai stata tipa da grandi concerti da pogo – io negli stadi ci sono sempre entrata per tifare-, mai stata una con l’udito alternativo e ricercato, ma neanche da Festival di Sanremo (a parte un’antica eccezione che vi confesserò più avanti). La musica, nella mia vita, è sempre stata una specie di doping per l’anima: la sottolineatura delle mie emozioni, la conferma dei miei sentimenti. Nessuna particolare cultura da sfoggiare. Solo artisti di strada, autoradio accese nel vento e lacrime di disperazione e di felicità. Ricordi a fior di pelle, corporei, tattili e olfattivi. Che oggi condivido con voi.
Alzate il volume, e buon ascolto.
Bohemian Rapsody – The Queen
Il primo grande amore, che in un modo o nell’altro ti spezza il cuore, ma non si scorda mai.
Don’t let me down (e l’intera discografia) – The Beatles
La prova musicale del mio anacronismo. Uno dei primi sintomi del male cronico che mi affligge: vivere nel tempo e nel posto sbagliati.
What’s up – Four Non Blondes
Un amore finito. Una cantante di cui ero gelosissima e il pub in cui sono diventata grande.
Leggero – Ligabue
Sedici anni. Un muretto. Una Tennent’s da far girare.
Nothing else matters – Metallica
Il rock secondo me (melodico e struggente). Praticamente la canzone perfetta.
https://www.youtube.com/watch?v=Tj75Arhq5ho
Il prigioniero e la tramontana – Davide Van De Sfroos
Un concerto memorabile in una città che nel bene e nel male sarà sempre parte della mia vita. E un’amicizia di quelle che solo a 15 anni.
Dentro ai miei vuoti- Subsonica
La persona che sarà in eterno la mia compagna di banco (e la consapevolezza che cambiare idea certe volte ti migliora la vita, per lo meno in fatto di musica).
Ninna Nanna – Modena City Ramblers
Un tizio alla stazione di Piazza Garibaldi con lo zaino sotto il violino. I miei diciotto anni. La vita che era ancora da scrivere, da immaginare, da inventare. Il sogno di viaggi e sbronze e moleskine da riempire di ricordi.
Time of your life – Greenday
Estate, chitarre e ritornello a perdifiato. Oggi non posso quasi ascoltarla, la nostalgia mi spezza il respiro.
Anime Salve – Fabrizio De Andrè
L’inizio di tante cose. La musica che ti fruga dentro, scava e scioglie. La voce calda dei miei anni migliori.
https://www.youtube.com/watch?v=z_p_VEL2NtI
Parole di burro (e tutto il live dal teatro di Taormina) – Carmen Consoli
La lunga convalescenza di mio padre. La mia gioventù interrotta e i rimproveri di mia nonna perché stordivo il dolore e la paura con il rock siciliano.
Occhi da orientale – Daniele Silvestri
Una mattina rubata, un’estate al mare. Un amore a distanza. Cose belle, incastonate nella memoria come smeraldi e rubini.
Domani – Mauro Pagani (la versione originale)
Violino e malinconia. E la vita che si fa grande così.
I’m yours – Jason Mraz
La mia luna di miele a Bali. Il cielo dei Tropici e il profumo dell’incenso. La sensazione effimera di essere liberi e immensamente felici.
Ninna Nanna – Angelo Branduardi
Il mio primo figlio. La fatica di rinascere come madre, una gravidanza complicata. Un rimpianto che non passerà.
A modo tuo – Elisa
La mia seconda figlia. La sua nascita, che è stata un po’ come dare alla luce anche suo fratello una seconda volta. Come dare alla luce me stessa, finalmente.
Game of Thrones Theme (violino) – Taylor Davis
La mia vita adulta. La compagnia che conta. La mia casa e i miei libri. I miei figli addormentati nell’altra stanza. La pienezza, l’amore.
Nel bene e nel male – Cristiano De André
Il brano che risuonerà durante il mio funerale.
Bonus track: Passerà – Aleandro Baldi
Lo scheletro nell’armadio. La presenza inconfessabile nel mio storico walkman della Sony (avevo addirittura la cassetta originale). Perché tutti hanno una passione musicale preadolescenziale di cui vergognarsi da grandi. O almeno, io ce l’ho e porta gli occhialoni e la criniera di Aleandro Baldi.