C’era una volta un abete piccino
che molti per sbaglio chiamavano pino
Nacque, che strano, in un posto col mare,
della neve sentiva soltanto parlare.
Un giorno per caso, sotto Natale
fu messo in un vaso con un fiocco augurale.
Al mercato fu scelto da una bimbetta
«Lo voglio portare – lei fece – a casetta».
C’era una volta un abete piccino
la bimba per sbaglio gli disse «Sei Pino!».
A casa lei scelse un po’ di palline
nastrini, comete, fiocchetti e lucine.
«Non troppi, però!», per non soffocarlo
acqua fresca al mattino per dissetarlo.
C’era una volta un abete piccino,
la bimba lo amava come un fratellino.
Ma in casa fa caldo e il vaso è un po’ stretto
gli aghi caduti già formano un letto.
L’abete sta male, la bimba lo sa
per la Befana ormai secco sarà.
C’era una volta un abete piccino,
la bimba decise: «Lo pianto in giardino!»
Via le palline, basta angioletti
soltanto farfalle, ragni e funghetti.
La pioggia d’inverno e il sole d’estate
I passeri, i merli, gli elfi e le fate.
C’era una volta una bimba testarda
con Pino lei parla, lo sfiora, lo guarda.
Cera una volta una bimba sognante
adesso è la mamma di un figlio gigante.
C’era una volta un abete piccino,
ora è il riparo di qualche gattino.
C’era una volta un abete ribelle
vent’anni passati a guardare le stelle.
(tratta da una storia vera)
Buone Feste a tutti!
4 Commenti
che bella.. grazie buon natale anche a te!
Grazie Silvia, buone feste!
Bello il finale. Vedi? Io mi sarei perso in tristi discussioni sulle piante autoctone. Meglio il tuo 🙂
Le temibili specie aliene invasive. Che ne parliamo a fa?
[…] in un piccolo abete sintetico ma molto realistico (prima, per qualche anno, c’era stato lui) e in un presepe a buon mercato, di quelli con la neve sopra e io a chiedermi come mai nevicasse […]