La melmetta appiccicosa che si forma sui succhietti di caucciù.
Le ditate unte sul televisore. E sugli specchi, e sul computer, sugli occhiali. E sul cellulare.
La lotta grecoromana per pulire nasi e cambiare pannolini e asciugare capelli.
La lotta giapponese per tagliare le unghie.
I mattoncini Lego sotto i piedi alle quattro del mattino.
La luce di cortesia alle quattro del mattino.
Le quattro del mattino.
I sacchi di indifferenziato da 5 tonnellate.
La coda di cavallo perenne (così non mi tirano-mangiano-sporcano i capelli).
Daniel Tiger.
Il padre di Daniel Tiger.
La mia macchina fotografica finita accidentalmente in mani infantili.
Il forum Alfemminilepuntocom.
La pasta all’ossido di zinco.
Il fermo di sicurezza al cassetto dei coltelli.
Il ronzio della ricetrasmittente mentre guardiamo Game of thrones.
La paura della Sids.
I bottoni automatici dei body, e anche quelli delle tutine.
Il doppiatore di Donatello il Martello.
I reggiseni da allattamento.
L’aspiratore nasale.
La Tachipirina in supposte.
La paura di morire mentre sono ancora piccoli.
Le recite al nido.
Le commesse di Original Marines.
Il video del Gatto puzzolone.
Io che alzo la voce per dire ai miei figli di non alzare la voce.
La lettura disturbata delle riviste di bordo sugli aerei.
I bilanci di crescita.
Le attività artistiche tipo i colori a dita.
Gli sguardi imploranti mentre mangio l’ultimo morso di torta.
Chiedere a tuo figlio se ha fatto la cacca.
La certezza di avere davanti a me ancora molti anni di errori e paranoie.