Certe volte le vorrei abbracciare, quelle mamme tormentate perché il loro bambino non molla il ciuccio, perché a pochi mesi dal quarto compleanno porta ancora il pannolino. Perché hanno un figlio piccolo che si vergogna degli estranei, che non è “socievole”, che ha un “brutto carattere”. Vorrei salvarle da se stesse, le neomamme che digitano in Google “bambina di 14 mesi che non cammina ancora”, o quelle che consultano i gruppi Facebook in cerca di soluzioni per uno svezzamento difficile, per una dentizione troppo lenta o una lallazione che non sembra progredire.
Sollevarle dalla preoccupazione e dal rimorso. Ché chissà poi come mai, le mamme angustiate da qualcosa che riguarda i propri figli finiscono sempre col sentirsi responsabili della cosa che le preoccupa.
Tuo figlio smetterà di usare il ciuccio e il pannolino, vorrei dire a ciascuna di loro. Comincerà a parlare, e parlerà talmente tanto che dovrai implorarlo di smettere per almeno cinque minuti. Imparerà a stare in mezzo alla gente, a camminare per chilometri senza il passeggino. A masticare il pane fresco, a lavarsi le mani e salutare i vicini di casa. Tuo figlio diventerà un ragazzo e poi un adulto qualsiasi, e nessuno si chiederà mai per quanto tempo abbia usato il biberon o a che età abbia imparato a fare le capriole. Nessuno di quelli che adesso ti dà il tormento su queste cose, alla fine, se ne ricorderà. Tuo figlio sarà brillante in alcune cose, mediocre in altre, completamente negato per altre ancora. Esattamente come ogni essere umano del mondo. E, soprattutto, niente o quasi di tutto questo sarà attribuibile alle tue scelte e ai tuoi comportamenti di oggi.
Vorrei che arrivasse la mia infinita tenerezza ad ogni neomamma che si preoccupa per cose che sulla carta non meriterebbero di angustiarla, ma che è assolutamente normale che le tolgano il sonno (specie se chi le sta vicino non fa che seminare ansia e dubbi). La mia comprensione, la mia piena solidarietà. La mia empatia senza se e senza ma. Perché io, per tanto tempo, sono stata una di loro. E in un certo senso lo sarò per sempre.
Tutto passa, tutto si risolve. Ci vogliono solo un po’ di tempo, un pizzico di fiducia e tanto amore.