Il mio figlio più grande ha l’età in cui sembra iniziare ad accorgersi dell’altrui nudità (e della mia in particolare). Senza imbarazzo, naturalmente, perché il pudore non è un sentimento innato negli uomini – e neanche nelle donne, meglio specificarlo. Quando si rende conto che suo padre o io siamo senza vestiti, si diverte per la stranezza, e di solito ne approfitta per abbracciarmi la pancia. Gli anni delle domande e della curiosità sono ancora lontani. Ma nell’attesa che arrivino mi sono già chesta che madre sarò rispetto a questa faccenda del girare spogliati per casa davanti ai figli (e gestire la loro acerba nudità). Dandomi quella che secondo me è la sola risposta possibile.
Io sono cresciuta in una famiglia in cui il senso del pudore era una cosa importante. Riuscire a mostrare con disinvoltura porzioni del mio corpo è stata una conquista della maturità, per quanto non ne abbia mai fatto una questione “morale” ma di semplice privacy. La porta del bagno, insomma, l’ho sempre chiusa alle mie spalle. Vivere da sola ha indebolito i miei steccati, diventare madre ha fatto il resto: impossibile tapparsi in bagno quando hai un marmocchio caracollante per casa.
Così, io che all’inizio mi sentivo strana pure sotto lo sguardo del gatto, mi sono abituata a non nascondere il mio corpo. Che è una cosa molto diversa dal mostrarlo, tra l’altro. E ora che mio figlio sta crescendo, mi dico che vorrei insegnare a lui e a sua sorella a rispettare la bella scatola che ho costruito per loro, a difenderla dal pericolo e a trattarla con dignità. Vorrei che vivessero serenamente la propria nudità, ma senza mai abusarne, ostentarla o strumentalizzarla. Che le riconoscessero una certa sacralità naturale, senza per questo innalzarla a dogma, o costringerla in un tabù.
Un’alchimia perfetta fatta di nessuna morbosità, un pizzico di leggerezza e una certa dose di consapevolezza. Ma siccome la perfezione non è di questo mondo – e soprattutto non è della mia vita – mi sono detta, d’accordo col padre dei miei figli, che ci limiteremo a mantenere la massima spontaneità possibile. Non intendo “impormi” di celare il mio corpo nudo agli occhi dei miei figli che crescono, ma nemmeno sforzarmi di mostrarlo, se la cosa mi metterà a disagio. Non pretenderò dai miei figli che si coprano, ma nessuno li prenderà in giro se dovessero sentire il bisogno di farlo.
Naturalezza e libertà. Suona bene, speriamo che funzioni. Perché tra i tanti guasti che inevitabilmente causerò, vorrei evitarmi almeno dei figli esibizionisti o complessati.