Quelle che stiamo attraversando da molte settimane sono circostanze del tutto eccezionali. Ci hanno imposto di ripensare in modo radicale il nostro quotidiano, di ristabilire nuove abitudini e di rivedere in qualche modo le nostre priorità. Di essere, in un certo senso, anche un po’ meno esigenti con noi stessi e con le nostre famiglie, ridimensionando le pretese che abbiamo di solito e accogliendo anche i momenti di fragilità, di inefficienza, di preoccupazione o di frustrazione che penso sia inevitabile vivere in questi tempi difficili.
A casa mia, per esempio, il nostro stile di vita che di solito punta a essere relativamente attento alla sostenibilità, ha risentito un po’ della quarantena.
Ho paura, per esempio, di riutilizzare come sempre i sacchetti per la spesa di pane, frutta, verdura etc. Per qualche settimana mi sono limitata a gettarli nella differenziata, ma negli ultimi giorni ho deciso di tenerli per qualche giorno da parte e poi usarli per la spazzatura.
Abbiamo inoltre deciso di fare qualche concessione in più a Davide e Flavia dal punto di vista delle merende e dei pasti. Se da un lato mi sono imposta (con piacere) di preparare più cose in casa – biscotti, dolci, crepes, rustici – e di mangiare sano, dopo i primi giorni di bagordi, dall’altro devo ammettere che capita di inserire nel carrello della spesa qualche snack con troppi imballaggi o qualche piatto “salva cena” non esattamente green. Un po’ come capita quando viaggiamo, lo “sgarro” a merenda si rivela ogni tanto un espediente per stemperare la tensione o svoltare qualche pomeriggio più faticoso, con la precisa consapevolezza, almeno da parte mia, che non deve diventare la prassi.
Mi sono trovata, come tutti, a modificare anche le modalità di fare la spesa. Non sono mai stata una grande frequentatrice di ipermercati, e ho la fortuna di vivere in un quartiere pieno zeppo di negozi al dettaglio e botteghe alimentari: il forno, il fruttivendolo, la pescheria, il macellaio, la gastronomia “gourmet”. Continuo sostanzialmente ad approvvigionarmi nei soliti negozi, ma faccio grandi scorte per ridurre al minimo le uscite. Per evitare il rischio di sprechi, congelo più del solito e sistemo le provviste in base alla data di scadenza. Predisporre, sulla base della spesa, una specie di calendario settimanale dei pasti aiuta senz’altro a evitare di ritrovarsi con un’insalata marcia o le uova troppo vecchie.
Naturalmente, facciamo ancora scrupolosamente la raccolta differenziata, che nel nostro comune si effettua da molti anni con un porta a porta spinto, senza alcun tipo di cassonetto di prossimità. Utilizziamo i guanti quando andiamo a fare la spesa, e purtroppo finiscono com’è ovvio nell’indifferenziato, ma ci pare un compromesso accettabile, viste le circostanze. Siamo invece molto a corto di mascherine: ne abbiamo di fatto una a testa, e siamo pertanto costretti a riutilizzarle, anche se siamo consapevoli che non è una pratica sicura né consigliabile.
Restano, accanto a questo, alcune buone prassi “green” che si sono rivelate molto utili durante questo lockdown, perché mi evitano di restare a corto di determinati prodotti e mi risparmiano di comprare alcune cose.
Per esempio, sono felice di essermi riconvertita, proprio negli ultimi mesi, all’uso di detergenti solidi. La provvista di saponette che avevo in casa sarebbe sufficiente ancora per diversi mesi (ma speriamo di uscire prima, naturalmente!) e il mio panetto solido di shampoo e balsamo sta superando egregiamente la prova della quarantena (sto usando lo Scacciaguai di Ethical Grace, l’ho preso prima di Natale e ancora ne ho disponibile quasi la metà).
E poi, naturalmente, continuo a fare a meno degli assorbenti usa e getta, affidandomi (ormai da un decennio) alla mia fidata coppetta mestruale e ad assorbenti e salvaslip lavabili.
Giusto prima della diffusione dell’epidemia e delle conseguenti restrizioni, avevo ricevuto (grazie!) un kit Almo di assorbenti e salvaslip lavabili in cotone organico e laminato assorbente, una composizione che li rende affidabili ma anche traspiranti e confortevoli. Se non li avete mai provati, questa quarantena potrebbe essere l’occasione giusta per convertirvi! Oltre a essere sostenibili – possono essere lavati per centinaia di volte, assieme a capi di colori simili, con un detersivo tradizionale e senza prelavaggio né additivi, anche a basse temperature – gli assorbenti in cotone organico sono sicuri e comodi da indossare, e prevengono irritazioni, prurito e fastidi che possono essere provocati dai classici prodotti usa e getta per le mestruazioni. Sono inoltre sicuri e pratici, dal momento che assorbono tanto quanto i classici assorbenti usa e getta.
Gli assorbenti lavabili Almo sono disponibili in varie misure e gradi di assorbenza (si va dai salvaslip in taglia XS, disponibili anche per perizoma, alla misura L++, ideale per il post-parto. La taglia M corrisponde più o meno ai classici assorbenti con le ali, un po’ più lunga). Personalmente, li trovo anche molto carini, con una gamma di colori intensi e vivaci, le stoffe hanno la certificazione GOTS o IVN Best i prodotti vengono cuciti in piccole sartorie regionali tedesche. Sul sito potete trovare anche coppette mestruali, slip per il ciclo e kit completi personalizzabili.
Voi come state vivendo questa reclusione forzata? Avete allentato l’attenzione all’ambiente, oppure state approfittando di questa “rivoluzione esistenziale” per provare a essere più green? Raccontatemelo, se vi va, nei commenti o sulla pagina Facebook!