L’empatia delle madri. Che non esiste

by Silvana Santo - Una mamma green

Le prime, di solito, sono le nonne. La notizia di un nipotino in arrivo, specie se è il primo e se lo attendevano da tempo, le trasforma in delle perfette invasate, anche se prima erano sempre apparse persone di un certo equilibrio. Domande fin troppo personali, regali prematuri, progetti a lungo termine sulla vita del nascituro, consigli non richiesti di puericultura preistorica, appellativi morbosi all’indirizzo del “loro” bambino. Quella che fino a un attimo prima era una figlia o una nuora diventa semplicemente la madre del loro adorato nipotino. Pazienza se è infarcita di ormoni, spaventata, stanca e con un senso di inadeguatezza secondo solo al suo girovita. Le nonne parlano, agiscono, comprano, riferiscono, programmano, decidono, domandano. Senza chiedersi neanche per un attimo se il loro comportamento possa in qualche modo infastidire o far soffrire la gestante.

Poi, man mano che il tempo passa e il ventre lievita, arrivano le amiche, le conoscenti, le passanti. Il grande classico è il racconto del proprio parto, possibilmente corredato di particolari simil-scientifici su episiotomia, epidurale, emorragie e secondamento. Una volta, quando ero al terzo mese della mia prima gravidanza, una tizia che incontravo per la prima volta mi disse (cito testualmente, giuro che è la verità): “Ah, sei incinta? Io quando ho partorito ho pensato seriamente che sarei morta”. La variante preferita è quella sull’allattamento. Storie raccapriccianti su capezzoli purulenti, piagati, tumefatti, devastati. Fino a veri e propri casi di amputazione dell’intera areola ad opera del neonato vampiro.

Dopo il parto, la situazione non accenna a migliorare. L’allattamento non decolla e tu ti senti la peggiore delle madri? Non temere: incontrerai di certo la zia/cognata/vicina di casa/passante di turno pronta a spiegarti come crescono bene i bimbi allattati al seno, o a riferirti di quanta fatica stia facendo – poverina! – per togliere la tetta al suo marmocchio duenne. Tuo figlio cresce poco? No problem. In un batter d’occhio ti troverai circondata di genitrici entusiaste di sbandierare i percentili ipertrofici del loro frugoletto, che a 4 mesi veste come minimo la taglia 3 anni. Se poi il tuo neonato non ti fa dormire, come per magia appariranno intorno a te neomamme che non possono fare a meno di informarti che il loro angioletto di 9 settimane si spara 7 ore di sonno notturno consecutivo. Nella culla. In camera sua.

Moltissime madri, in parole povere, mostrano un’abilità impressionante nel dire a un’altra madre in difficoltà esattamente quella cosa che riesce a farla sentire ancora peggio. Tu vorresti un incoraggiamento, e ti arriva il paragone impietoso. Tu avresti disperatamente bisogno di un milligrammo di comprensione, e ti arriva la critica mascherata da consiglio amichevole.

Perché poi, al di là degli immancabili paragoni, la cosa peggiore è che spesso – molto più spesso di quanto avrei mai saputo immaginare “prima”, anche nel più pessimistico degli scenari – è che al confronto si aggiunge di solito l’insinuazione che ogni madre conosce.

Che la causa del problema, di qualunque natura esso sia, stia proprio nel comportamento materno.

Se l’allattamento non va come dovrebbe, forse è perché tu hai fatto/non hai fatto la tal cosa. Se il bambino non dorme, probabilmente non hai provato a fare/non fare la talaltra. E così via se il bebè non mangia, non cammina, si comporta “male”, non riesce a fare a meno del ciuccio/seno/biberon/pannolino, piange con gli estranei, non parla, non vuole andare all’asilo, eccetera eccetera eccetera. Insinuazioni molte volte fatte tra le righe, con educazione, in qualche caso finanche con ostentata dolcezza. Mascherate immancabilmente da opinioni imbevute di solidarietà.

Probabilmente, dirò di più, i commenti di questo tenore nascono spesso in buona fede e senza alcuna malizia (anzi, magari con le migliori intenzioni), ma sortiscono comunque, in molti casi, l’effetto opposto: far sentire una madre in crisi ancora più inadeguata e fallimentare di quanto non si sentisse prima del colloquio illuminante.

Perché quella delle mamme è in assoluto la categoria meno empatica con cui mi sia mai trovata a confrontarmi.

Eppure, basterebbe davvero poco.

Basterebbe chiedersi, prima di aprire bocca (oppure sospirare, alzare sopraccigli, stirare i muscoli facciali): come mi sentirei, IO, se dovessi lasciare mio figlio a mia madre/suocera e lei non facesse che sottolineare quanto suo nipote la adori “come una mamma”? Come mi sentirei, IO, se dopo un anno di notti insonni sentissi mia sorella sentenziare che “ho sbagliato a tenerlo nel lettone con me”? Come mi sentirei, IO, se la mia amica parlasse di un bambino molto simile a mio figlio come di un mammone, capriccioso o viziato (dopo che io mi faccio in quattro ogni giorno per renderlo una persona educata)?

Basterebbe ricordare che, anche se dette con le intenzioni migliori, le parole possono pesare come incudini e tagliare come cocci di vetro, specie se giungono a orecchie che vivono situazioni particolari, come la gravidanza, il puerperio o altre fasi delicate dell’avventura infinita della maternità. Che non tutti siamo uguali, che la sensibilità, la suscettibilità, l’insicurezza, variano considerevolmente da un individuo all’altro, e quello che a me scivolerebbe addosso potrebbe mandare in crisi un’altra persona (o viceversa).

Basterebbe ricordare, soprattutto, che una madre (e più in generale, una persona) in difficoltà, raramente è in cerca di consigli e “soluzioni”, per il semplice fatto che è molto raro che la risposta a questioni tanto personali come quelle implicate nella crescita di un figlio possa giungere dall’esterno. Una madre in difficoltà, di solito, chiede aiuto perché vorrebbe solidarietà, comprensione, compagnia, ascolto. Un abbraccio forte e una battuta scema, un bacio con lo schiocco e un “ti penso, tieni duro e passerà”. Il minimo sindacale di empatia, appunto.

E non una lezione di vita a buon mercato, che magari finisce col procurare più dubbi che risposte.

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34 Commenti

seredg 30 Settembre 2014 - 12:11

brava, condivido. Tanto che da quando è successo a me,sto molto attenta a quello che dico e se se anche dico qualcosa che un secondo dopo reputo infelice, la sistemo e minimizzo.

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Silvana - Una mamma green 30 Settembre 2014 - 14:45

Idem. E mi sento in colpa per le cose che sicuramente avrò detto, ignara, prima di passarci a mia volta…

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Lucia Malanotteno 30 Settembre 2014 - 12:15

O ma io e te ultimamente stiamo in sintonia!!!???
http://malanotteno.wordpress.com/2014/08/28/mamme-cattive/
Ad ogni modo… io credo che non sia in buona fede. Proprio l’altro giorno sono dovuta arrivare alla triste conclusione che noi donne siamo taffazianamente invidiose le une delle altre. Anche nelle cose più sceme, se c’è modo di spargere veleno lo facciamo. Un commento di Lucrezia di C’era una vodka mi ha fatto pensare: ti pare che per una volta che una brava e intelligente (e, si pure figa!) si piglia il figo di turno dobbiamo per forza dire che tanto lui è gay ed è una copertura? Ma perchè?
L’esempio è stupido ma spero renda l’idea.
Io mi sto cancellando piano piano da tanti gruppi su FB per la cattiveria gratuita che leggo.
Fortuna che come ogni regola esiste sempre l’eccezione, però… che tristezza!!!

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Silvana - Una mamma green 30 Settembre 2014 - 14:46

Già. Infatti vale anche sul lavoro, in famiglia, in coabitazione (ricordo come un incubo gli anni passati in convivenza con tutte ragazze!). Forse è solo che siamo, che ci rendono, tanto insicure e allora ci legittimiamo attaccando. Ma hai ragione, che tristezza!

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Roberta Vacca 30 Settembre 2014 - 12:28

sacrosante parole, aggiungerei all’elenco anche la totale perdita di libertà, di una mamma, di poter stare nervosa o stressata perché poi “il bambino ne risente”….quindi viene negata anche la possibilità di sfogarsi, di piangere…
per fortuna però c’è qualcuno–uno su un miliardo– che ti capisce e magari prima di chiedere come sta il tuo bimbo o bimba lo chiede anche a te e tu vorresti rispondere :” una chiavica, grazie!”… (scusate il termine poco forbito)

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Silvana - Una mamma green 30 Settembre 2014 - 14:48

E se sei stitica? Ne risente anche l’attività intestinale del “bambino”? Lasciamo perdere, va! Chiama me quando non ne puoi più!

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alessandra 30 Settembre 2014 - 12:30

da quando sono diventata mamma sono entrata in un “mondo” che mi era totalmente estraneo, che come dici tu trasforma la tua famiglia e chiunque ti circonda in persone diverse (di solito peggiori…)
tutti si preoccupano del nuovo nato ma a nessuno viene in mente che forse la persona che ha più bisogno di aiuto all’inizio è proprio la mamma, che si trova a dover gestire una situazione assolutamente nuova e difficile, sia a livello fisico che emotivo…
ma purtroppo no, non si pensa mai alla mamma, se non per darle quella serie di inutilissimi consigli non richiesti che aumentano quel senso di disagio che è già imperante!
dopo quasi 8 mesi dalla nascita del mio cucciolo la situazione per fortuna è cambiata, nel senso che ho capito cosa posso aspettarmi dalle persone (mamme e suocere comprese), che non bisogna dare nulla per scontato (pensavo che lasciare mio figlio a mia mamma per qualche ora fosse normale…bè non lo è…), pensavo che la mia migliore amica, anche se abitiamo a 300 km di distanza (si insomma neanche dall’altra parte del mondo) mi sarebbe venuta a trovare almeno UNA volta, che si sarebbe interessata a me e al mio piccolo…invece mi sbagliavo…, pensavo però che tanta gente che prima sentivo e frequentavo pochissimo neanche si sarebbero accorta del mio nuovo status, e invece sono stati molto più presenti di quanto avrei mai immaginato…
vogliamo spendere 2 parole sul corso preparto? spero non siano tutti come quello che ho frequentato io, ma secondo me un buon corso dovrebbe dare tutte le informazioni possibili senza prediligere una metodologia piuttosto che un altra (insomma se voglio usare l’artificiale o il materno saranno affaracci miei? se voglio usare il marsupio piuttosto che la fascia, non sto commettendo un crimine di stato!!!) e le mamme del corso preparto che guarda caso hanno i bimbi che a 3 giorni dal parto dormono come angioletti e si attaccano senza problemi…BALLE!!!!
io posso dire che l’unica persona che mi è stata davvero vicina a 360 gradi è stata mio marito, e che per fortuna ho trovato la giusta occasione di fare piazza pulita e di “aprire” le porte a nuove persone che ho estremamente rivalutato!
lascia perdere le persone che continuano a elargire consigli che il più delle volte non sono utili nemmeno a loro…circondati solo di gente che ti fa star bene, le altre ignorale più che puoi!
un abbraccio

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Silvana - Una mamma green 30 Settembre 2014 - 14:50

E poi c’è il web, dove (non lo avrei mai detto, giuro) e forse più facile confrontarsi con serenità. Un abbraccio anche a te, grazie di cuore.

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alessandra 1 Ottobre 2014 - 07:15

blog come il tuo mi hanno salvato il post gravidanza!!! che il web sia lodato O:-)

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Due volte Mamma 30 Settembre 2014 - 13:50

Sottoscrivo tutto…
Ho un piccolo aneddoto da raccontare: quando ero incinta di tre mesi, sono andata a trovare un’amica che era diventata mamma da poco meno di un mese. Mi ha raccontato che non si era ancora ripresa dal parto (naturale) e dopo 4settimane non riusciva a sedersi. E poi via al minuto per minuto del suo travaglio.
Io giuro che son rimasta scioccata!
Alla fine mio figlio era podalico e ho dovuto fare il cesareo: a volte penso che non si sia mai girato perché il raccapricciante racconto di quel parto mi aveva fatto troppo spaventare!

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Silvana - Una mamma green 30 Settembre 2014 - 14:50

Ci vorrebbe una maglietta premaman con la scritta “Se voglio conoscere i dettagli del tuo parto, te li chiedo io”!!

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Luisa 30 Settembre 2014 - 14:30

Sottoscrivo tutto parola per parola. Con Gaia (la primogenita) il mio baby blues è magicamente scomparso appena allentati i contatti con due persone che andavano giù pesanti con critiche e consigli non richiesti.
Ora con Silvia di 8 mesi e mezzo mi devo sorbire la serie di persone che fa le pulci (un paio a caso: la nonna paterna secondo la quale la coprirei troppo poco e quindi avrebbe freddo; una mia amica, peraltro sua madrina di battesimo, mi assale con la serie dei “ha fame-ha sonno-ha freddo-ecc.” appena la mia creaturina apre bocca) e io mi prenderei a sberle perché lascio troppo fare. Ho pensato a queste due soluzioni: 1) mando le suddette persone a quel paese 2) sapendo che alle suddette persone non piace che vengano loro fatte le pulci… le ripago della stessa moneta.
Non so se avete notato, ma le stesse persone che criticano, consigliano senza che sia chiesto, ecc. spesso vanno in crisi se i consigli vengono loro richiesti: farfugliano un “ai miei tempi si faceva così, non so ora” (nel caso delle nonne; e magari fino a un attimo prima hanno dispensato consigli di puericultura di 40 anni fa), o fanno finta di non sentire la domanda, o rispondono “devi vedere tu, il figlio è tuo”. Questo a me non ha fatto percepire tante buone intenzioni nei loro comportamenti, quanto più voglia di dare aria alla bocca a tutti i costi.
E scusate per l’acidità 😉

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Silvana - Una mamma green 30 Settembre 2014 - 15:00

La soluzione è diventare più zen. Loro parlano e noi sentiamo una cascata di montagna nel nostro cervello… Io non ci sono ancora riuscita, ma prima o poi giuro che ce la farò! 😉

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Barbara 30 Settembre 2014 - 14:37

Sottoscrivo tutto, tranne la parte riguardante le nonne! Due donne eccezionali nei miei confronti, sia mia mamma che mia suocera che purché non più giovanissime e inguaiate dai loro acciacchi sono sempre state e sono tutt’ora disponibili e mai si sono lanciate in commenti/consigli/osservazioni; semplicemente se abbiamo bisogno ci sono, mantenendo sempre discrezione e rispetto. Sono fortunata, mi hanno aiutato tanto! Purtroppo però ho anche io la mia buona parte di amiche/conoscenti/passanti il cui figlio è sempre un passo avanti al mio…dorme, mangia, gioca educatamente, ovviamente grazie alle loro sensazionali capacità pedagogiche… io mi sono fatta un sacco di pianti isterici perché “Non ce la posso fare” ma ora finalmente (a quindici mesi dalla nascita del mio piccolo terremoto!) da un po’ di settimane a questa parte ho imparato a non ascoltare! ed ovviamente a tacere il più possibile, in modo da non ferire a mia volta le altre mamme!

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Silvana - Una mamma green 30 Settembre 2014 - 14:51

Ma certo, io parlavo in generale. Per fortuna ci sono in giro un sacco di belle eccezioni! Speriamo di diventare anche noi nonne in gamba, se e quando ci toccherà in sorte!

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Stefania 30 Settembre 2014 - 14:40

non mi piace per niente. è un post da donna incinta e frustrata che fa i capricci. e maldispone verso gente che è solo ansiosa di voler bene al nipotino. preludio di stupide liti e incomprensioni che quando il bimbo crescerà metteranno in difficoltà tutti e per prima la madre che vedrà doppi fini e problemi dove non ce ne sono. e piantiamola con questa lagna dell’allattamento che ormai è diventato una specie di bandiera da sventolare, di impresa da compiere a dispetto di chi ti vuole male (ma quando mai? è una cosa naturale che deve restare naturale e che va messo in pratica tenendo al primo posto le esigenze del bambino). e poi che cosa c’è di male se ti raccontano il loro parto? non fai anche tu lo stesso quando resta incinta una tua amica dopo di te? bah…

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Silvana - Una mamma green 30 Settembre 2014 - 14:58

No problem, non si può piacere a tutti. Anche se, onestamente, il tono che usi, definendo “frustrata e che fa i capricci” una persona che neanche conosci, sembrerebbe avvalorare la mia tesi della scarsa capacità di empatizzare di alcune madri verso altre. Io, comunque, il mio parto lo racconto solo a chi mi chiede i dettagli, altrimenti mi faccio i fatti miei. E non perché ci sia “qualcosa di male” nel farlo, ma perché non è scontato che chi ho di fronte sia interessata al racconto (anzi, magari è tocofobica e involontariamente rischio di alimentare il suo terrore. Questo intendo con “empatia”). E anche se ho allattato senza colpo ferire per 17 mesi, vivendola appunto come una cosa naturale, non la considero una bandiera, né mi permetto di sbandierarla o di biasimare chi fa altre scelte. Se e solo se una neomamma mi chiede la MIA esperienza, mi limito a raccontarla, precisando appunto che si tratta del MIO vissuto e di quello di MIO figlio, del tutto personale e soggettivo. Grazie del tuo punto di vista.

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methemama 30 Settembre 2014 - 14:55

Hai perfettamente ragione! Ma essendo io nella categoria “mamme dal pessimo istinto e con figlia che non dorme”… tempo fa avevo scritto proprio di solidarietà tra mamme (http://ohimama.wordpress.com/2014/01/20/solidarieta-alle-mamme-con-le-occhiaie/). Qualcuna sincera forse c’è ancora…

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Silvana - Una mamma green 30 Settembre 2014 - 15:01

Ma certo che ce ne sono! Per fortuna!

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Calzino 30 Settembre 2014 - 16:25

Eh, mi ci metto in mezzo pure io… a volte mi rendo conto di parlare del mio parto tremendo (TRE MEN DO) a dolci mammine col panzone che sta per esplodere. Uh signur che stronza che sono! Ma è più forte di me, forse è un modo per esorcizzare? Giuro solennemente che cercherò di evitare, in futuro.
(E a proposito di parto… attendo con ansia di sapere se proverai un VBAC o opterai per un alro cesareo. Mi interessa tanto la tua opinione!)
Un abbraccio
Calzino

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Silvana - Una mamma green 30 Settembre 2014 - 23:41

Prometto che sarà uno dei prossimi post! Eh no, non sei stronza. Sei umana. E imparerai a tacere quando serve 😉

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mammaquasidecorosa 30 Settembre 2014 - 17:26

Che personacce le mamme. Non si dovrebbero frequentare mai. Scherzi a parte (ed in parte). Le persone giuste ci sono e ti aiutano davvero. Mia sorella è riuscita a traghettarmi fuori dal baby blues e ad evitare la mutazione da neomamma a neodivorziata. Sui casi di amputazione dell’areola mi sono alzata in piedi. 😀

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Silvana - Una mamma green 30 Settembre 2014 - 23:39

E meno male che ci sono, queste persone! Saremmo perse, altrimenti. Forse già estinte 😉 Io comunque giuro di avere ancora entrambi i capezzoli, integri e ben saldi dopo 17 mesi di ciucciate.

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Sarà 30 Settembre 2014 - 20:55

Sottoscrivo tutto anche per quello che la mia esperienza di mamma mi ha insegnato… Tralasciando la mamma che più mi giudica e mi contesta (mia suocera), ho capito che, per quanto naturale, viscerale, esclusivo, e tutto quello che si dice, il rapporto mamma-figlia (questo il mio caso) non è per nulla scontato.. Io mi sono accorta che mia figlia ha delle aspettative non banali da me, e ha 20 mesi, che per lei ogni gesto fa parte di una relazione che, per quanto scontata, non può venire mai meno.. E se sicuramente è qualcosa che mi riempie il cuore e l’anima, è una responsabilità enorme… Solo per questo, a mio parere, dovremmo essere più solidali tra di noi… È invece siamo le prime a contrastarci…
Aggiungo anche che, pur non essendo amante della comunicazione digitale, leggo e scrivo su questo blog perchè ho trovato in te una mamma che, se solo vivessimo più vicino, vorrei fosse una delle mie amiche più strette.. Quindi, Silvana, grazie per questa empatia virtuale.. È aggiungo, come avevo già scritto, sarai una mamma perfetta per i tuoi figli… Lascia solo a loro la possibilità di valutarti.. Un abbraccio

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Silvana - Una mamma green 30 Settembre 2014 - 23:37

Mi commuovi. Grazie per la tua stima e la preziosa amicizia. La riflessione sulla relazione non scontata con i propri figli è illuminante, ci penserò su…

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caterina 1 Ottobre 2014 - 10:22

Pensa che io mi devi sorbire consigli anche x curarli….e sostituisco spesso il loro pediatra!!!!! E la mia sicurezza sul lavoro se ne va a benedire…ti vorrei dire fregatene ma purtroppo ogni frase ogni gesto ogni allusione rimangono impresse in noi come cicatrici e bruciano ancor di più perché riguardano le persone che vorresti nessuno toccasse!!! Non ti preoccupare però vedrai con il secondo figlio che rispostacce usciranno dalla tua bocca (hihihi)

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Stefania 1 Ottobre 2014 - 11:07

Non volevo dare a te della frustrata. Volevo dire in generale che sono atteggiamenti e frasi da madri frustrate e che quindi non andrei in giro a promuovere. Vedo spesso in giro su internet queste frasi e mamme che si coalizzano contro il mondo intero, dicendosi l’un l’altra che la mamma ha sempre ragione, contro i pediatri, contro i nonni, contro gli amici e tutti quanti. Mi pare un atteggiamento molto molto infantile. Non siamo nate “imparate”. Sebbene il nostro istinto sia sicuramente importantissimo, accettare consigli lo è altrettanto. Se una mamma se la prende se qualcuno gli dice che il bimbo magari ha freddo, scusate ma è la mamma che è acida. Non la nonna che chiede, quella al massimo è solo un po’ troppo apprensiva. Anche io ho avuto istintivamente reazioni avverse quando mi davano qualche suggerimento e io ero convinta di far bene altrimenti. Ma mi spiace, mi sono resa conto che in certe occasioni avevano ragione gli altri. E ascoltando ho imparato ad essere una mamma migliore. Credo che un po’ di presunzione in meno e un po’ di sorrisi in più ci aiutino a vivere meglio. e aiutino anche i nostri bimbi

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Silvana - Una mamma green 1 Ottobre 2014 - 11:41

Ma il mio post non parla di questo. Io parlavo della mancanza di empatia, che è una cosa diversa dai consigli non richiesti e dalle ingerenze. Parlavo della difficoltà delle madri, e più in generale delle donne (me compresa!) di leggere nel cuore di una “simile” e comprendere che forse quella frase in buona fede, quella domanda innocente, quel consiglio disinteressato, detti proprio in quel momento e con quel tono, invece di aiutare fanno sentire ancora più insicure. Magari le madri si coalizzassero contro il mondo!! Io sperimento proprio il contrario: l’una contro l’altra, nel tentativo di risolvere le proprie insicurezze mettendo sempre e comunque in discussione l’operato delle altre. Se la tua esperienza va in un’altra direzione, sei stata molto brava e molto fortunata. Quanto ai consigli di nonne e affini, conta comunque il senso della misura. Se diventano, come onestamente è capitato spesso a me, una cacofonia assordante di pareri, spesso in contraddizione tra loro (per la nonna A il pupo ha freddo, per la nonna B sta sudando, per dire…) li trovo insopportabili. E non mi sento frustrata né presuntuosa nel dirlo.

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Stefania 1 Ottobre 2014 - 13:36

quindi, per non farti sentire insicura, non dovrebbero darti suggerimenti insomma. per empatia dovrebbero stare zitte? così una si dovrebbe sentire meglio? Una mamma, soprattutto una neo-mamma, deve imparare prima di ogni altra cosa ad essere serena con il suo nuovo ruolo. A pretendere rispetto, certo, ma non a pretendere che il mondo si inchini alla sua iper-sensibilità (accentuatissima nel periodo post-parto) perchè rischia di instaurare un circolo vizioso che la rende ancora più sola e insicura. dico queste cose perchè le ho provate sulla mia pelle, soprattutto dopo la mia prima figlia. ho provato la sensazione di mancanza di empatia e mi sono resa conto che – per carità i rompiscatole esistono non voglio negarlo – ma la maggior parte delle volte ero io a leggere male il contesto, io che ero super nervosa, io che me la prendevo per niente, e non gli altri a parlare troppo. Riconoscerlo aiuta. Vedere altre mammine al parco che sparlano dei parenti e si spalleggiano “io non sopporto mia suocera o mia mamma, pensa che roba, ieri mi ha detto che…” era una cosa che mi stava deviando sulla strada sbagliata. La maggior parte delle volte sono proprio stupidate. Io non so se poi sia perchè in qualche modo vada incanalato un certo malessere o nervosismo dovuto a tutta la situazione…. Ma vivere male il rapporto coi nonni porta solo a ulteriore stress. e sarebbe meglio evitarlo. Quando l’ho capito, ho risolto il problema.
Sarò stata anche fortunata, ma tutto è partito dal cambio del mio atteggiamento. Guardare tutto in modo positivo, e non negativo, mi ha aiutato a instaurare rapporti migliori con tutti. Ad accettare aiuto e a stare bene con me stessa. Non mi sono sentita piu sola, ma aiutata, e l’empatia è venuta di conseguenza. Se le nonne A e B e soprattutto il papà si iper preoccupano, e suggeriscono mille rimedi, io sorrido intenerita: di solito, se vedono che sorridi e che non alzi un muro imbronciata, si rendono conto e finiscono per sorridere anche loro. E se anche una sola volta capisci che hanno ragione loro (e capita!!! spesso!!! erano mamme prima di noi!!!!! ricordiamocelo!!!! ) e capiscono di essere state utili…. è fatta. le avrete conquistate.

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Silvana - Una mamma green 1 Ottobre 2014 - 14:16

Non so come altrimenti spiegarlo (infatti dopo questa, chiudo), ma ribadisco che non era questo il senso del post. Non si tratta di offendersi o sentirsi minacciate quando la parente o amica di turno ti consiglia una cosa piuttosto che un’altra (basta, come dici giustamente tu, sorridere, ringraziare e poi agire come si crede, scegliendo in coscienza se seguire o meno il suggerimento), io mi riferisco al commento inopportuno, al paragone infelice, all’osservazione incauta. Alla madre che si vanta delle tette abnormi mentre tu, magari, non sei riuscita ad allattare e cinque minuti prima lo avevi confessato con amarezza. A quella che viene a lamentarsi perché rimane incinta una volta l’anno mentre tu, invece, devi farti aiutare dal ginecologo e pregare ogni volta che vada bene. A quella che sente il bisogno di dirti quanto suo figlio sia sereno al nido proprio nell’attimo esatto in cui tu ti stai sfogando perché l’inserimento del tuo, di figlio, sta andando da schifo. A quella che ritiene che la “buona educazione” del suo marmocchio sia tutto merito suo (e non anche di una fortuna sfacciata), e te lo dice proprio mentre tuo figlio, che ha un carattere notoriamente difficile, fa una delle sue scene madri in pubblico. A chi davanti al tuo sfogo di stanchezza risponde “Ah, il tuo non dorme ancora tutta la notte? E come mai? I miei sì, dal secondo mese! Siamo stati bravissimi, devo dirlo…”. Oppure “Ma come? Tuo figlio ha quasi due anni e non parla? Mia figlia dice intere frasi, perché io leggo per lei ad alta voce tutti i giorni!” E tutto questo atteggiamento – ignorare la condizione dell’altro, non chiedersi mai se è il momento giusto per fare certe osservazioni, attribuirsi da sé meriti che forse manco non abbiamo, e sbandierarli in aperta contrapposizione a chi vive la situazione opposta – non vale solo per le madri o per le donne. Ricordo la convalescenza, delicatissima e appesa a un filo, di mio padre infartuato. Era un fiorire di gente che veniva in visita e passava il tempo a riferirgli di parenti o conoscenti morti di cuore. Ecco, questo intendo con “mancanza di empatia”. La difficoltà di mettersi nei panni dell’altro, di cogliere la sua reale SOFFERENZA (altro che offesa o fastidio!) e correggere il tiro, che dovrebbe invece essere la base dell’ascolto.
I consigli non richiesti, le suocere, le cognate etc sono un altro tema. [E comunque, sì, ci sono persone a cui i suggerimenti, dati quando non sono richiesti, specie se molesti e incalzanti, hanno il solo effetto di determinare una chiusura e di confondere ulteriormente].

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V la donna in incognito 1 Ottobre 2014 - 16:10

Io non so se sono d’accordo sulla totale mancanza di empatia di noi donne.
Non sempre per lo meno.
Credo infatti che ci siano periodi nella vita di una donna dove l’empatia è difficile ed è difficoltoso anche farsi aiutare e ascoltare.
Forse perchè si fanno percorsi di crescita interiore, forse perchè siamo più votate all’introspezione, ma periodi così densi come ad esempio la maternità, non agevolano l’empatia da una parte e l’ascolto dall’altra.
Non so, ci ho pensato a lungo e volevo buttare li uno spunto di riflessione: magari il periodo “maternità” (da quando sei incinta più o meno fino all’anno del bambino) è fatto anche di questa solitudine.
Perché sei tu sola la mamma (un ruolo pesante nella sua insostituibilità) che si trova davanti ad un altro essere umano unico e “nuovo” e quindi ogni esperienza altrui non solo non ti arricchisce, ma ti rende anche più insicura, perchè naturalmente diversa.
Perciò si, magari manca l’empatia tra donne, oppure l’empatia si attiva ma ci si proietta naturalmente a parlare della propria esperienza cercando di dare una mano e si finisce per fare danni.
Insomma siamo generalmente complicate noi donne, durante la maternità siamo complicate al cubo. 😉

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Silvana - Una mamma green 1 Ottobre 2014 - 20:52

Pensa che io da quasi due anni e mezzo sono incinta o in allattamento (o entrambe le cose contemporaneamente), immagina il delirio!

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V la donna in incognito 3 Ottobre 2014 - 11:27

Ti sono vicina. 🙂

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Rita 1 Ottobre 2014 - 21:58

concordo con tutto. Mio figlio ha due anni e ancora ci soffro per i commenti che purtroppo provengono dalle persone più vicine, mamme, sorelle e suocere. Meno male che ci sono i mariti…:)

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