Prima di partire per Zanzibar con i miei bambini di 7 e 5 anni, ero un po’ preoccupata che potessimo in qualche modo annoiarci. So che suona assurdo e anche abbastanza snob, ma la verità è che la nostra famiglia non è abituata alla classica villeggiatura balneare, e che, quando viaggiamo, tutti e quattro amiamo vivere esperienze variegate e complesse. Il quesito che si è posto per noi è dunque stato: cosa fare a Zanzibar con bambini, a parte andare al mare?
Ecco qualche risposta, sperimentata personalmente (anche) per voi.
Passeggiare per le strade di Stone Town
Tra le cose da fare a Zanzibar con bambini non può mancare la visita di Stone Town, il caratteristico centro storico della capitale Zanzibar City che da anni è patrimonio dell’Unesco: vicoli labirintici, antichi palazzi, edifici coloniali, balconi di legno e, soprattutto, le celeberrime porte zanzibarine intarsiate (che a me hanno ricordato, non a caso, le “sorelle” omanite) che da sole, probabilmente, valgono la visita.
Da non perdere, inoltre, la casa-museo di Freddie Mercury (anche se ci sono dubbi sull’attribuzione e i prezzi sono decisamente “europei”), l’antico forte Omanita che sorge a poca distanza dal mare e i vicini Forodhani Gardens, che di sera si animano con decine di bancarelle di street food. All’interno dei giardini si trova un bel parco giochi frequentato dai bambini locali (costo per un’ora: 1000 scellini a bambino, circa 1 euro).
Se visitate Stone Town con i bambini vi consiglio inoltre di fare un giro al mercato, per curiosare tra spezie profumate, cesti intrecciati a mano, stoffe colorate e artigianato Masai. Ma soprattutto, a mio parere, non si può rinunciare alla visita della Cattedrale di Cristo, una chiesa anglicana appena fuori dal centro che ospita un toccante memoriale della tratta degli schiavi.
Commuovervi all’Old Slave Market
Anche se raramente se ne sente parlare nei racconti di viaggio a Zanzibar con bambini (o senza), l’arcipelago della Tanzania ha alle spalle una storia complicata e dolorosa. Per decenni, durante e dopo la dominazione omanita, Zanzibar è stata infatti un importante crocevia del mercato degli schiavi provenienti dall’Africa Centrale e destinati all’Asia e al Medio Oriente (e in misura minore alle Americhe). Proprio sul luogo dell’antico mercato degli schiavi, attualmente sorge la bella Cattedrale anglicana di Cristo e, soprattutto, un piccolo ma emozionante museo dedicato appunto alla tratta degli schiavi in cui è possibile apprendere moltissime, toccanti informazioni su questa tremenda pagina della storia dell’umanità.
Sulla base della mia personale esperienza, mi sento di consigliare la visita anche alle famiglie con bambini piccoli, a patto di “edulcorare” un po’ l’esperienza omettendo magari di tradurre i particolari più drammatici (i pannelli della mostra sono tutti in inglese). Noi abbiamo scelto di evitare a Davide e Flavia la visione della parte più “forte” dell’esposizione, ovvero un memoriale con sculture di schiavi incatenati (le catene sono originali, tra l’altro) e le camere dove si dice che venissero stipati i malcapitati. Ovviamente ogni genitore potrà fare la sua valutazione personale sul modo in cui vivere questa visita con i propri figli.
Partecipare a un tour delle spezie
L’arcipelago di Zanzibar è famoso nel mondo per la coltivazione di spezie, caffè, tè e cacao. Si dice che il suo stesso nome potrebbe derivare dalla parola “zenzero” e, in ogni caso, le spezie sono oggetto di monopolio di stato e rappresentano la seconda voce dell’economia locale dopo il turismo. Sarebbe un peccato, di conseguenza, fare un viaggio a Zanzibar con bambini e non partecipare a uno degli spice tour organizzati dalle numerose piantagioni dell’isola. Si tratta sicuramente di una esperienza molto “turistica”, ma a mio parere davvero interessante, soprattutto se, come la nostra famiglia, amate il tè e le spezie.
La visita avviene assieme a una guida (parlante inglese o anche italiano) che vi accompagnerà alla scoperta della piantagione presentandovi alberi e piante di pepe, chiodi di garofano, cardamomo, caffè, cacao, cannella, zenzero, vaniglia e chi più ne ha più ne metta. I bambini si divertiranno a tentare di riconoscere le spezie annusandole o assaggiandole, nonché a provare il cosiddetto “rossetto di Zanzibar”: un pigmento dal colore molto intenso (l’annatto) contenuto nei semi della pianta di achiote, originaria del Brasile ma molto diffusa nell’arcipelago.
Il tour delle spezie a cui abbiamo partecipato noi (presso la Tangawizi Spice Farm) prevedeva anche una indimenticabile degustazione di frutta tropicale e di tè, nonché una piccola “esibizione”, a suon di canzoni tradizionali, di raccolta e apertura di noci di cocco. Presso le piantagioni potrete anche acquistare spezie o alti prodotti a chilometro zero. I prezzi dell’escursione possono includere anche il trasporto e l’eventuale pranzo in piantagione.
Visitare il Parco nazionale di Jozani
In un post su cosa fare a Zanzibar con bambini (a parte andare al mare) non può mancare la foresta di Jozani, un parco naturale che occupa la parte centrale dell’isola di Zanzibar/Unguja. Qui, scortati da una guida autorizzata, sarà possibile osservare, nel loro ambiente naturale e in condizioni di assoluta libertà, due specie di scimmie, tra cui il Colobo Rosso, che è endemico di Zanzibar. Prima di partire ero un po’ preoccupata dal rischio di morsi, ma le guide sono molto attente nel far rispettare il regolamento del parco, che vieta di avvicinarsi alle scimmie e di tentare di toccarle o alimentarle.
La visita di Jozani si compone anche di una emozionante passeggiata nella giungla e (dopo un breve tragitto in auto) di una visita a una splendida foresta di mangrovie, che accoglie uccelli, granchi e molte altre forme di vita.
Conoscere la coltivazione delle alghe al Seaweed Center di Paje
La coltivazione delle alghe è un aspetto centrale nella vita di Zanzibar, soprattutto in quella delle donne. Il mio consiglio è di trascorrere almeno in una giornata in una delle spiagge della costa orientale dell’isola, dove è possibile apprezzare l’alternanza delle maree e osservare da vicino le diverse fasi della coltivazione delle alghe.
Se l’argomento suscita il vostro interesse, potreste dedicare anche un po’ di tempo alla visita del Seaweed Center di Paje, una piccola fabbrica di ottimi cosmetici a base di alghe e altri ingredienti naturali e locali. Oltre a visitare la “piantagione” sulla spiaggia e l’area produttiva, vi saranno spiegate tutte le fasi del processo produttivo, che impiega solo donne autonctone. I bambini potranno entrare nella cella frigorifera, annusare i vari saponi profumati e provare creme e peeling. Ovviamente sarà difficile riuscire ad andare via senza aver acquistato nulla!
Nutrire le tartarughe al Baraka Natural Aquarium
Situato a Nungwi, una delle più frequentate località del nord dell’isola, questo piccolo centro ospita tartarughe marine della specie Chelonia mydas (tartaruga verde), ripescate in difficoltà dall’oceano e in attesa di essere liberate dopo un periodo di riabilitazione. Si può scegliere se nutrire queste adorabili creature con delle freschissime alghe, oppure nuotare assieme al loro nella laguna naturale che le ospita (opzione che personalmente non consiglio). Una bella esperienza per i bambini, ma secondo me andrebbe esercitato un maggiore controllo sulla condotta dei visitatori, e le informazioni sulla provenienza e la gestione degli animali dovrebbero essere più numerose e trasparenti.
Altre tartarughe, in questo caso di terra, vivono al largo di Stone Town, a Prison Island, ma non abbiamo fatto in tempo ad andare a trovarle, per cui non so darvi indicazioni di prima mano.
Cosa fare a Zanzibar con bambini: lo Zanzibar Butterfly Center
Un’altra risposta alla domanda sul cosa fare a Zanzibar con bambini è in realtà un consiglio “con grossa riserva”, perché di fatto questo piccolo giardino di farfalle situato nei pressi della Jozani Forest non mi ha convinto per niente, sia per il costo che per la quantità e qualità delle informazioni fornite. È comunque possibile osservare le varie fasi del ciclo vitale delle farfalle e osservare da vicino molti esemplari. Prendete in considerazione la visita solo se viaggiate con bambini particolarmente appassionati di farfalle, o se lo siete a vostra volta.
Incontrare la vita locale
Anche senza programmare escursioni o visite guidate, in quasi tutte le spiagge di Zanzibar è possibile trascorrere lunghe e indimenticabili ore giocando con i bimbi locali o chiacchierando con i Masai (che spesso si rivelano tra le esperienze più interessanti ed appaganti dell’intero viaggio). Potete inoltre informarvi sulle opportunità di partecipare a lezioni familiari di kitesurf o di cucina swahili, specie se viaggiate con bambini grandicelli. Molti hotel e guest house, inoltre, danno la possibilità di visitare villaggi o scuole, con l’obiettivo di conoscere la vita locale e portare materiale o donazioni alle comunità. Se decidete di fare un’esperienza di questo tipo, vi raccomando di viverla con rispetto e intelligenza, informandovi in anticipo su cosa sia opportuno donare, evitando di fotografare i bambini (ma anche gli adulti, senza il loro permesso), di offrire dolci o caramelle.
In conclusione, credo di poter dire a ragione che un viaggio a Zanzibar con bambini non può che essere, inevitabilmente, un’esperienza per lo più marina, ma che ha molto altro da offrire a chi abbia voglia di allontanarsi per un po’ dall’ombrellone e andare alla scoperta di questa isola dai mille volti e dalla storia complessa e interessante. È lì, relativamente lontano dall’azzurro luccicante dell’Oceano Indiano, che ho incontrato davvero la “mia” Zanzibar, e dove ho lasciato per sempre un pezzettino del mio cuore.