Ovvero tutte le profezie (di varia provenienza) su mio figlio che mai si avvereranno.
«Metterà subito i denti, guarda che gengive!»
Primo incisivo avvistato all’alba degli undici mesi. Dopo un calvario che non si è ancora interrotto.
«Senti che chiacchierone, parlerà presto…»
Un anno, quattro mesi e svariati giorni e non dice neanche “mamma”. Però chiacchiera di continuo, questo sì.
«È cicciottello: vedrai che camminerà tardi»
Primi passi intorno ai 14 mesi. Direi abbastanza nella media.
«Stai tranquilla, che intorno ai tre sei dodici diciotto mesi comincerà a dormire una notte intera»
E le varianti sullo stesso tema: «Vedrai che dopo le svezzamento dormirà di più; Certamente quando avrà imparato a camminare, e si stancherà di più durante il giorno, dormirà tutta la notte; Al mare si stancano molto, lì vedrai che dormirà!». Un anno, quattro mesi etc etc senza MAI dormire per più di 5 ore di fila.
«È un tipo molto socievole, si vede subito!»
Grugniti, rantoli e sguardi truci all’indirizzo di chiunque sia al di fuori della strettissima cerchia di familiari stretti e osi avvicinarsi troppo. Chi si azzarda a toccarlo, rischia i timpani (e forse forse pure qualche dito).
La verità è che la vita è un mistero impenetrabile. Ci illudiamo di aver compreso le sue leggi, di avere addirittura, in qualche caso, imparato a dominarle, ma non è così. Per fortuna (o purtroppo, a seconda dei punti di vista) non conosciamo il nostro domani, né tantomeno quello dei nostri figli. Ogni giorno può essere diverso dai precedenti – “tutti uguali” – ogni momento può stupirci con l’orrore più nero o con la felicità più sfacciata. Vaticinare sul futuro è un gioco divertente, e a volte certe sensazioni istintive ci danno effettivamente, specie a noi mamme, l’illusione di possedere doti divinatorie, ma la realtà è che brancoliamo nel buio. E questa, almeno di solito, a me sembra davvero una gran bella cosa.
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