È l’ormone del benessere e del piacere orgasmico. Nel mio caso, è responsabile di contrazioni uterine precoci e fortissime, di un riflesso di eiezione del latte tale che potrei spegnere un incendio semplicemente sventolando le tette (è solo per questo, giuro, se per quanto io mi lavi tendo a puzzare come un caseificio dell’agro pontino) e, soprattutto, dell’irresistibile sonnolenza che coglie i miei figli dopo ogni dose – pardon, poppata.
Se potessi spacciare illegalmente sottoforma di cristalli l’ossitocina che il mio corpo produce, farei soldi a palate. Una specie di Walter White con due tette enormi.
E invece, eccomi qui, ben disposta, più che rassegnata, a trasformarmi per qualche tempo nel ciuccio soporifero anche della mia secondogenita, letteralmente assuefatta, dipendente, drogata di quel latte di mamma che, oltre a riempire la pancia, concilia il sonno meglio di uno speciale natalizio di Marzullo.
Il ciuccio “vero”, quello di gomma, provoca pianti, conati di vomito e sputi degni di un lama. Del resto, perché mai accontentarsi di un surrogato, quando la mamma dispone di ben due succhietti progettati apposta per la sua bimba assonnata?
E allora via di tetta qundo è ora di dormire, perché non di solo latte vive l’uomo. C’é anche l’ossitocina.