Sono molti i bambini che, loro malgrado, sfoggiano un beauty case da fare invidia alla trousse di Clio MakeUp. Creme, oli, polveri, lozioni e detergenti sembrano indispensabili per pulire e trattare la pelle delicata dei più piccoli, con un giro d’affari milionario per l’industria cosmetica specializzata nella prima infanzia. Eppure, molti dei prodotti che promettono “massima delicatezza” e che vantano la presenza di ingredienti “naturali” contengono in realtà sostanze aggressive o inquinanti, quando non addirittura sospettate di tossicità. Il brand e il prezzo non c’entrano: neanche i marchi più blasonati, taluni supposti cosmetici ecologici, né i cosiddetti prodotti di fascia alta rappresentano una garanzia di una composizione davvero sana ed ecologica.
L’unica possibilità, per essere certi di quello che spalmiamo sul sedere di nostro figlio, è imparare a leggere l’INCI, ovvero l’elenco degli ingredienti dei prodotti cosmetici. L’acronimo sta per International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, una dizione internazionale usata appunto per indicare la composizione chimica dei prodotti per l’igiene personale e la bellezza, dei trucchi e dei cosmetici in generale (per bambini e per adulti). Non è altro, in pratica, che la lista degli ingredienti contenuti nel prodotto, che le aziende devono obbligatoriamente indicare sulla confezione. Imparare a districarsi nel mondo complesso degli INCI, che spesso contengono sigle, codici numerici e parole latine, non è semplice. Occorrono qualche nozione di base e un po’ di esperienza, ma prendere dimestichezza con le sostanze che ci spalmiamo ogni giorno sul corpo – e che applichiamo generosamente sulla pelle dei nostri figli – è importante, perché rappresenta l’unico sistema per evitare l’uso di prodotti potenzialmente tossici, allergizzanti o pericolosi per l’ambiente.
Come leggere l’INCI
Prima di tutto, è utile tener presente che gli ingredienti sono indicati in ordine di quantità decrescente nella formulazione del prodotto. Il primo della lista, dunque, sarà quello più abbondante (di norma è l’acqua), mentre quelli elencati successivamente sono impiegati in quantità via via inferiori nella preparazione della ricetta. I nomi in latino, che andrebbero scritti in corsivo, si riferiscono a estratti vegetali utilizzati senza essere stati sottoposti a particolari trasformazioni chimiche. Attenzione in questo caso alle possibili allergie, ma anche alla presenza di piante in via di estinzione o di altre specie rare. Occhio anche alla pubblicità ingannevole: se una crema che si dichiara “a base di Aloe” presenta questo ingrediente in fondo alla lista, probabilmente sarebbe più corretto definirla “a base di qualcos’altro”. Gli ingredienti riportati in inglese, invece, sono prodotti di sintesi, o comunque hanno subito un processo di trasformazione chimica, anche se magari si tratta in partenza di sostanze di origine naturale. I coloranti, che possono essere anch’essi causa di allergie, sono di solito indicati da un numero preceduto dalla sigla CI (Colour Index). Nell’INCI deve essere indicata anche l’eventuale presenza di profumo (parfum), da tenere sotto controllo sempre per il rischio di allergie e reazioni cutanee.
Il Biodizionario
Ma come fare a capire se la lista degli ingredienti è “pulita”? Uno strumento utile e di facile impiego per individuare la presenza di sostanze tossiche, inquinanti oallergizzanti nei cosmetici è il cosiddetto Biodizionario. Si tratta di un database alfabetico online di composti, naturali o di sintesi, contrassegnati da uno o due pallini di colore diverso. Se una sostanza, ad esempio, è contrassegnata da uno o due bollini rossi, significa che è pericolosa per l’ambiente o per la salute umana, in quanto irritante per la pelle e/o le mucose, allergizzante o semplicemente aggressiva. In questa categoria rientrano anche i composti ittiotossici e quelli ricavati a partire da piante in via di estinzione o da animali. Via libera, invece, alle sostanze con uno o due pallini verdi, mentre su quelle contrassegnate in giallo il giudizio resta in qualche modo sospeso: potrebbero essere fonte di allergie o altri altri fastidi, ma in generale, soprattutto se sono indicate in fondo alla lista degli ingredienti, si può generalmente chiudere un occhio.
Le sostanze da evitare
uando non è possibile consultare il Biodizionario, è possibile seguire alcune regole di base per evitare l’acquisto di cosmetici contenenti ingredienti tossici o dannosi per l’ambiente. Può essere utile, ad esempio, fare attenzione ai suffissi delle parole presenti nell’INCI: i nomi che terminano in -one o -xane, ad esempio, indicano di solito dei siliconi sintetici, che lasciano apparentemente la pelle liscia ma alla lunga potrebbero causare problemi di secchezza. Da evitare inoltre composti come Petrolatum, Paraffinum liquid, vaselina, mineral oil: derivati del petrolio, inquinanti e comedogeni, non sempre garantiscono una reale idratazione. Attenzione anche ai prodotti etossilati, che si riconoscono dalla particella eth (derivazione petrolifera) e ai composti che contengono il suffisso -trimonium (ittiotossico).