Essere genitori è una palestra di consapevolezza. A volte. Ma spesso è anche un esercizio più o meno inconscio di negazione, di rimozione, di mistificazione involontaria della realtà. Perché magari la verità è scomoda o troppo acuminata. O perché la fatica di crescere un figlio è tale che non restano energie anche per fare i conti con le cose che non ci piacciono. E allora, in qualche modo, si finisce col raccontarsi una realtà che forse non è proprio come noi vogliamo vederla. E col mentire a se stessi su un sacco di cose.
1. Mio figlio è molto educato
Tutti si lamentano della maleducazione dilagante, ma, chissà come mai, il problema riguarda sempre i figli degli altri. Tutti si lamentano di quanto i genitori siano diventati inetti, lassisti, smidollati. Ma, chissà come mai, tutti si professano risoluti, decisi, inflessibili. Magari espressamente “severi”. Due sono le cose: o la maleducazione non è poi così diffusa, oppure la maggior parte dei genitori si racconta una pietosa bugia.
2. Il tempo di qualità
Certo, non serve essere Maria Montessori per rendersene conto: se passo due ore al giorno insieme a mio figlio da sveglio, forse prestargli attenzione, in quei centoventi minuti, è un po’ meglio che parcheggiarlo davanti a Rai YoYo. E passare due ore al giorno insieme a mio figlio, ci mancherebbe, non fa di me una madre (o un padre) indecente, o peggiore di altre. Ma questo non vuol dire che chi trascorre coi figli un sacco di tempo lo faccia in automatico “senza qualità”. E che magari, dal punto di vista di un figlio, la combo quantità/qualità non resti invece l’opzione più allettante.
3. La colpa è degli altri
Della scuola, degli amici, della TV, dei nonni. Della genetica o dell’inquinamento. Dei vaccini. Dei videogiochi. O magari, se qualcosa non va “secondo i piani”, se mio figlio non si allinea a un modello che ho dentro la mia testa, se non corrisponde alle mie aspettative, se non aderisce al progetto che ho su di lui, finisce pure che la colpa è tutta sua. Che mi ha deluso.
4. Viaggio/esco senza mio figlio per renderlo autonomo
No. Se viaggio/esco senza mio figlio è perché è più semplice, meno faticoso, più economico. Questo non vuol dire che sia un male, per carità (e magari per qualche figlio è anche di gran lunga l’opzione preferibile), ma raccontarlo come un gesto dalla decisa valenza educativa, quasi come un sacrificio offerto sull’altare della genitorialità sana e consapevole, almeno secondo il mio naso, puzza leggermente di ipocrisia.
5. Ogni genitore è perfetto per suo figlio
Questa è la mia preferita, quella che cerco di propinarmi più spesso, con risultati di solito poco convincenti. Forse è una bugia quasi necessaria, l’arma spuntata con cui fronteggiamo la nostra inadeguatezza, la consapevolezza dei nostri limiti. La verità, da dirsi piano e poi scacciarla via come una mosca dai propri occhi, è che i genitori, anche se in ottima fede, possono fare casini indicibili. E magari qualcuno di noi per fare il genitore non era proprio la persona più adatta.
1 Commenti
1- parecchi se la raccontano e la raccontano sempre
2- qualità e quantità x me non ha eguali e troppo facile….io lavoro…..
3- la colpa è sempre degli altri e della scuola che non fa quello che deve…..
4-ipocrisia a manetta enon solo voglia di rendere gli altri inetti
5- l è un.casino 😅