Mamma, ho paura.
Quante volte me lo hai detto, piccolo mio? Al cospetto del buio fitto della notte, dinanzi al cattivo di un cartone animato, nel mezzo della lettura di una fiaba, al centro delle ombre che danzano di sera. Quando tuo padre e io, fragili, stanchi e sciocchi, urliamo troppo forte davanti a te e tua sorella.
Mamma, ho paura.
Lo so che hai paura, amore. Anche io a volte ne ho. Tutti quanti abbiamo paura, anche le mamme e i papà.
Del tempo che passa, dell’abbandono, della perdita, del dolore. Abbiamo paura di certi ricordi, abbiamo paura dell’ignoto, abbiamo paura della solitudine. Abbiamo paura degli sbagli già fatti e di quelli che potremmo ancora fare.
Mamma, ho paura.
Lo so che hai paura, figlio mio. Non vergognarti, non sentirti fragile. Non sentirti stupido, o piccolo, o sbagliato. Hai paura perché senza paura non si sta al mondo. Perché l’umanità non esisterebbe nemmeno senza la compagnia fedele e saggia della paura. Perché solo gli stupidi non temono mai niente.
Mamma, ho paura.
E va bene così, bambino. Va bene che tu abbia paura, e che non abbia paura di dirlo. Va bene che tu non ti senta obbligato all’invincibilità, allo stereotipo della forza a tutti i costi, al coraggio imposto e alla presunta inscalfibilità.
Mamma, ho paura.
E io ci sarò, ti amerò, ti abbraccerò. Anche quando avrai paura. Avrò paura insieme a te, se sarà il caso, e di certo, molte volte, avrò paura per te. Ma per la maggior parte del tempo che passeremo insieme, cercherò di aiutarti a superarla, la tua paura. facendo appello alla tua testa e al tuo cuore. Oppure a conviverci, se non sarà possibile sconfiggerla: perché a volte, anche se in pochi sono disposti ad ammetterlo (chissà poi perché) le paure fanno parte di noi e di quello che siamo al punto che diventa davvero difficile cancellarle. Ma in un caso o nell’altro, non ci definiscono.
Le tue paure di sicuro non definiscono te, mio piccolo figlio dall’animo forte e sensibile.
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