Sapori coloniali con un inconfondibile retrogusto europeo. L’Atlantico incessantemente nelle orecchie, nelle narici, sulla pelle; la luce diffusa, quasi magica, a causa dell’aerosol in perenne movimento nell’aria. Come se tutto avesse un’aura visibile e tangibile. Le palme e i platani, i patio e le spiagge nerissime, le chiese barocche e i balconi di legno. I vulcani e il paesaggio in perenne evoluzione. La storia e il mito. La gente, il sole, il vento intermittente che parla cento dialetti diversi. I pensionati in vacanza permanente, i giovani expat e i bambini abbronzati. Benvenuti a Tenerife, l’isola dove l’Africa si mescola all’Europa. E anche al Caribe.
Tenerife con i bambini
Calda ma non troppo, lontana ma non troppo, esotica ma non troppo. E soprattutto: costosa, ma non troppo (anzi, direi proprio poco, volo escluso). Quando, la scorsa primavera (al termine di un inverno pesante e malaticcio) marito ed io ci siamo scoperti a desiderare un Natale più dolce e assolato, Tenerife è apparsa presto come il compromesso ideale tra mete caraibiche, invitanti ma del tutto inaccessibili alle nostre finanze, e lidi più abbordabili ma al momento scoraggianti per ragioni geopolitiche tristemente note. Dunque, Tenerife: l’isola dell’eterna primavera. Quattro ore circa di volo diretto (e low cost, più in dettaglio Easyjet) da Fiumicino, soli 60 minuti di fuso orario (ora di Londra), temperatura media, a dicembre, di circa 25 gradi, spiagge vulcaniche, natura e tante cose interessanti per mamma e papà.
Come visitare Tenerife con i bambini
Il nostro è stato un viaggio come sempre fai da te e, per così dire, parzialmente itinerante: abbiamo alloggiato una sola sera nella zona meridionale dell’isola, vicino all’aeroporto, poi per quasi tutto il soggiorno in un appartamento privato (preso su AirBnb) nella meno gettonata Puerto de la Cruz, a nord di Tenerife, e infine una notte a Vilaflor, una piccola località di montagna (pittoresca e idilliaca, popolata di backpackers) non lontana dallo scalo di Tenerife Sur dal quale saremmo ripartiti. Quasi sempre, nella nostra permanenza a Puerto, ci siamo spostati in giornata per escursioni quotidiane alla scoperta di villaggi, siti naturalistici o altre attrazioni, ritagliandoci ogni tanto un paio di ore (le più calde della giornata) per andare in spiaggia o in piscina. I ristoranti li abbiamo frequentati poco, per ragioni economiche e di comodità. La cucina canaria, ad ogni modo, non è memorabile (ma assaggiate le papas arrugadas con la salsa mojo rossa o verde), comunque a Puerto de la Cruz ci sono numerosi ristoranti con cucine di tanti paesi.
Cosa vedere a Tenerife con i bambini
Avendo un’auto a noleggio (compagnia locale Cicar) e molto tempo a disposizione (11 giorni pieni) abbiamo potuto esplorare gran parte dell’isola, al netto delle limitazioni logistiche legate alla presenza di due viaggiatori sotto i tre anni. Fare base a Puerto de la Cruz consente di evitare le zone più battute dal turismo di massa e, soprattutto, di visitare comodamente il nord di Tenerife, nonché le aree est e ovest dell’isola (mentre richiede un po’ più di tempo per raggiungere il sud, molto amato da chi, a differenza nostra, preferisce le vacanze più squisitamente balneari e i grandi resort all inclusive).
In dettaglio, ecco cosa offre la più grande delle Isole Canarie:
Puerto de La Cruz: località di mare molto piacevole, con una lunga passeggiata sull’Oceano densa di ristoranti e botteghe. Il centro storico è carino anche se privo di monumenti eclatanti (ci sono un paio di chiese col classico retablo barocco e il soffitto in stile mudejar) e le mareggiate che sbattono sulla scogliera sono un autentico spettacolo a cielo aperto. Per i bambini ci sono il Lago Martianez (complesso di piscine salate sul lungomare, realizzate dall’architetto Cesar Manrique) e una bella area giochi nella piazza principale della città. Davvero lussureggiante il Giardino botanico tropicale, che piacerà, per tante ragioni diverse, a tutta la famiglia.
La Orotava e La Laguna. Poco distanti da Puerto, sono due località che conservano interessanti centri storici in stile coloniale, con tipici patio e balconi coperti di legno intarsiato. Personalmente, ho trovato più bello quello (meno blasonato) de La Orotava, ma vale la pena vederli entrambi. Non ci sono attrattive particolari per i piccoli, ma le aree gioco all’aperto non mancano mai.
Il Teide. Con i suoi oltre 3.700 metri d’altezza, questo vulcano ancora attivo è il tetto di Spagna. La strada per raggiungere la vetta, agevole e protetta da un Parco Nazionale, (si parte dalla strada che passa per Icod de los Vinos) è imperdibile: scorci mozzafiato e foreste che lasciano il posto a paesaggi lunari, deserti e distese di ossidiana. Intorno ai 2.500 metri c’è un piccolo centro visitatori (El Portillo) che vale la pena vedere, specie con i figli. Poco più avanti parte la cabinovia che conduce al picco (non indicata per bambini piccoli, se salite assicuratevi di rientrare nel numero, limitato, di turisti che potranno raggiungere il cratere principale).
Los Gigantes
Scogliere a strapiombo sul mare. Molto suggestive, ma se beccate un giorno di foschia (come noi!) dovrete più che altro immaginarle.
Masca
Minuscolo villaggio arroccato su un ripidissimo pendio. Si raggiunge percorrendo una strada vertiginosa tra le rocce, molto suggestiva. Piacerà, credo, ai bambini più grandicelli.
Santa Cruz
La capitale dell’isola. A me ha detto davvero poco: interessante il museo di Storia Naturale, dedicato alla fauna (specialmente marina) e flora locali. È adatto anche ai bimbi di tutte le età, ci sono tra l’altro delle piccole aule didattiche a loro dedicate. Noi abbiamo inoltre fatto il bagno nelle (belle e fredde) piscine del Parque Maritimo, mentre i bambini hanno apprezzato l’ottimo parco giochi di Plaza Europa. Per il resto, a parte la grande “astronave” dell’auditorio, mi ha colpito poco. Personalmente non la consiglio come base.
Garachico
Piccolo borgo di marinai, molto piacevole per una mezza giornata di relax. Le piscine naturali, con le onde che sbattono e i granchi giganti che escono a prendere il sole, sono divertenti per tutti, il centro storico è tra quelli meglio conservati e meno deturpati dagli abusi edilizi. Aveva l’aria di essere un buon posto in cui mangiare del pesce.
Costa meridionale (Los Cristianos, Costa Adeje, Playa de Las Americas):
Lungo tratto costiero a sud di Tenerife, gettonatissimo tra chi cerca soprattutto mare, sole e vita da spiaggia. Lungomare animato, spiagge pulite e attrezzate, grossi complessi alberghieri. Purtroppo anche tanta speculazione edilizia e un po’ di confusione.
Loro Parque e co.
Se vi piacciono gli animali e non avete remore nel vederli in cattività, a Tenerife avrete l’imbarazzo della scelta. Noi, combattuti tra l’interesse scientifico, la voglia di avvicinare i bambini al mondo naturale e i dubbi etici, abbiamo visto il Loro Parque e il Monkey Park. Sul piano “turistico”, niente da dire: organizzazione eccellente, molte attrattive, bambini entusiasti. Su quello ambientale, insomma: bestie apparentenente in buone condizioni, ambienti mediamente adeguati, un minimo di informazione scientifica ma… sono pur sempre dei posti in cui gli animali vivono in cattività e in diversi casi partecipano a spettacoli ed esibizioni. A voi la decisione di andarci o meno.
Vilaflor
Borgo suggestivo a 1.400 metri d’altezza, alle pendici meridionali del Teide. Un luogo ameno e un po’ surreale, dove il tempo scorre lento e pare di essere finiti in un romanzo di Garcia Marquez. Noi abbiamo alloggiato all’hotel Casa Zaguan, davvero ben arredato e accogliente, frequentato da tantissimi backpackers interessati alle numerose escursioni che partono da Vilaflor. I ristoranti chiudono tutti prestissimo, e la temperatura diventa molto fresca di sera (ma c’è un supermercato relativamente fornito).
Perché andare a Tenerife con i bambini
Intanto, il clima è davvero mite, anche a Natale, pure se il vento e le escursioni termiche possono dare fastidio. Noi siamo riusciti a fare anche diversi bagni in mare (i bimbi avevano un mutino economico, noi solo il costume, in ogni caso la zona sud è sicuramente più adatta perché più calda e riparata dal vento) e non abbiamo trovato neve neanche sul Teide (che a dicembre è di solito imbiancato). In 12 giorni ha piovigginato solo un paio di volte, per pochi minuti ogni volta. Poi, la natura! Nonostante gli scempi paesaggistici, Tenerife costituisce uno scenario molto interessante e inusuale per chi è abituato all’Europa: palme, bananeti a perdita d’occhio, giardini lussureggianti, percorsi di grande interesse geologico, spiagge nere e distese di cactus. E ancora una fauna ricchissima ed esotica, sia selvatica che in cattività. Last but not least, le attrazioni: parchi acquatici, faunistici, tematici, giardini botanici, piscine, aree gioco perfettamente attrezzate (sono praticamente dappertutto): davvero una miriade di interessi per bimbi di ogni età e preferenza.
L’ambiente a Tenerife
L’isola è pulita e accogliente, nonostante le ferite profondissime inferte dalla speculazione edilizia nei decenni addietro. La parte settentrionale e l’entroterra sono sicuramente più preservati, e gli appassionati di geologia e trekking troveranno moltissimo pane per i loro denti (e scarponcini). Il mare e le spiagge sono puliti e ben tenuti, e non mancano aree alberate e piccoli parchi cittadini, anche acquatici. Gli orti botanici sono un vero balsamo per tutti e cinque i sensi, mentre sui numerosi parchi faunistici mi sono già in parte espressa: i due che ho visto io non sono dei lager, ma di certo vanno molto al di là degli aspetti didattici e conservazionistici. Poi, la decisione, personale, è a monte. Io, senza bambini, non credo che ci sarei entrata.
In definitiva: promossa e consigliatissima per chi viaggia in famiglia. Soprattutto per la molteplicità delle offerte, perché chi pensa che Tenerife sia soltanto “mare”, evidentemente non ci è mai stato.