Ridurre la plastica in casa: finalmente sembra diventata un’istanza sempre più “popolare” e diffusa, una preoccupazione per molti e non solo per chi ha una sensibilità particolarmente spiccata alle problematiche ambientali. Un obiettivo sul quale io per prima ho ancora moltissima strada da fare, ma per il quale mi sto impegnando molto, negli ultimi mesi, insieme alla mia famiglia. Senza demonizzare la plastica (che presenta indiscussi vantaggi legati alla sua leggerezza, all’inerzia, alle sue caratteristiche di resistenza e igiene, nonché alla riciclabilità) e con un occhio sempre attento alla sostenibilità economica e alla praticità quotidiana e alla semplicità delle varie soluzioni, ecco dunque i miei 10 consigli facili per ridurre la plastica in casa.
1. Non comprare frutta e verdura al supermercato
So che la frutta e la verdura vengono vendute nei sacchetti compostabili, ma in realtà sulla reale biodegradabilità a breve termine di questi imballaggi (che peraltro sono davvero fragili e poco durevoli) ci sono ancora molti dubbi. Personalmente, preferisco fare la spesa al mercato ortofrutticolo che il sabato allestiscono nel mio comune, oppure da un fruttivendolo al dettaglio vicino casa. In entrambi i casi, porto come me non solo i sacchetti di di stoffa per trasportare la spesa, ma anche delle buste di carta o plastica per i vari prodotti, che fornisco direttamente al venditore al momento di pesare la merce. Ovviamente poi, a casa, metto da parte i sacchetti una volta vuoti e li riutilizzo molte volte per le spese successive.
2. Ridurre la plastica in casa comprando il pane sfuso
Un discorso simile vale per il pane e i derivati. Al supermercato è necessario pesarlo nelle buste trasparenti, e magari sprecare ogni volta anche un guanto monouso. Per ridurre la plastica in casa, valutate di acquistare il pane presso forni o panetterie, dove di solito i prodotti vengono venduti in sacchetti di carta. Potete anche riutilizzarli più volte: io ho preso l’abitudine di tenere sempre un sacchetto del pane ripiegato in borsa, così quando mi capita di passare dal forno a prendere qualcosa posso darlo alla commessa perché lo riutilizzi (magari all’inizio vi guarderanno in modo un po’ strano, ma poi si abituano e non ci fanno più caso).
3. Eliminare la pellicola e i sacchetti per alimenti
Quello della conservazione degli alimenti è stato un tasto dolente a lungo, in casa nostra. Abbiamo sempre il frigo e il congelatore pieni, e in qualche modo finivamo con l’utilizzare tanti sacchetti e film monouso. Per ridurre la plastica in casa, però, abbiamo progressivamente ridotto l’uso di questi prodotti, prendendo l’abitudine di congelare solo in contenitori per alimenti (di vetro o di plastica riutilizzabile) e di conservare i cibi in frigo avvolti in involucri riutilizzabili. Vanno molto di moda i tessuti cerati per conservare il cibo, e in effetti funzionano davvero, ma in molti casi basta un semplice tovagliolo di stoffa, per esempio per avvolgere del formaggio o del pane. Vi consiglio anche i coperchi flessibili in silicone, perfetti per conservare ortaggi o frutti a metà e non solo: è vero che sempre di plastica si tratta, ma sono molto durevoli e si possono usare davvero a lungo.
4. Passare ai detergenti solidi
Consiglio banale ma efficace per ridurre la plastica in casa. Al momento noi abbiamo reintrodotto le saponette per le mani (che conserviamo al meglio mettendo una sottile spugnetta in luffa nel portasapone), nell’attesa di smaltire i prodotti liquidi per la pulizia di corpo e capelli che ancora abbiamo in casa. Volendo, si trovano in commercio anche saponi solidi per lavare i piatti. Ovviamente, la scelta ha ancora più senso se si riescono a trovare prodotti che siano venduti sfusi o con imballaggi in carta o cartoncino.
5. Acquistare detergenti sfusi, maxi confezioni e ricariche
Se non vi trovate bene con i prodotti solidi, potete ridurre la plastica in casa acquistando prodotti sfusi oppure confezioni molto grandi. Io, per esempio, non riesco a rinunciare al sapone intimo e al detergente viso (che uso anche come struccante). Ho deciso però di limitare i danni prendendo flaconi o ricariche da un litro, che durano diversi mesi e “pesano meno” in termini di rifiuti prodotti, anche perché si evita di gettare ogni volta la pompa dei vari dispenser. Per esempio, sto adorando questo detergente intimo venduto in flaconi da 1 litro in plastica biodegradabile (lo usa tutta la famiglia, l’ho pagato 16 euro e ho calcolato che ci dura circa 5 mesi) e quando avrò smaltito la vecchia crema per il corpo intendo acquistare un olio vegetale in maxi formato, da travasare poi in appositi spruzzini per casa e per la palestra o i viaggi. Anche per quanto riguarda i detersivi, io preferisco le formule liquide e, non riuscendo a trovare prodotti ecologici nel negozio di sfusi vicino casa mia, ho adottato il compromesso di acquistare una tantum online scorte di taniche da 5 litri di detersivo per i piatti, detersivo per il bucato e detersivo per pavimenti e superfici. Ogni tanica dura diversi mesi, e spesso riesco a riutilizzarle senza gettarle nella differenziata.
6. Smettere di comprare l’acqua in bottiglia
Gli italiani sono tra i massimi consumatori di acqua in bottiglia, nonostante l’acqua del rubinetto sia potabile e buona in moltissimi comuni. Se non potete bere l’acqua “del sindaco”, oppure se il sapore proprio non vi piace, potete valutare diverse alternative più green rispetto alle bottiglie di plastica: cercare un negozio che offra il servizio di vuoto a rendere e consegna a domicilio, installare un filtro a casa (eventualmente anche con gasatore) oppure cercare una “casa dell’acqua” nei pressi del vostro domicilio. Da qualche mese abbiamo optato anche noi per questa soluzione, perché a causa di frequenti lavori sulle condotte idriche l’acqua del rubinetto era spesso terrosa e piena di residui. Ci siamo attrezzati con una dozzina di bottiglie di vetro e due volte a settimana andiamo a rifornirci alla casa dell’acqua, trasportando le bottiglie in un comune carrellino per la spesa. Il costo è irrisorio, e volendo è disponibile anche l’acqua frizzante. Lo stesso discorso dell’acqua vale ovviamente per le altre bevande: preferite vino, birra e bibite in vetro, o magari acquistateli sfusi.
7. Evitare stoviglie monouso e preferire il compostabile
Per ridurre la plastica in casa sarebbe molto meglio evitare piatti, bicchieri e posate usa e getta. Quando proprio non se ne può fare a meno, come in caso di feste fuori casa o con moltissimi invitati, puntate sulle stoviglie biodegradabili e compostabili, e “educate” gli invitati a non sprecare, utilizzando un solo piatto e un solo bicchiere. A noi è successo di recente con il compleanno di Flavia, che abbiamo festeggiato fuori casa e con parecchie persone (non abbiamo neanche la lavastoviglie in casa, quindi non avremmo comunque potuto gestire il tutto con stoviglia lavabili): abbiamo speso un po di più, ma penso ne sia valsa la pena.
8. Merende (e pasti fuori casa) plastic free
Per la merenda di Davide, che do solito è un piccolo panino, mi sono organizzata con un foglio di tessuto cerato e una piccola “wet bag” lavabile. Quando porta a scuola la frutta (clementine o banana) la mettiamo in un contenitore per alimenti, mentre la sua tovaglietta è un banale tovagliolo di cotone. Per l’acqua, sia lui che Flavia usano invece delle borracce e anche io ho l’abitudine di portare sempre una borraccia in borsa, nel mio caso in alluminio, che all’occorrenza posso riempire anche presso qualche fontana pubblica. Nei nostri frequenti pic-nic abbiamo preso l’abitudine di avvolgere i panini “secchi” direttamente nei tovaglioli di stoffa che poi usiamo per pulirci le mani e la bocca, mentre usiamo i tessuti cerati se il companatico è untuoso o condito. Confesso che invece abbiamo ancora moltissima strada da fare per quanto riguarda l’acquisto di prodotti confezionati per la merenda pomeridiana, di cui Flavia è molto golosa. Dato che non riesco a preparare dolci e snack in casa, né a convertire i miei figli alla frutta secca o disidratata, il mio obiettivo è di rifornirmi al forno dove compro il pane, cercando di ridurre l’acquisto di merende industriali.
9. Comprare prodotti con meno imballaggi e meno plastica
Sembra un consiglio banale, ma so per esperienza che non sempre facciamo caso agli imballaggi che potremmo facilmente evitare. Se, per esempio, non riuscite a passare ai fazzoletti di stoffa (è il mio caso, per inciso) potete comprare le box in cartone, in modo da evitare perlomeno la produzione delle bustine di plastica. O ancora – e anche questo è il mio caso – se non volete riunciare ai cotton fioc biodegradabili, cercate quelli imballati nel cartoncino, e conservateli in una scatola di vetro o di plastica durevole. Nell’acquisto di nuovi pettini, spazzolini, rasoi, scope etc privilegiate quelli in materiali rinnovabili e/o con parti intercambiabili (io per esempio ho un rasoio in plastica e lo spazzolino elettrico, ma le testine si possono sostituire e li uso entrambi dal 2011). Se come me amate le candele, passate a quelle a Led con batterie ricaricabili o sceglietene di naturali e compostabili, da tenere accese il meno possibile, perché la combustione produce fumi inquinanti.
10. Evitare giocattoli “usa e getta” o pieni di plastica
Ne ho già parlato qualche tempo fa in un post sulla mia pagina Facebook: ormai sembra che il gioco preferito dei bambini sia il cosiddetto “unboxing” di giochi collezionabili pieni microscopici accessori confezionati in bustine di plastica. Io stessa ho ceduto raramente all’acquisto di questa paccottiglia, ma credo che sia fondamentale evitare il più possibile di cedere a mode e falsi bisogni tanto antiecologici.
11. Abbandonare assorbenti e tamponi usa e getta
Non esiste solo la coppetta mestruale: per chi non ha voglia di provarla, oppure non si è trovato bene come sperava, esistono diverse alternative plastic free, come gli assorbenti e salvaslip lavabili oppure la biancheria intima assorbente. Vi garantisco che oltre a ridurre la plastica in casa, potrete risparmiare davvero parecchi soldi. In alternativa, valutate i prodotti assorbenti in cotone organico, che costano un po’ di più ma sono meno inquinanti e molto tollerati dalla pelle.
Infine, il mio consiglio generale è quello di valutare la sostenibilità complessiva di un determinato prodotto, tenendo conto anche del suo luogo di origine e delle garanzie sulla sua eticità (ha senso, tanto per dire, comprare un prodotto “ecologico” prodotto dall’altro lato del mondo senza garanzie sulle condizioni dei lavoratori e sulla sostenibilità della filiera?) e di stare attenti anche al costo e alle eventuali “speculazioni green”. Last but not least, ovviamente smaltire correttamente i rifiuti, di plastica e non solo, è importante tanto quanto il prevenirli. E vale come sempre il consiglio principale, che ribadisco soprattutto a me stessa: oltre a cosa comprare, facciamo attenzione a quanto comprare, evitando il più possibile gli acquisti non necessari, fosse anche di prodotti cosiddetti ecologici.
E voi? Che strategie adottate per ridurre la plastica in casa? Avete altri consigli da aggiungere?