Ci passiamo tutte, prima o poi. Tutte attraversiamo quel momento in cui qualcuno ci dice una cosa che ci fa male. Che ci fa sentire tristi, o inadeguate, o che ci allarma obbligandoci a un confronto che in realtà non alcuna ragione d’essere. E allora capiamo che anche noi, tante volte, abbiamo, probabilmente in buona fede, chiesto o detto a una mamma qualcosa che avremmo fatto meglio a tacere. Perché se non ti capita, non sai com’è.
Ecco allora, per voi e per me, un elenco assolutamente non esaustivo delle cose da non dire mai a una mamma:
1. Perché non lo allatti al seno?
Perché ho un problema di salute, oppure ho avuto complicazioni dopo il parto. Perché ci ho provato con tutte le mie forze ma non ho trovato il supporto adeguato, e alla fine ho dovuto rinunciare, con sofferenza. O semplicemente perché non fa per me, e non è una cosa per la quale mi devo giustificare.
2. Tuo figlio è bravo?
Perché, da qualche parte nel mondo esistono forse bambini cattivi?
3. Come mai ancora non parla/mangia/cammina/usa il vasino?
Forse perché ogni bambino cresce secondo dei tempi e dei ritmi personalissimi. O forse perché ha un problema di salute, e se non ne parlo (con te) è perché preferisco così. A meno che non ci sia una confidenza straordinaria, o non sia l’altra a intavolare il discorso, le domande sulle “performance” sono quanto mai inopportune.
4. Tuo figlio non è autonomo
Del resto, è un bambino. Dipende, lapalissianamente, da qualcuno per la sua stessa sopravvivenza.
5. Perché è così timido?
Perché ognuno è come è. E la timidezza, fino a prova contraria, non è qualcosa di cui vergognarsi o per cui giustificarsi. Non è un difetto, non è un limite. È una delle infinite possibilità con cui un essere umano può, legittimamente, relazionarsi col mondo. Per un certo periodo di tempo o per tutta la vita.
6. Come mai è così vivace?
Perché molti bambini lo sono. Senza per questo essere automaticamente maleducati.
7. A quando il secondo?
Al momento in cui riuscirò a restare di nuovo incinta, per esempio. O a quello in cui il ginecologo mi darà l’autorizzazione a riprovarci dopo l’aborto che ho avuto qualche mese fa (e di cui non ho voglia di raccontarti i particolari). O a quando mi riprenderò dagli strascichi di una depressione post partum. O ancora a quando la mia situazione lavorativa ed economica lo permetterà. O forse a mai, perché la nostra famiglia è perfetta così. Non è una cosa da chiedere, perché la risposta potrebbe essere dolorosa, e in ogni caso è di certo una faccenda privata.