L’estate si avvicina, ed è il momento per i ritardatari di organizzare le prossime vacanze estive, che per la maggioranza delle famiglie (e non solo) non possono prescindere dall’esperienza del mare e del sole. In tanti mi avete scritto, in questi anni, per chiedermi dove organizzare una vacanza di mare nella mia regione, ed ecco qui, allora, i miei consigli molto generali su dove andare al mare in Campania.
Italia
State pianificando un viaggio in Campania con bambini e volete sapere quali sono le cose da non perdervi? Io, che in Campania ci sono cresciuta e ci vivo tuttora con i miei due figli, vi dico la mia.
Ecco dunque, per voi, le “mie” 11 cose da vedere in Campania con bambini.
State pianificando un viaggio a Napoli con i bambini? Vorreste visitare la mia città con i vostri figli, ma non sapete se è la destinazione che fa per voi? Questo è il post che dovete assolutamente leggere, e mi permetto di spoilerarvi il finale: il capoluogo campano offre tantissimo da fare e da vedere, anche alle famiglie con bimbi e ragazzi di qualsiasi età.
Uno dei miei obiettivi per l’anno che sta per cominciare è senza dubbio organizzare una vacanza in campeggio con i bambini. Non solo perché Davide me lo ha chiesto molte volte, e neanche perché le mie esperienze in camping sono limitate e lontane nel tempo, ma perché penso che questa possa essere una soluzione davvero vantaggiosa per trascorrere le vacanze in famiglia. Ecco, infatti, i miei 8 motivi per andare in campeggio con i bambini.
1. È comodo
Il camping è stato per anni considerato una soluzione spartana e un po’ “arrangiata”. Ma adesso andare in campeggio con i bambini è facile e confortevole, grazie agli spazi adeguati, alla possibilità di scegliere alloggi comodi e servizi aggiuntivi e alla grande disponibilità di attrezzatura, gadget e tecnologie in grado di soddisfare ogni esigenza.
2. Si può risparmiare
Ci sono località in cui alloggiare in campeggio può fare davvero la differenza, in termini di budget. Una vacanza al lido di Venezia a partire da 15 euro al giorno, con i bambini gratis, vi sembra un sogno? Scegliendo il camping è una bella realtà.
3. Il campeggio con i bambini è versatile
Campeggio con i bambini non vuol dire solo alloggiare in tenda. Le soluzioni a disposizione di chi vuole provare una vacanza in camping con tutta la famiglia sono molteplici e in grado di accontentare tutti: tenda, sì, ma anche camper, van, roulotte e case mobili. E chi non ha l’attrezzatura, e non se la sente di fare un investimento importante, può sempre noleggiarla in loco e vedere come si trova.
4. Si sta a contatto con la natura
Spesso il campeggio permette di vivere una vacanza disinvolta e rilassata, in stretta vicinanza con la natura. Dormire in tenda, fare colazione all’aperto, giocare su un prato e riposare sotto un albero: il modo ideale per ricaricare le batterie dopo un anno stressante e faticoso in città. Anche e soprattutto per i bambini.
5. È avventuroso
Da piccola non sono mai stata in campeggio, ma riesco a immaginare poche altre esperienze che possano sembrare altrettanto avventurose a un bambino di pochi anni: piantare una tenda, dormire in sacco a pelo o in roulotte, mangiare all’aperto, osservare un temporale dalla propria casa mobile. Praticamente l’essenza stessa della vacanza, del divertimento, della routine sovvertita e rivoluzionata. Dell’avventura, appunto.
6. Il campeggio con i bambini offre tanti servizi
Scegliere il campeggio per le proprie vacanze con i bambini non vuol dire rinunciare ai servizi che si possono desiderare in villeggiatura: spiaggia attrezzata, biciclette a noleggio, connessione wifi, bar, parcheggio privato e chi più ne ha più ne metta.
7. È rilassante
Nessun dress code, infradito ai piedi, vita all’aria aperta e ritmi tranquilli. Difficile immaginare una vacanza più rilassante del campeggio con i bambini.
8. Si fa amicizia
In campeggio i bambini (e non solo loro) hanno la possibilità di condividere spazi e inventare giochi, di trascorrere insieme del tempo non strutturato, in totale libertà. Di specchiarsi nella diversità di persone sconosciute e scoprire che, in fondo, siamo tutti uguali.
Post in collaborazione con il Camping San Nicolò, l’unico campeggio immerso nella Laguna di Venezia (e più in dettaglio al Lido), crocevia strategico per una vacanza a Venezia davero low cost. Il campeggio, dal quale si può raggiungere Piazza San Marco con soli 10 minuti di vaporetto, si estende su 5.000 metri quadri di verde e rappresenta dunque una location ideale per rilassarsi e divertirsi in famiglia immersi nella natura. Oltre a piazzole per tende, camper e roulotte, il Camping San Nicolò offre la possibilità di noleggiare attrezzatura da campeggio e case mobili, e molti servizi pensati per le famiglie, a cominciare dal noleggio biciclette.
Questo racconto parte da una confessione: mi sono tenuta con scrupolo alla larga dalle vacanze estive in Riviera Romagnola per tutta la vita. Le spiagge affollate di ombrelloni, i locali notturni, l’acqua “non abbastanza turchese” per una come me, cresciuta saltando sui ciottoli delle spiagge libere del Tirreno. Non pensavo di avere molti motivi per andare in Romagna, per cui non ho mai pensato di farlo.
La verità – e per scoprirlo ci è voluto l’invito a un blog tour promosso dall’Ufficio turistico di Bellaria Igea Marina – è che io, fino a qualche settimana fa, ero un po’ come Jon Snow: della Riviera Romagnola non sapevo un bel niente. Ecco, dunque, tutto quello che ho imparato in un lungo weekend a Bellaria Igea Marina con i bambini: le conferme, le sorprese e i luoghi comuni sfatati o confermati. E alcune cose che forse non sapete neanche voi.
Bellaria Igea Marina con i bambini: il mare
Intanto, il mare e le spiagge. È innegabile, l’acqua non vanta le sfumature di lapislazzulo di altre zone d’Italia (il che, meglio ricordarlo, non vuol dire comunque che non sia pulita) e l’arenile è occupato per lo più da grandi stabilimenti balneari attrezzati (che i romagnoli chiamano “bagni”). D’altra parte, nessuno arriva in Romagna cercando arenili selvaggi e calette rocciose, giusto? Chi invece cerca spiagge attrezzate e intrattenimento di ogni tipo, è proprio lì che deve andare. I lidi di Bellaria Igea Marina offrono qualsiasi servizio possibile alle famiglie con bambini: area giochi sicura, spogliatoi pulitissimi, deposito giochi, bar, animazione, campi da beach volley, bocce, fasciatoio (!), bagnini e un mare che resta poco profondo per diversi metri, perfetto per i bagnanti più piccoli. Anche chi viaggia con amici quadrupedi troverà facilmente zone della spiaggia aperte ai cani e attrezzate alle loro necessità. Per gli irriducibili della spiaggia libera, sappiate che a Bellaria Igea Marina esistono ampie e pulite porzioni di arenile non attrezzato, all’inizio e alla fine del lungomare cittadino. Una caratteristica che non credo sia molto diffusa, sull’intero litorale adriatico.
Bellaria Igea Marina con i bambini: il cibo e la gente
Quelli sulla cucina e sull’accoglienza romagnola sono due luoghi comuni che il mio weekend a Bellaria Igea Marina con i bambini ha felicemente confermato. In Romagna, senza giri di parole, si mangia e si beve in modo divino (e pure a buon mercato).
La cosa che più mi è piaciuta è che la tradizione viene coniugata meravigliosamente con l’innovazione, grazie alle onnipresenti imprese a conduzione familiare che permettono alle generazioni più esperte di lavorare fianco a fianco con le nuove leve. La cucina dell’albergo ecosostenibile in cui abbiamo alloggiato, l’hotel San Salvador di Igea Marina (poi vi dirò di più in un post dedicato) da questo punto di vista è emblematica: ricette tradizionali e prodotti a chilometro zero associati all’uso molto “contemporaneo” di farine integrali, miste, senza glutine e via dicendo. La stessa sensazione l’ho avuta durante la nostra memorabile “lezione di piadina” presso l’azienda agricola Collina dei Poeti, nell’entroterra romagnolo dove nasce il Sangiovese. L’anima secolare della tradizione unita alla ricerca e alla tecnologia. Il risultato? Un turismo di qualità, consapevole e responsabile.
Quanto al calore della gente, che dire? Come stare a casa propria, con l’accezione più positiva del termine. Disponibilità, sorrisi, familiarità e attenzione. Senza sussiego, senza forzature. Spontaneamente e con semplicità.
L’entroterra, la natura e la cultura
Questa è stata per me la sorpresa più grande. La redenzione della mia jonsnowiana ignoranza in materia: la Romagna non è solo una infinita lingua di spiagge, parchi tematici e bar che risuonano Despacito. Ha un entroterra costellato di piccoli borghi, attività rurali, siti di interesse storico, vigneti lussureggianti e incantevoli aree naturali.
Santarcangelo di Romagna, che dista pochi chilometri da Bellaria Igea Marina, è un piccolo scrigno di botteghe tradizionali, monumenti storici, leggende secolari e ristoranti tipici. Imperdibile, soprattutto se lo scoprite con un tour guidato che includa le cosiddette “Grotte tufacee”e una visita alla Antica Stamperia Marchi, dove le tele vengono ancora stampate a mano come quattro secoli fa, utilizzando un “mangano” di legno del 1633, pigmenti prodotti a mano e stampi artigianali coi motivi della tradizione romagnola. Semplicemente commovente.
Le Saline di Cervia, all’interno del Parco regionale del Delta del Po romagnolo, sono un vero paradiso della biodiversità, nonché un viaggio nel tempo e nella conoscenza all’insegna del sale dolce di Cervia, ancora oggi raccolto a mano come tanti anni fa (e assaggiatelo, è una sorpresa!).
Se alloggiate a Bellaria Igea Marina, inforcate una bici e visitate i monumenti cittadini, a cominciare dalla Torre Saracena, che un tempo serviva per l’avvistamento dei pirati e che oggi ospita un piccolo ma ricchissimo museo delle conchiglie.
E al tramonto percorrete qualche chilometro fino al Porto Canale di Cesenatico, progettato da Leonardo da Vinci, che nella golden hour si illumina di bagliori caldi colore dell’oro che stento a descrivervi a parole.
Insomma: se andate in Riviera Romagnola e vi limitate alle spiagge ai parchi divertimento, fidatevi di me, tornerete a casa senza aver conosciuto moltissimi aspetti della Romagna stessa. Quelli che a mio opinabile parere, peraltro, sono i più interessanti.
Bellaria Igea Marina con i bambini: la mia verità
Mentirei sapendo di mentire, se dicessi che non preferisco un altro tipo di esperienza balneare: spiagge deserte, acqua cristallina, gioco libero e silenzio. Ma il punto è, e ci tengo ancora una volta a ribadirlo, che Bellaria Igea Marina e la Romagna tutta sono molto di più di una vacanza di mare e divertimento. Sono una regione meravigliosa d’Italia, piena di verde, attività family friendly, siti di interesse storico e artistico, terme, iniziative culturali, vino e cibo strepitosi. Abitata da un popolo che, una volta tornati a casa, vi farà sentire una fitta di nostalgia.
Andate in spiaggia, certo. Portate i vostri bambini sui gonfiabili e scatenatevi a sera nella baby dance. Ma concedetevi anche di esplorare, insieme ai vostri figli, questa terra ricca, amica e dolce. Vi sorprenderà. E metterà radici in fondo al vostro cuore.
Non è un caso se in questo blog parlo molto raramente della mia città, e sempre in modo abbastanza indiretto. Tentare di trasformare in parole la complessità partenopea, costringerla entro i confini di un foglio di carta, o di una schermata di Word, è un’impresa per pochi. Chi si accinge a raccontare Napoli, a meno che non sia un matto o un poeta, non può che andare incontro ad un fallimento. Eppure c’è qualcosa, dentro di me, che mi impone da tanto tempo di fare almeno un tentativo. Di osare. Di cercare in qualche modo di spiegarvi quali sono le ragioni per cui, secondo me, tutti voi dovreste venire a Napoli almeno una volta nella vita.
Se pensate che i musei non siano luoghi adatti ai piccoli, evidentemente non siete mai stati al MUSE di Trento con i vostri bambini. Il Museo delle scienze, inaugurato nel 2013, è un’esperienza esaltante per tutta la famiglia, a prescindere dall’età e dal numero dei figli, che potranno imparare un sacco di cose divertendosi, sperimentando e giocando per ore.
Perché andare al MUSE di Trento con i bambini
Perché, oltre a ben sei piani di esposizione, che spaziano dalla paleontologia alla botanica, dall’anatomia fino all’ecologia, alle mostre temporanee e un ampio spazio verde all’esterno, il MUSE di Trento prevede una sezione specifica per bimbi da 0 a 5 anni, con attività pensate per stimolare i 5 sensi, angolo merenda, spazi per l’allattamento e bagno speciale con tanto di bolle di sapone. Accompagnati dai genitori e dagli operatori del museo, i bambini possono gattonare su superfici tattili diverse, scoprire la musica con decine di diversi strumenti a percussione, meravigliarsi di fronte agli ologrammi e ai giochi di luce a loro disposizione. Un’esperienza divertente e istruttiva, che completa la visita alle diverse aree espositive del museo, allestite con criteri moderni e accattivanti. L’interattività e la multidisciplinarità la fanno da padrone, con tante occasioni per toccare, sperimentare e imparare giocando. Durante il weekend, inoltre, il Museo propone spettacoli scientifici e laboratori per bambini di tutte le età, della durata di 30 minuti, inclusi nel prezzo del biglietto e che non richiedono prenotazione.
Come visitare il MUSE di Trento con i bambini
Noi ci siamo stati in alta stagione (lo scorso anno, ndr), e abbiamo trovato un certo affollamento. L’ideale sarebbe scegliere un giorno di affluenza minore (in bassa stagione o in un giorno infrasettimanale, ad esempio), prenotando prima il biglietto. L’accesso all’area per bambini da 0 a 5 anni avviene a orario, previo pagamento di un piccolo biglietto extra che è necessario richiedere all’ingresso. L’intero edificio è privo di barriere architettoniche e accessibile al passeggini. All’interno del MUSE si trovano un ristorante e bagni attrezzati per il cambio dei bimbi più piccoli.
E per gli adulti?
Al di là della spettacolare esibizione, l’edificio che ospita il MUSE di Trento, progettato da Renzo Piano, rappresenta esso stesso un motivo di grande interesse. È tra l’altro realizzato secondo rigidi principi di sostenibilità ambientale ed eco-architettura, e ha ottenuto la prestigiosa certificazione LEED per la bioedilizia. La sezione dedicata al cambiamento climatico, alle estinzioni e all’ecologia è estremamente interessante e istruttiva. Personalmente, ho adorato la serra tropicale del piano interrato, che da sola, a mio parere, vale la visita.
Andateci, e poi mi direte. Sono pronta a scommettere che rimarrete entusiasti.
Info: www.muse.it
La spiaggia delle Due Sorelle è l’Adriatico che non ti aspetti. Una striscia irregolare di ciottoli di calcare, bianchi e perfettamente levigati, lambita da un mare adamantino e luccicante. Sparkling, si direbbe in inglese, con un termine che a me sembra fatto apposta per descrivere le bollicine dello spumante e i milioni di scaglie di luce che guizzano a mezzogiorno sulla superficie marina. Il mare delle Due Sorelle è così, brillante nelle sue numerose sfumature di blu. A fargli da quinta, una parete rocciosa piena di pieghe in diagonale, come lastre di pastasfoglia poggiate l’una sull’altra da un pasticciere ubriaco. E poi loro, i due faraglioni spigolosi che pregano a mani giunte mentre si specchiano nell’acqua trasparente.
Come arrivare alla spiaggia delle Due Sorelle con i bambini
Ci si arriva, con bambini o meno, soltanto dal mare (in teoria ci sarebbe un passaggio via terra, ma al momento è ufficialmente interdetto), con le motonavi che partono al mattino dal porto di Numana (bisogna prenotare chiamando lo 071.933.17.95, gli adulti pagano 20 euro e i bambini fino agli 8 anni la metà, gratis fino a 3 anni), si rientra per le 13 circa, oppure a bordo di una imbarcazione privata. La navigazione da Numana non dura più di mezz’ora, ma la vista sulle cale e sul verde brillante del monte Conero riempie gli occhi e il cuore.
Cosa portare alla spiaggia delle Due Sorelle con i bambini
La spiaggia delle Due Sorelle è una striscia di ciottoli bianca e deserta. Non esistono bar, stabilimenti balneari, bagni pubblici o altre strutture. Per scelta dell’amministrazione del Parco del Conero non sono stati posizionati sull’arenile neanche i cestini per i rifiuti. Quindi, prima di visitare la spiaggia delle Due Sorelle con i bambini è davvero consigliato equipaggiarsi con ombrellone, crema solare, borraccia con acqua e merende del caso. Consigliatissimi, ovviamente, maschera, pinne e secchiello.
La spiaggia delle Due Sorelle e le tartarughe
Circa una volta al mese, la spiaggia delle Due Sorelle è teatro del rilascio delle tartarughe marine riabilitate nell’Ospedale delle tartarughe gestito a Riccione dalla fondazione Cetacea Onlus. Sul sito dei Traghettatori del Conero trovate il calendario dei rilasci, cui è possibile assistere partendo a bordo delle motonavi dal porto di Numana (metà del prezzo del biglietto viene devoluto alla fondazione). Prenotare in anticipo è fondamentale per riuscire a partecipare.
Dove alloggiare per visitare la spiaggia delle Due Sorelle
L’intera Riviera del Conero è una base perfetta per visitare la spiaggia. Da Numana, in particolare, l’escursione è particolarmente semplice perché le motonavi partono direttamente da lì. Io e la mia famiglia alloggiavamo presso il CentroVacanze De Angelis, il cui personale ci ha offerto consigli e informazioni per organizzare la gita, prenotando un paio di giorni prima. Raggiungendo con la nostra auto il porto di Numana subito dopo la colazione, siamo riusciti a rientrare in tempo per il pranzo senza il minimo stress.
Qui trovate il mio racconto della nostra vacanza in Riviera del Conero con i bambini. La spiaggia delle Due Sorelle è il fiore all’occhiello di questo meraviglioso angolo d’Italia.
Grandi spiagge di sabbia, ciottoli o ghiaia fine, escursioni nel verde, acqua pulita e un lungomare chilometrico. La Riviera del Conero, nelle Marche, è una destinazione ideale per le famiglie con bambini che siano alla ricerca di una vacanza balneare tranquilla e rilassante. La posizione al centro dell’Italia, inoltre, la rende una meta non troppo distante a partire da molte città italiane. Noi ci siamo stati per la prima volta quest’anno, e questa è la nostra esperienza.
Il Conero con i bambini fa per voi se…
– Cercate spiagge sicure e attrezzate, dove i bambini possano giocare in autonomia o sfruttando le tante proposte di intrattenimento di stabilimenti balneari, complessi alberghieri e bar.
– Avete voglia di fare delle splendide escursioni in natura, guidate o meno, nei boschi del Parco Regionale del Monte Conero o alla scoperta di cale e insenature della Riviera.
– Volete alternare alla vita da spiaggia delle visite culturali alla scoperta dei numerosi incantevoli borghi marchigiani.
– Non vedete l’ora di assaggiare la cucina saporita delle Marche.
Andare al mare al Conero con i bambini
Il litorale è largo e lunghissimo, con un arenile di sassolini, spiaggia o ghiaia. Noi facevamo base a Marcelli di Numana, dove la spiaggia, molto ampia, è un ottimo compromesso tra divertimento e “pulizia”: una ghiaia fine che si presta a giocare con paletta e secchiello, ma non rimane attaccata addosso e soprattutto non si infiltra in ogni interstizio esistente.
Il mare, almeno in base alla mia esperienza, è decisamente pulito ma non trasparente, come credo sia più o meno la norma lungo la costa adriatica centro-settentrionale (intendo dire che entrati in acqua non ci si scorge i piedi). Assolutamente cristalline, invece, le acque che lambiscono la celebre spiaggia delle Due Sorelle, che abbiamo raggiunto via mare e a cui dedicherò presto un post specifico. Il lungomare, chilometrico, si presta a passeggiate a piedi e in bicicletta, ed è un susseguirsi di stabilimenti balneari, bar e altri locali. Ma se cercate un posto più selvaggio basta spostarsi di qualche chilometro verso spiaggette più riservate e libere (ce ne sono diverse sul litorale di Sirolo, a pochissimi chilometri da Numana).
Cosa vedere al Conero
La Riviera del Conero, come tutto il territorio marchigiano, è disseminata di piccole perle che vale assolutamente la pena visitare tra un nuotata e l’altra. Noi abbiamo visto Recanati e Loreto, ma le possibilità sono tante, a cominciare dai centri storici della stessa Numana e di Sirolo, proseguendo poi con Castelfidardo e Osimo. Si tratta di piccoli paesi, la cui visita è pertanto assolutamente alla portata di famiglie con bambini di qualsiasi età. Recanati l’ho amata soprattutto per la cura deliziosa dei particolari, e per la luce dorata che bagnava nel pomeriggio i luoghi leopardiani. Consiglio in particolare la visita al giardino con piccolo museo del Colle dell’Infinito, un luogo di calma, silenzio e natura.
Loreto è scenografica come solo certi borghi dell’Italia centrale sanno esserlo, con la sua mole elegante che si staglia sull’orizzonte, e l’abitato pittoresco, piccolo piccolo, che si sviluppa intorno alla sua famosa basilica. A prescindere dall’interesse per l’aspetto religioso, merita senz’altro una visita.
Altre esperienze da non perdere, se avete un po’ più di tempo, sono la visita alle celebri Grotte di Frasassi (un’ora di auto circa da Numana), la passeggiata sul lungomare di Porto Recanati e lo shopping presso gli spacci dei calzaturifici del comprensorio di Civitanova Marche.
Dove alloggiare al Conero con i bambini
La mia famiglia e io siamo stati ospiti del Centro Vacanze De Angelis di Marcelli di Numana. Si tratta di un grande complesso con villini deluxe (la soluzione più costosa, casette in legno immerse nel verde), bungalow in legno o muratura e camere matrimoniali. Il Centro offre spazi verdi, diverse aree gioco per bambini di tutte le età, campi sportivi e due piscine con scivoli e acqua a diverse profondità, una delle quali si trova presso la grande spiaggia attrezzata, che si raggiunge con una breve passeggiata dal Centro e ospita anche il ristorante del complesso.
Il Centro Vacanze De Angelis è la soluzione perfetta se amate i villaggi turistici e cercate:
– una struttura completamente attrezzata per ospiti di ogni età
– animazione diurna e serale per grandi e piccoli, con attività sportive, balli di gruppo, giochi in spiaggia, babydance e spettacoli (comunque mai invadente, almeno nel periodo in cui ci siamo stati noi, fine giugno)
– una cucina senza eccessive pretese ma abbondante e con sempre almeno una soluzione adatta ai bambini (pasta al sugo, riso, polpette).
– uno staff disponibile a venire incontro alle esigenze dei baby viaggiatori: sono disponibili, su richiesta, lettini, seggioloni (ma non tanti, quindi magari riservatene uno presso il ristorante del Centro), brodo e passato di verdura
– due bar e un market interno con generi alimentari, prodotti per l’igiene personale, giocattoli e l’occorrente per il mare
– parcheggio interno e in spiaggia.
Il mio consiglio? Anche se il villaggio offre tante occasioni di intrattenimento, non rimanete sempre al suo interno, e usatelo invece come la base perfetta per esplorare il territorio. Il personale della reception, preparato e gentilissimo, saprà darvi tutte le informazioni utili per organizzare le vostre escursioni, in autonomia o al seguito di gruppi organizzati. Visitare il Conero con i bambini vi regalerà divertimento, emozioni e relax.
Ci avviciniamo lentamente, al passo cauto e regolare degli asinelli che ci accompagnano in questa camminata. Il mare abbaglia come se fosse pieno di miliardi di piccoli diamanti, il contrasto coi colori della macchia mediterranea è struggente. Il trabucco storico di Cala Molinella compare quasi all’improvviso, complice un piccolo dosso che fino all’ultimo lo nasconde parzialmente alla nostra vista. L’impatto è forte. Dalla spiaggia sembrava molto più piccolo, ma in realtà è una struttura importante, con le sue “antenne” sottili che si protendono sull’abisso.
Saliamo sul ponte ed è subito pelle d’oca. Non sono più nel Gargano contemporaneo, di fronte a Vieste antica, su una struttura usata da oltre un secolo per la pesca del pesce azzurro, no. Mi trovo all’improvviso sulla tolda di un antico vascello, con mille cime che pendono, molli o tese, da alberi e pennoni. Sotto di me, il rimbombo dei passi sulle tavole consumate dalla salsedine. Davanti, il mare spumoso di smeraldi e zaffiri. Intorno, il maestrale che soffia piano. Sulla mia testa, gabbiani affamati in attesa del saccheggio alla battuta di pesca che ci attende.
Un viaggio nel tempo e nello spazio, accanto a pescatori che hanno mani che raccontano e occhi che sorridono o piangono a seconda di cosa dice la voce. I trabucchi storici del Gargano sono giganti apparentemente fragili, acquattati al riparo nelle insenature o incastonati nella roccia. Hanno tre secoli di storia, e sono figli della paura e dell’ingegno, come tante straordinarie invenzioni dell’umanità. Ai tempi delle scorribande ottomane nell’Adriatico, uscire a pescare significava spesso una morte atroce, o, peggio ancora, la cattura e la schiavitù definitiva sulle navi dei Turchi. Tutta la vita passata a remare, sotto la frusta e lontano dalla luce del sole.
Eppure si doveva mangiare. La soluzione è stata proprio la pesca sui trabucchi. Piccole prore di terra, con un complesso sistema di alberi, cime e argani che permette di calare dall’alto una rete enorme, rattoppata ogni anno da mani sapienti. Dieci minuti, e la rete viene chiusa e tirata su, per valutare la generosità del mare. Con un retino dal manico lungo decine di metri si raccoglie il pescato, dopodiché si ripete l’operazione. Per ore e ore, talvolta giorno e notte, col vento gelato, la pioggia che punge o il sole che cuoce.
Partecipare a una battuta di pesca su un trabucco del Gargano è un’esperienza letteraria, quasi magica. Il tempo si incastra nelle maglie delle reti da pesca, nei nodi del legno degli alberi e del ponte. Nelle rughe dei vecchi pescatori. La storia freme come il pesce che si dibatte prima di arrendersi, come il vento che soffia dal mare e il sole che sbatte sulle case bianche di tufo e di calce. il cuore si tuffa e palpita, commosso e felice.
Informazioni pratiche sulla pesca sui trabucchi:
Io ho partecipato a una battuta di pesca sul trabucco di Cala Molinella, a Vieste, organizzata dall’associazione La rinascita dei trabucchi storici. Il tramite, nel mio caso, è stato il villaggio turistico ecologico Cala Molinella, del quale ero ospite, che organizza anche la passeggiata con gli asinelli fino alla baia. Chi vuole, però, può contattare direttamente l’associazione, che per tutta l’estate organizza battute di pesca sui trabucchi tre giorni alla settimana (al tramonto o in notturna) o, per gruppi di almeno dieci persone, su appuntamento. La dimostrazione dura circa un’ora, e prevede una interessantissima spiegazione sulla storia dei trabucchi e sulle tecniche di pesca utilizzate. Il costo del biglietto comprende anche un aperitivo a base di deliziosi prodotti della gastronomia pugliese. I bambini sono ammessi, ma personalmente sconsiglio di portare bimbi troppo piccoli, perché si rischia di passare il tempo a sorvegliarli per evitare che si facciano male, che intralcino le operazioni di pesca o che addirittura finiscano in mare.
In questo post potete leggere il racconto della mia vacanza in Gargano con i bambini.