Storia di un bambino con le coliche e dei tre mesi più lunghi della mia vita
Al di là di cosa mangia il piccolo urlatore, comunque, pare che sia importante anche il “come” si alimenta: se il neonato è particolarmente “avido” durante la poppata – e manco a dirlo, è sempre stato il caso di BigD – è più facile che ingerisca molta aria. In questi casi, allora, si può tentare di metterlo al seno prima che sia troppo affamato, oppure interrompere ogni tanto la poppata per fargli fare il ruttino. Sempre che lui lo permetta, ovviamente. Se si usa il biberon, invece, si dovrebbe correggere la posizione del bimbo e l’inclinazione della bottiglia, sempre per scongiurare l’ingestione delle famigerate bolle d’aria. Per quanto riguarda i veri e propri rimedi naturali, sono un po’ controverse le tisane al finocchio, a lungo considerate un toccasana per i problemi digestivi dei poppanti ma più di recente finite sotto accusa per la presenza di estragolo, una sostanza contenuta appunto nei semi e di conseguenza nell’infuso di finocchio e riconosciuta da anni come cancerogena e genotossica. In realtà, vista la concentrazione di estragolo nelle tisane e le quantità che normalmente può assumerne un neonato, il rischio di intossicarsi rimane trascurabile, soprattutto se l’uso è limitato nel tempo mentre è invece possibile – ed è questo, forse, il vero aspetto da tenere in considerazione – che l’assunzione di liquidi diversi dal latte possa interferire con l’allattamento al seno. Un discorso che vale anche per altri infusi consigliati in caso di coliche gassose, come quelli di anice o camomilla, e che per questa ragione dovrebbero essere somministrati con estrema parsimonia, e comunque sempre dietro consiglio medico.
Molte madri giurano che il sistema migliore per alleviare i fastidi delle coliche è rappresentato dai massaggi, da effettuare, meglio se con l’ausilio di oli specifici a base di camomilla, maggiorana e altre erbe officinali, in senso circolare sul pancino del bebè, tracciando una specie di C intorno all’ombelico e cercando si seguire il profilo del colon. Per favorire l’espulsione dei gas intestinali si può anche far sdraiare il bambino sulla schiena e portargli delicatamente le ginocchia al petto, oppure muovergli le gambe in modo da simulare una “pedalata”. Molti, semplicemente, consigliano di tenere il piccolo a pancia in giù, magari sul petto della madre o del padre, per rassicurarlo e calmare i dolori. Con BigD abbiamo provato tutto tranne il massaggio tantrico e lo shiatsu, ma – devo ancora dirvelo? – senza troppi esiti. Funzionava un po’ di più, in effetti, spalmarmelo sul petto e accarezzarlo di continuo. Molte notti le abbiamo passate così, davanti alle repliche di improbabili trasmissioni di Real Time (quando il rimedio è peggio del male). A proposito, lo sapevate che c’è gente che mangia divani e pelo di gatto e non fa neanche una scoreggia? E poi mio figlio deve soffrire di coliche?! Comunque.
Direi che in generale il contatto prolungato con vostro figlio rappresenta la cura più efficace che possiate somministrargli (Davide si calmava un po’ ciucciando il mio mignolo, per esempio). Coccole, carezze, paroline sussurrate e, naturalmente, il seno. Anche piangere insieme a lui può servire, perché no. Infine, lunghe camminate, nel passeggino o meglio ancora in fascia, sono un altro sistema efficace per favorire l’espulsione del malefico gas e per aiutare il bambino a distrarsi e, se siete fortunati, prendere sonno. Forse l’unico mezzo, a parte la tecnica divano-koala-realtime, che ci ha permesso di far passare quei giorni sempre uguali, che sembravano destinati a non finire mai. Sembravano, appunto. Perché la buona notizia (ve l’avevo promessa!) è che prima o poi, come sono arrivate, queste crisi maledette vi lasceranno, restituendovi un bambino sorridente, rilassato e, forse forse, silenzioso. E se i soliti bene informati vi dicono di aspettare che il piccolo di scimmia urlatrice che avete generato compia tre mesi, voi credeteci! Neanche Paolo Brosio dopo l’ennesimo pellegrinaggio a Medjugorje sarebbe in grado di spiegare la ragione di questa guarigione improvvisa, ma l’importante è sapere che è solo questione di tempo. E, cosa ancora più importante, sappiate che di norma si tratta di un disturbo del tutto benigno, senza implicazioni sulla salute generale del piccolo malcapitato, che in capo a qualche mese se ne dimenticherà completamente.
Voi, invece, non ve ne scorderete mai, ma anche questo fa parte del gioco, no?