La strada verso la sostenibilità è lastricata di sacchetti di plastica e vaschette di alluminio. Nonostante il titolo perentorio di questo blog, in effetti, la mia greenitudine è in continuo divenire, piena di crepe e di incoerenze grandi e piccole, che prima o poi dovrò guardare negli occhi e decidere se e come affrontare. La lista delle mie mancanze è lunga e articolata e comprende peccati veniali ed eco-colpe davvero mortali.
Lo spazzolino elettrico
Ora, io sono una che non va dall’estetista, si trucca pochissimo e si mangia le unghie. Ma coi denti sono davvero un po’ fissata. Mi piace sentirli sempre puliti, non sopporto di passarci sopra la lingua e non trovarli perfettamente lisci. E poi sugli spazzolini manuali mi accanisco con ferocia assassina: li mastico, li deformo, ne appiattisco le setole. Una volta ne ho perfino spezzato uno mentre mi lavavo i denti (in un’altra vita, secondo me, sono stata un batterio della carie). Allora via di spazzolino elettrico, che consuma energia, certo, ma magari ne fa risparmiare un po’ al mio dentista quando vado a fare la mia brava pulizia semestrale. A mia discolpa posso dire che spremiagrumi, grattugia e altre amenità del genere, in casa nostra, sono tutte rigorosamente manuali. Non mi sognerei mai, per dire, di comprare un levapelucchi a batteria.
Le pappe di Artù
Il micio di casa pesa sette chili e mezzo (tutti big, in questa famiglia…). È grande come una Panda e famelico come un panda, e fin qui non ci sarebbe niente di male. Il fatto è che Artù è pure mordace come un piranha, soprattutto quando è affamato. Ed è di palato fine, anche. Quindi – mea culpa, mea maxima culpa – viene nutrito quotidianamente con succulente monodosi di pappe umide dagli olezzi improbabili, ma che lui trova quanto mai appetitose. Ne è dipendente, si può dire, e visto che l’unica alternativa che ammette sono i miei polpacci, ne sono ormai drogata anche io. Una volta ha anche vinto una fornitura di bustine al tonno che lui avrebbe volentieri ingollato con tutta la plastica. Tutta roba naturale e priva di additivi, comunque, ma pur sempre confezionata in bustine di plastica o lattine di alluminio minuscole. Per espiare, giuro solennemente che i rifiuti vengono rigorosamente differenziati, e che i croccantini, almeno, li acquistiamo in confezioni giganti da oltre un chilo.