Da quando Davide e Flavia non sono più piccolissimi, passare il tempo con loro è diventato per me (anche) un vero e proprio divertimento. Viaggiare, giocare a carte per ore, andare al cinema, in gelateria, al ristorante, guardare un film sul divano, leggere insieme facendo “le vocine”, passare la domenica in piscina: godiamo della compagnia reciproca, ridiamo, ci prendiamo in giro. Costruiamo un linguaggio comune di scherzi, sfottò e riferimenti che, mi auguro, ricorderemo per tutta la vita. È la parte migliore, per certi versi, dell’avere figli della loro età, non più minuscola ma ancora relativamente lontana (o almeno lo spero) dall’indifferenza, dal distacco e forse dal conflitto che mi toccheranno durante la loro adolescenza. Quella parte che compensa, almeno un po’, i momenti di colossale stanchezza e l’impegno quotidiano che richiede lo sforzo educativo di questi anni.
A volte però mi viene il dubbio che i miei figli possano fraintendere il mio ruolo. Che possano “dimenticare” che sono una madre, con le sue responsabilità precise, e scambiarmi per una specie di amica. Una cosa che mai vorrei, e che penso sarebbe controproducente non solo ai fini del loro sviluppo personale, ma anche dell’evoluzione del nostro rapporto nel lungo termine.
“Sono vostra madre, anche se mi diverto a giocare con voi. Anche se con voi scherzo e se mi lascio prendere in giro. Anche se condividiamo sinceramente un sacco di interessi, se mi stanno a cuore le cose che vi piacciono, se il vostro parere per me conta praticamente sempre. Anche se vi parlo spesso come a dei pari, se vi dico le cose come stanno, se mi mostro ai vostri occhi per quello che sono davvero. Anche se sono sempre al vostro fianco, se piango con voi e rido con voi. Anche se di solito ho la presunzione di credere di riuscire a capirvi come nessun altro al mondo (ma questa, lo so bene, è un’illusione che non durerà)”.
I miei figli potranno scegliere, negli anni, tutti gli amici che vorranno. Hanno già cominciato, in effetti, mostrando di avere le idee chiare e, di solito, una certa lungimiranza. Potranno essere amici tra loro, ed è quello che spero con tutto il cuore per il futuro di tutti noi. Io, però, sono una cosa diversa, e sempre lo sarò. Mi troveranno dalla loro parte, finché avrò vita. Mi sforzerò di comprenderli, anche quando le loro scelte saranno molto distanti da quelle che farei io. E confido che sapremo sempre ridere insieme, anche quando il tempo avrà cambiato drasticamente le nostre vite. Ma non sono una loro amica e non lo sarò mai, anche se loro sono a volte i migliori compagni di avventure che potrei desiderare.