Non saranno 4.850, come cantava Daniele Silvestri troppi anni fa, ma poco ci manca. BigD, come sapete, ha un fratello maggiore che si chiama Artù (ma, vista la stazza, potremmo senza indugio ribattezzarlo BigA). Un micio senza pedigree ma con molte vibrisse, che è arrivato in casa nostra, minuscolo, circa un anno prima che io partorissi. Durante la mia gravidanza, Artù è stato la mia ombra. Perennemente accoccolato sul mio sterno, prodigo di ronron (ma anche di morsi e zampate) e avido di grattini (ma più che altro di tonno, prosciutto e Parmigiano Reggiano), ha ignorato per 39 settimane gli anatemi scagliati su di noi dalle cassandre della toxoplasmosi – evidentemente male informate sul ciclo vitale del toxoplasma – tenendomi in caldo il pancione, anche a luglio (sic!). Una specie di chioccia coi peli e l’addome pendulo. Sarà questo, o sarà che lui e BigD vivono da 8 mesi in una imbarazzante promiscuità, ma a me sembra che i cuccioli di casa stiano sviluppando una discreta somiglianza, nella pinguedine e nei comportamenti. Che questo sia un fatto di cui andare orgogliosi o un motivo di preoccupazione, lo lascio decidere a voi, ma tant’è: ecco le cose che hanno in comune mio figlio e il mio gatto.
Spiccata predilezione per le toilette immacolate
Non importa cosa, quanto o quando abbia mangiato. Conta poco il tempo trascorso dal precedente vuotamento intestinale o l’orario in cui viene effettuata la pulizia. Nel momento in cui la lettiera torna netta e beneodorante, Artù viene colto da una incontenibile peristalsi, o per lo meno da un richiamo irresistibile alla minzione. Immancabilmente. Parimenti, un pannolino asciutto e appena installato rappresenta una tentazione irrefrenabile per la vescica di BigD. È matematico: appena riuscite ad abbottonare gli automatici del body mentre lui si divincola come un capitone il 31 dicembre, un inequivocabile tepore inguinale obbligherà la vostra coscienza a riaprire il pacchetto ed effettuare un nuovo cambio.
Fuso orario di Tokyo
Statene certi. Se per una qualche inspiegabile anomalia siderale – tipo Giove che si allinea con Mercurio nel momento esatto in cui la Cometa di Halley infilza uno ad uno tutti gli anelli di Saturno gridando olè – BigD decidesse di dormire una notte intera, non più tardi delle 5 di mattina un gradevole raschiare di unghie contro lo stipite della porta della camera da letto annuncerebbe a Mamma Green e al suo sfortunato consorte che Artù è sveglio. Ha voglia di giocare, ha già depositato in lettiera una quantità di escrementi che al confronto un T-Rex sembrerebbe un canarino stitico e, naturalmente, è affamato.
Artigli assassini
È inutile. Neanche un tiragraffi taglia baobab e il set di manicure per neonati più tecnologico sulla piazza saranno mai in grado di spuntare le armi bianche in dotazione ai piccoli di Mamma Green. Sarà per questo che da un anno e mezzo a questa parte somiglio a un incrocio tra Edward Mani di Forbice e una emo autolesionista in là con gli anni e con problemi di peso.
Mania ossessivo-compulsiva per certi giochi
Se mai doveste incontrare BigD e vi venisse in mente di avviare con lui una sessione di “Cucù – Tetè”, sappiate che potreste rimanervi invischiati fino alla vostra sopraggiunta menopausa (o andropausa, questo blog è contrario alle discriminazioni di genere). Potreste invece maturare la pensione di anzianità – la legge Fornero prevede una deroga apposita per queste situazioni – giocando a “lancia e riporta” con Artù, a condizione però che usiate soltanto palline di carta stagnola o altri rifiuti di varia composizione (vedi oltre).
Insana attrazione verso i balocchi fatti con la mondezza
Coi soldi spesi comprando palline rimbalzine, topolini a molla e pupazzetti imbottiti di erba gatta avrei potuto pagare una multiproprietà alle Baleari. Micio li annusa, comprende che non è roba commestibile, e li lascia marcire nell’indifferenza. Basta però un foglio di alluminio accartocciato, possibilmente unto di kebab o di frittata di maccheroni, per fargli dilatare le pupille peggio di Fabrizio Corona in crisi d’astinenza, e dare il via a una interminabile seduta di inseguimenti, balzi e parate degni del miglior Benji Price. Stessa storia coi giochi educativi ed ecofriendly per neonati che affollano i nostri 63 metri quadri di appartamento: Davide li afferra, li scuote, li sbatte l’uno contro l’altro, li addenta con avidità (ma forse sarebbe meglio dire “li aggengiva”, vista la sua condizione irrimediabilmente sdentata), ma il suo cuore resta tutto per i tubetti di dentifricio vuoti, le bottiglie del latte accartocciate e i cartoni della pizza. Che non si dica che i figli di Mamma Green non siano capaci di riciclare la spazzatura!
12 Commenti
Il giocattolo definitivo di Timba è un laccio di scarpe incastrato in un tubetto di Zerinol vuoto… soldi buttati in palline e topolini.
Molti, troppi soldi.
Vuoi sapere cosa è successo invece al nostro coraggioso Ronnie da quando è nata Michela?Tutte le volte che lei è in casa,lui fugge in altre stanze,il più lontano possibile.Se trova le zanzariere dei balconi calate,le scassina…..mah.Poi,altre volte,tenta un minimo approccio che viene subito scoraggiato dagli schiaffi di Michela e dai suoi tentativi di strappargli tutti i peli.C’è chi parla di paura,chi di gelosia (tant’è che ci hanno suggerito di acquistare un collare che rilascia ormoni materni che ovviamente non ha funzionato),fatto sta che il rapporto tra Ronnie e Michela è poco idilliaco…..
Secondo me sono anche le frequenze dei gridolini infantili ad essere poco incoraggianti per cani e gatti. Comunque sono certa che per Ronnie e Michela sia solo questione di tempo! Ah, i feromoni esistono anche nela versione “felina”, noi li abbiamo provati quando Artù era piccolo e insopportabilmente mordace, ma non sortirono molti effetti…
Sai cosa?Poiché Michela non urla frequentemente (avrai notato che non è una grande chiacchierona…),abbiamo il sospetto che ad intimorire Ronnie siamo tutti noi con gli atteggiamenti da ‘deficienti’ che assumiamo con Micky…. o_O
Hehe. Possibile. Ai suoi occhi avete perso ogni traccia di rispettabilità 🙂
Ihih! Bellissimo!
Vero? 🙂 Un po’ meno quando mi ritrovo con il micio attaccato a un polpaccio e il pupo che mi azzanna il mento, ma pazienza! 😉
ciao Mamma Green, piacere! … che belli e teneri i tuoi due Big :), divertente quello che hai scritto e bello che li lasci vicini, alla faccia dei tanti che sostengono che i gatti non devono stare con i bambini perché portatori di (non ho mai ben capito quali) malattie che neanche loro sanno… appunto le “cassandre” per prime. Io dico sempre che le mie “ragazze” sono più sane e pulite, e sanno insegnare – in silenzio – molto più di certi dotati di (inutile) parola! Ti seguiremo volentieri, ciaomiao da noi. Gaia con Magò&Mia
Ciao e benvenuta! 🙂 Faccio un salto da te, non vedo l’ora di conoscere meglio le tue signorine baffute 😉
Grazie per la considerazione, sei molto gentile :). Una buona giornata a tutti voi!
la foto di Artù nella culla è spettacolare!