Da diverse settimane, mio figlio sfoggia un colorito nocciola-ramato sulle manine e sul viso. Regalo delle passeggiate quotidiane e delle gite all’aperto che facciamo spesso nel fine settimana. Sembra uno di quei personaggi televisivi che hanno steso male il fondotinta, o un bimbo di strada che non si lava le mani da almeno una settimana, però a me quella sua improbabile abbronzatura a zone mette davvero di buon umore.
Mi ricorda che io e suo padre siamo stati benedetti da un bambino che sprizza salute ed energia, che ama stare all’aperto, che non disdegna le nuove esperienze. Testimonia la fortuna di avere tempo e voglia di andare in giro con nostro figlio, di approfittare del sole di primavera per schiodarci da casa e camminare per il mondo. O almeno per il quartiere, che per un bambino di un anno o poco più può risultare altrettanto stimolante.
E poi, quelle mani scure e quella faccia dorata mi aiutano a pensare che vivere dove viviamo, tutto sommato, ci garantisce ancora qualche privilegio. Forse non è abbastanza, in mezzo a tanti disagi e a troppe mancanze, ma è decisamente qualcosa per cui valga ancora la pena sorridere.
Mi rimane, a questo punto, soltanto una perplessità. Se BigD sembra uscito dal depliant pubblicitario di un centro abbronzante, com’è che sua madre se ne va in giro ostinatamente con il suo solito incarnato verde muffa? (Va bene che cerco di essere green, ma gli altri devono per forza capirlo fin dalla prima occhiata?) Deve esserci qualcosa che mi sfugge.