I miei figli mi hanno insegnato che l’amore è difficile. Costa fatica, qualche volta dolore. Una scelta da rinnovare ogni giorno, che in qualche caso può costare un prezzo altissimo. Impone, ogni tanto, scelte che fanno male, responsabilità che piegano la schiena, decisioni che comportano una perdita. Una scommessa senza quotazione, un investimento senza garanzia. Mi hanno insegnato che l’amore è facile. Naturale, istintivo. Ti sommerge come una marea improvvisa, senza che tu sappia arginarlo, se anche lo volessi. Fa espandere il tuo corpo, ne dissolve i confini. Scolorisce il mondo davanti ai tuoi occhi, ti lega a doppio nodo al qui e ora. Un sorriso che non ti aspettavi, una mano piccola che si stringe alla tua, un bacio umidiccio che non avevi chiesto.
I miei figli mi hanno insegnato che l’amore è egoista. Gode istintivamente nell’essere ricambiato, si alimenta di esclusività e gerarchie, qualche volta si imbratta di gelosia. Pasce inevitabili aspettative e umanissimi desideri. Coltiva sogni a lungo termine, esige il conforto naturale della replica, la conferma rassicurante e dolcissima del contraccambio. Mi hanno insegnato che l’amore è gratuito. Si impone di non chiedere niente, di non fare domande e di non pretendere risposte. Sa, quando occorre, mutilare se stesso per non stritolare, zittirsi per non parlare a sproposito. Dire addio, con lo strazio nel cuore e il sorriso sulle labbra.
Mi hanno insegnato che, ogni tanto, l’amore si trova a mentire. Per eccesso di altruismo, per timore, per ingenuità. Ma che di norma è schietto e senza filtri. Anche quando sa di far male e rischia di non essere compreso.
I miei figli mi hanno insegnato che l’amore, certe volte, fa paura. Sgomenta con la sua aura di eternità, con la profondità vorticosa del suo stesso abisso. Con le sue implicazioni più irrazionali e anche con quelle che impongono la più ferrea delle logiche. Che l’amore, molto spesso, infonde coraggio. È un sorriso stoico di fronte a una malattia, la tenerezza che si fa più forte della fatica e della rabbia, un abbraccio che scioglie i dubbi e allontana gli spettri.
Mi hanno insegnato che l’amore è una specie di condanna a vita. Un’ipoteca sul futuro, il solo sempre e l’unico mai che abbia davvero senso pronunciare. E che l’amore, soprattutto, è libertà. Di essere né più né meno quello che si è, di dare quanto si possiede senza preoccuparsi che non sia abbastanza, o che sia addirittura troppo. Libertà, soprattutto, per chi dell’amore è oggetto, perché essere amato non diventi una trappola, un laccio, un peso.
I miei figli mi hanno insegnato l’amore. Ero convinta di conoscerlo già, ma adesso mi sembra che prima non ne sapessi poi granché.
Con questo post partecipo al tema “Educazione, la nostra sfida” – #educhiAmo delle #StorMoms.