E che mi mancheranno quando sarà cresciuto)
1. Il rumore rotondo, quasi impercettibile, che produce quando manda giù la pappa. Ad ogni boccone un minuscolo tonfo soddisfatto (e dire che io odio qualunque sbrodolio, mastichio, sciacquettio, borbottio di orale provenienza).
2. Il modo terrorizzato in cui ride a crepapelle quando lo faccio saltare tra le mie braccia.
3. L’ostinazione scanzonata con cui tormenta il povero Artù nonostante i nostri avvertimenti.
4. Quel momento immancabile in cui, nel mezzo della poppata della sera, si stacca dal mio seno, mi guarda negli occhi e sorride. Una sola volta per sera, tutte le sere. Pieno di stupore, ogni giorno la stessa incomprensibile e commovente meraviglia (il sorriso più bello della giornata, disarmato e disarmante).
5. Quel suo dimenare le braccia quando è eccitato, impaziente o entusiasta. Lo stesso identico modo involontario di agitarsi di cui io mi sono vergognata per anni.
6. La radice del naso.
7. Il modo in cui atteggia le labbra quando si concentra.
8. La nenia infinita che intona quando ha voglia di dormire.
9. Il rinculo che fa quando, seduto sul pavimento, lancia un oggetto in avanti.
10. Il piccolo garrito che emette quando è particolarmente euforico. Quel suono acuto e argentino che fa Ddeddedddedddedddedde (e che io e suo padre abbiamo imparato a imitare alla perfezione).
4 Commenti
la risata terrorizzata è la meglio cosa
E pure l’apnea da solletico. Ma non l’ho scritto perché sospetto non sia ammessa dalla Convenzione di Ginevra.
Se sono per terra mentre lei gioca, ad un certo
punto si avvicina e mi chiede (nel senso, ovviamente, che manda quei segnali che io oramai capisco) di scoprire la schiena o la pancia perché deve accarezzarmi o poggiarci la testa…….e io mi sciolgo a guardarla.
Mamma mia!! Pelle d’oca… Non dimentichiamocele mai, queste cose…