10 cose che non dimenticherò mai (della mia maternità)

Ricordare è sempre stato un mantra, per me, fin da quando avevo ben poco da ricordare. Sono incline alla nostalgia, quella buona che ti riempie di dolcezza e quella crudele che ti strazia di rimpianto. Le foto, oltre alle parole scritte, sono gli strumenti a cui i aggrappo da sempre per “non dimenticare”. Anche se quando poi guardo i miei scatti non sono mai soddisfatta. Tipico di me.

A volte mi porto dietro una reflex che utilizzo troppo male, eppure non riesco a rassegnarmi a usare esclusivamente il telefono. Sto pensando di prendere una fotocamera bridge Panasonic o un’altra compatta, e in ogni caso, a parte tutto, per ricordare io scrivo e scrivo e scrivo.

Ed ecco perché oggi scrivo qui l’elenco di 10 cose che (finora) non dimenticherò della mia maternità. In modo che la mia memoria non possa giocarmi un brutto scherzo.

1. L’espressione di Davide quando io e Flavia siamo rientrate a casa dall’ospedale. Quella – al limite del ribrezzo – che ha rapidamente scoccato a sua sorella ma, soprattutto, quella commossa e innamorata che mi ha riservato, al termine di una separazione durata tre giorni e dalla quale credevo che saremmo usciti distrutti.

2. Gli elettrodi sulla testa microscopica di Flavia, durante l’esame dell’udito che abbiamo dovuto farle quando era piccolissima, e quando sospettavamo che potesse sentire male, o non sentire affatto. La sua testa microscopica che dormiva tra quegli elettrodi enormi, e il sollievo indescrivibile quando ci hanno comunicato l’esito del test.

3. Il primo giorno di scuola di mio figlio, o meglio la sua espressione che ho spiato dalla finestra prima di entrare a riprenderlo. Lo sguardo asciutto ma smarrito, lo sgomento di un piccolo essere umano che si domanda perché mai si trovi lì e dove sia finita sua madre.

4. L’anestesista che ha seguito il mio secondo parto, e che è riuscita a farmi avere la spinale nonostante una complicazione che rischiava di costringermi a un’anestesia totale. Le mie lacrime di pianto che diventavano sollievo, la consapevolezza straordinaria del fatto che sarei stata “presente” alla nascita di mia figlia.

5. La prima volta in cui Davide si è interessato a sua sorella, che ormai aveva circa sei mesi. “Piaia” mi disse. Poi mi prese per mano e si fece condurre da lei, che dormiva in un’altra stanza. La luce in fondo al tunnel, l’improvvisa speranza dopo sei interminabili mesi di dubbi e sensi di colpa.

6. La volta in cui, tra le onde di Fuerteventura, mio figlio mi ha detto: “Mamma, è stato il divertimento più grande della mia vita”. Quella in cui ha pianto lasciando il suolo finlandese, al grido di “Mi mancherà il Polo Nord”, quella in cui sua sorella si è incantata immobile davanti a un panorama mozzafiato. La certezza che, nonostante la fatica, l’impegno e i compromessi, viaggiare insieme a loro sia un regalo di valore inestimabile per tutti noi.

7. Lo sguardo che l’ostetrica scambiò con la sua collega durante il mio primo travaglio. La sua voce che mi diceva: “Peccato, signora: le mancavano solo le spinte”. Il freddo glaciale in sala operatoria, il mal di testa insopportabile nei giorni successivi al parto.

8. L’ultima volta che ho allattato ciascuno dei miei figli. Ben consapevole, a differenza loro, che sarebbe stata l’ultima. L’insieme di sensazioni agrodolci, la nostalgia mista all’orgoglio, la preoccupazione insieme alla fiducia.

9. La prima volta in cui Davide, arrabbiato, mi ha urlato “Non ti voglio più bene”. La sorpresa, l’amarezza, la consapevolezza di dover essere razionale e di non badarci troppo. La voglia di rispondergli “Io invece te ne vorrò sempre, qualunque cosa accada” (che poi è esattamente ciò che ho fatto).

10. Tutte le volte in cui i miei figli mi rendono orgogliosa di loro. Delle persone che sono e di quelle che stanno diventando. Delle cose che pensano, di quelle che sentono, di quelle che sanno fare e di quelle che non riescono ancora a realizzare. Del loro amore, del loro ingegno, della loro fantasia.

 

Post in collaborazione con Panasonic.

You may also like

Lascia un commento