Solo sua madre

La sfida più grande è quella che non ho ancora raccolto. La sfida più grande è accettare che lui possa fare completamente a meno di me, che la mia presenza possa divenirgli del tutto indifferente. Non domani, non tra un mese, forse, ma prima di quanto sarebbe comodo pensare. Accettare di non essere speciale, di non essere niente di più rispetto a tanta altra gente, accettare l’eventualità che lui mi ami meno di altre persone. La sfida più grande, per dirla tutta, è prendere in considerazione la possibilità che mio figlio non mi ami affatto, una volta cresciuto, e prepararmi a rispettare in ogni caso la sua scelta. Anche se dovesse comportare una verità così straziante.

La sfida più grande è separarmi da lui senza aspettarmi che si volti per un saluto, e ritrovarlo senza dare per scontato che dimostri una gioia particolare nel rivedermi. Amarlo più di chiunque altro al mondo senza aspettarmi che per lui sia lo stesso. Anzi. Sapendo che è nella natura delle cose che questo non accada.

La sfida più grande è allenarmi ogni giorno a perdere il primato che lui stesso mi ha assegnato, sapere che lo sguardo speciale destinato solo a me non riempirà i suoi occhi per sempre. Fare passi indietro come i gamberi, per sparire senza traumi dalla sua vista quando lui avrà voglia e bisogno di guardare altro. Insegnare a me stessa, per quanto mi appaia uno sforzo sovrumano, che averlo costruito pezzo a pezzo, averlo forgiato nella soffice cavità posta al centro del centro del mio corpo, averlo assistito nelle sue prime, faticose ed emozionanti conquiste, non mi rende speciale.

La sfida più grande, quella che forse non vincerò mai, è ricordare in ogni momento che, in fondo, io sono solo sua madre.

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13 Commenti

angelaercolano 14 Aprile 2014 - 11:27

non me lo dire! I miei figli hanno 6 e 8 anni e quel momento si sta’ pericolosamente avvicinando…paura!

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Donatella 14 Aprile 2014 - 12:58

Mai post è stato più vero. Guardarli allontanarsi sereni e ricacciare indietro le lacrime. Piú sono sereni e più si allontaneranno senza neanche voltarsi per l’ultima volta. Piú sono sereni, piú piangereró in silenzio e ancor di più saró certa di aver centrato l’obiettivo di averli consegnati alla vita, quella stessa che un giorno lontano, io ed il loro padre, gli abbiamo donato!

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Barbara 14 Aprile 2014 - 13:14

Sono proprio le cose che penso spesso anch’io, con un figlio che tra poco compie 10 anni e uno di quasi 7, li vedo sempre più autonomi ed indipendenti, guardando le amiche con bimbi piccoli invidio il loro essere così indispensabili, ma poi penso alla mia esperienza, a quando a 22 anni sono andata via da casa, litigando con mio padre e fingendo di non vedere le lacrime di mia madre, a quanto in ogni occasione, in ogni avvenimento della mia vita le parole, i consigli, gli insegnamenti ma anche le piccole abitudini dei miei genitori erano sempre con me, e così il mio amore infinito per loro. Quando poi ho avuto dei figli ho compreso davvero cosa hanno provato e capisco che prima o poi toccherà anche a me, come dice mia madre, ma so che se come genitore ho dato amore, quell’amore rimarrà sempre e verrà, a modo suo, ricambiato, anche da quel figlio che se ne andrà dimenticandosi di salutarmi, per percorrere la sua strada con quella “valigia” che noi genitori gli abbiamo, con tanta cura, preparato.
Complimenti per il tuo blog, l’ho appena scoperto e mi piace moltissimo!

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uesciva 14 Aprile 2014 - 14:39

io non ho ancora smesso di pensarci a questa storia, che poi, a ben vedere, non è solo una questione che riguarda la maternità in senso stretto, altrimenti non ne soffriresti così tanto… e pensa che ci ripenso sono riuscita a ricordare chi mi hai fatto venire in mente con questo e con l’altro post: Sant’Agostino!! No davvero non prendermi per pazza, come filosofo Agostino affronta e scrive di questa questione del rapporto figli/genitori, anche perché lui ha un legame particolare con sua mamma… (“ama chi ti ha generato ma non più di chi ti ha creato”) …

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Giulia 14 Aprile 2014 - 16:43

Io purtroppo (o per fortuna visti i tempi) ho dovuto riprendere a lavorare a tempo pieno quando le mie bimbe avevano 7 mesi e ho ben presente il nodo alla gola che prende quando chiudi la porta della classe e sai che ad occuparsi di loro per l’intera giornata sarà qualcun’altro…
Mi stupiva, e mi faceva in qualche modo un po’ male, che entrambe non piangessero al mattino quando le lasciavo mentre attorno a me c’erano scene di bimbi disperati. Poi una maestra mi disse che loro erano serene, sicure dell’amore che provavo per loro e che avevano quindi la certezza che sarei tornata a prenderle per riempirle di attenzioni… questa frase mi ha almeno rasserenata non facendomi sentire una madre odiata già in fasce!
La mia grande, nonostante i suoi quasi 5 anni come ama dire lei, fa già delle richieste di autonomia… fare qualche pista da sci da sola, tornare a casa da sola quando siamo in montagna in un paesino talmente piccolo in cui tutti la conoscono ed è impossibile che le succeda qualcosa… e ogni volta penso che un giorno torneranno a casa da sole da scuola e chiederanno di uscire alla sera… penso che non sarò mai preparata per questo!
Però credo che l’essere bravi genitori sia accompagnarli fino a un certo punto della strada e poi fare due passi indietro e guardarli proseguire da soli… come ha fatto la mia mamma quando a 22 anni le ho detto che volevo andare a vivere da sola! Mi ha aiutata a cercare casa, a rimetterla a posto e poi… mi ha dato una spinta e lasciata volare da sola verso i miei traguardi ed i miei sbagli! Essendoci sempre nel caso i “muri” contro cui mi scontravo fossero stati troppo “duri”!!!

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elena 14 Aprile 2014 - 20:42

Che dura verità. Hai centrato il problema in pieno.

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Da Mamma a Mamma 15 Aprile 2014 - 00:15

Anche io ci penso spesso, e la mia nana ha solo 2 anni…. ma già mi viene l’ansia al pensiero che un giorno non mi considererà più la persona più importante per lei…. l’unica cosa che possiamo fare è crescerli al meglio delle nostre possibilità e sperare che anche una volta cresciuti continuino ad amarci come ci amano ora…. io di certo l’amerò sempre di più.

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Fulvia 15 Aprile 2014 - 08:43

E una donna che reggeva un bimbo al seno disse, Parlaci dei Figli.
E lui disse:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso voi ma non da voi,
e sebbene siano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro il vostro amore ma non i vostri pensieri.
Poiché hanno pensieri loro propri.
Potete dare rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime,
giacchè le loro anime albergano nella casa di domani,
che voi non potete visitare neppure in sogno.
Potete tentare d’esser come loro, ma non di renderli
come voi siete.
Giacchè la vita non indietreggia nè s’attarda sul passato.
VOI SIETE GLI ARCHI DAI QUALI I VOSTRI FIGLI ,
VIVENTI FRECCE,
SONO SCOCCATI INNANZI.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
e vi tende con la sua potenza affinchè le sue frecce possano
andare veloci e lontano.
Sia gioioso il vostro tendervi nella mano dell’Arciere;
poiché se ama il dardo sfrecciante,
così ama l’arco che saldo rimane.E una donna che reggeva un bimbo al seno disse, Parlaci dei Figli.
E lui disse:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso voi ma non da voi,
e sebbene siano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro il vostro amore ma non i vostri pensieri.
Poiché hanno pensieri loro propri.
Potete dare rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime,
giacchè le loro anime albergano nella casa di domani,
che voi non potete visitare neppure in sogno.
Potete tentare d’esser come loro, ma non di renderli
come voi siete.
Giacchè la vita non indietreggia nè s’attarda sul passato.
VOI SIETE GLI ARCHI DAI QUALI I VOSTRI FIGLI ,
VIVENTI FRECCE,
SONO SCOCCATI INNANZI.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
e vi tende con la sua potenza affinchè le sue frecce possano
andare veloci e lontano.
Sia gioioso il vostro tendervi nella mano dell’Arciere;
poiché se ama il dardo sfrecciante,
così ama l’arco che saldo rimane.

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Silvana - Una mamma green 15 Aprile 2014 - 09:34

Bellissima, la conoscevo già. Grazie.

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Gemma 15 Aprile 2014 - 11:11

La vuoi la verità?
Io voglio essere così…
Voglio saperle felici senza di me.
Voglio sapere che senza di me sapranno fare.
Voglio partorirle di nuovo quando diventeranno altro da me
Stupendo post

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Io tifo per voi TOP OF THE POST #18: 21 aprile 2014 22 Aprile 2014 - 17:09

[…] Solo sua madre di Silvana in Una mamma green. Emozionante, intenso, […]

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Sara 6 Giugno 2014 - 15:45

scusami se scrvio così tardi rispetto al post ma ti leggo da solo due giorni e sto cercando di recuparare… e ringrazio la mia amica che mi ti ha fatto incontrare perchè è per me sorprendente, leggendoti, pensare ogni volta che non avrei potuto descrivere meglio quello che sento.. mia figlia va al nido da quano ha 7 mesi, non avevamo e non abbiamo molte alternative.. il distacco è stato durissimo per me.. per lei meno, era molto piccola per rendersene davvero conto.. e ora, a quasi 16 mesi, quando al mattino la lascio, va a mettere a posto le sue scarpine, mi guarda e mi dice “ciao, ciao” e va verso la sua classe.. che dirti!!! sono combattuta da un senso di orgoglio per vederla così “grande” e un velo di tristezza perchè le direi: “stronzina.. e un abbraccio a tua mamma no?!!” ma hai ragione tu.. io sono solo sua madre..
ti ringrazio davvero..

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Silvana - Una mamma green 7 Giugno 2014 - 06:46

Io ringrazio te per aver espresso così bene il sentimento ambivalente che ci portiamo dentro. Un abbraccio.

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