Il problema, qualche volta, è lo sfondo. La quinta davanti alla quale va in scena la nostra vita. Le mamme cool, quelle a cui non riuscirei a somigliare nemmeno se lo volessi davvero, lo sanno benissimo. E allora scattano foto patinate dinanzi a fondali artificiali, studiati alla perfezione, pareti lucide e bianche o paesaggi metropolitani fighissimi. Di solito indossano abiti a righe in pendant con quelli dei loro figli, portano i capelli sciolti in onde fintamente casuali e le unghie laccate di colori che si chiamano come vini.
Invece, lo scenario su cui mi muovo io in questo momento è quanto mai confuso. Un disordine tutt’altro che creativo, nel quale rischio di confondermi e sparire. Come se avessi deciso di traslocare, ma ancora non avessi trovato una nuova casa, per cui mi trovo a destreggiarmi in qualche modo tra pile traballanti di scatoloni, angoli foderati di ragnatele e sacchetti pieni di pezzi di vita da gettare via nel cassonetto giusto. E a nulla vale lo sforzo quotidiano di rassettare, sistemare, riordinare. Non faccio che spostare il caos da un punto all’altro, senza riuscire ad alleggerire il senso di oppressione e di sporcizia. Forse perché il casino vero ce l’ho dentro. Perché sono stata sfrattata dalla casa in cui abitavo da sempre, o per lo meno da un po’, e non ho ancora trovato un nuovo alloggio.
Sto traslocando, la mia esistenza è già stipata in pacchi di cartone, ma un indirizzo definitivo ancora non ce l’ho.
Così, dribblo gli scatoloni e la polvere. Scatto istantanee davanti al disordine, cercando a fatica di mettere a fuoco quello che c’è davanti. Che sembra anche molto bello, ma ogni tanto si confonde col resto, perde i suoi contorni e i suoi colori, sparisce sullo sfondo disastrato della mia vita “non più, ma non ancora”.
E allora io resto sgomenta, a sognare un mare blu e un volo di gabbiani nel sole. Lo scenario perfetto, l’indirizzo che vorrei.
10 Commenti
Uno scatolone come il tuo cuore grande, che ogni tanto apri per condividere con noi il suo contenuto speciale. E’ la cosa più bella del mondo, sai?
Non trovo parole. Dico solo grazie, come sempre.
non ho capito bene se lo sfratto è reale o metaforico… sarà la febbre che mi oscura il cervello scusa! In ogni modo: in bocca al lupo per la ricerca dello scenario migliore!
Metaforico. Ma il disordine è reale 😉
Molto bella la descrizione dello stato di confusione e l’allegoria del trasloco. Molto, molto bella.
Ma a parte questo, cosa ti è successo? Mi sembravi soddisfatta della scelta della nuova gravidanza e dopo della nascita: ora cosa è avvenuto?
Un puerperio funestato da piccoli e grandi malanni., preoccupazioni continue (specie per l’ultima nata), settimane passate tappata in casa e una certa solitudine, legata anche al tramonto di amicizie ventennali, cambiate irreparabilmente dopo la mia maternità. Passerà, in ogni caso. Grazie di cuore.
Evidentemente si chiude, seppure in maniera traumatica come quasi tutte le transizioni, un periodo della tua vita e se ne apre un altro… e non è detto che sia peggiore del precedente, anzi potrebbe portare a nuovi equilibri, rinnovate consapevolezze, maggiore saggezza.
Per fare spazio al nuovo bisogna sbarazzarsi del vecchio senza rimpianti, anche se so per esperienza che è complicato, doloroso e a volte quasi impossibile… Prenditi i tuoi tempi, lascia sfogare la tristezza e ti accorgerai che – senza quasi che tu te ne accorga – è arrivata la primavera (metaforicamente e non)! 🙂
Infatti so che è solo un momento di passaggio. Ci vogliono pazienza e fiducia, come dici tu. Cerco di ripetermelo sempre, ma qualche volta mi sembra difficile. Grazie mille!
[…] Faccio spazio fuori per stare più comoda dentro. Combatto l’entropia, uno scatolone alla […]
Ma che bello, questo post!