Prima di raccontarvi la mia esperienza coi pannolini lavabili pocket Little Lamb, qualche indispensabile premessa:
– la review che leggerete si basa esclusivamente sulla mia personale esperienza con i pannolini Little Lamb (altrimenti non sarebbe una recensione…). Non ho avuto occasione di provare altri marchi, né prevedo di farlo nel prossimo futuro, anche se non dubito che sul mercato esista di meglio.
– i pannolini lavabili Little Lamb oggetto di questa recensione sono del modello pocket, formati da un unico pezzo di forma simile agli usa e getta, chiuso con dei bottoni automatici e dotato di una tasca in cui inserire il numero desiderato di inserti assorbenti.
– lo strato interno dei miei pannolini, quello cioè a contatto con la pelle, è in micropile, drenante, mentre il rivestimento esterno è in materiale impermeabile. Gli strati assorbenti che ho a disposizione, infine, sono di materiali diversi: bambù e microfibra.
– il kit di prova che ho acquistato include anche tre pannolini lavabili modello fitted, ma questa recensione è dedicata solo ai pocket. Perché? Leggete fino in fondo e lo saprete!
– quando ho iniziato a usare i pannolini lavabili mio figlio aveva 8 mesi e pesava circa 11 kg. Davide è cicciottello, non è altissimo e ha un girocoscia notevole. Le sue deiezioni solide sono generalmente… solide.
– mio figlio non ha mai indossato un pannolino di plastica, ad eccezione dei 4 giorni passati nel reparto maternità (quando i Pampers Progressi gli causarono l’unico arrossamento della sua vita, con tanto di piccole ragadi). Il solo confronto che posso fare, pertanto, è con i pannolini usa e getta Nature Babycare, privi di plastica, cloro e con ridotto contenuto di gel assorbente SAP, che Davide usa con soddisfazione da sempre (zero perdite e zero problemi di pelle).
– il sarcasmo è categoricamente bandito da questa recensione, dal momento che in un altro post sullo stesso argomento mi è parso essere poco gradito: io non voglio offendere nessuno e, soprattutto, mi aspetto di essere presa sul serio. Almeno per questo post 😉
Detto questo, andiamo a incominciare.
Tenuta:
La tenuta dei pocket Little Lamb mi sembra davvero soddisfacente. Eppure mio figlio, che non a caso si chiama BigD, urina come un cammello. Ops, scusate. Avevo detto niente sarcasmo! Comunque. Con gli usa e getta (u&g) plastic free lo cambiamo in media 6-7 volte al giorno, cioè più o meno ogni 3 ore (più l’ultimo cambio prima di andare a dormire). Coi lavabili pocket in micropile, nelle ore diurne, riusciamo a mantenere lo stesso ritmo inserendo due inserti assorbenti all’interno della tasca. Mai rilevate perdite, allagamenti o inumidimenti strani. La pelle di Davide rimane relativamente asciutta (ma questo non vale per gli altri materiali, come leggerete più avanti).
Praticità del cambio:
Tra i vantaggi del modello pocket c’è sicuramente la facilità di “installazione”. Una volta preparato il pannolino, inserendo gli assorbenti desiderati e l’eventuale velina raccogli-feci (operazione che consiglio di fare una volta sola al termine dell’asciugatura), si indossa praticamente come un u&g. I tempi necessari per mettere e togliere il lavabile sono paragonabili a un normale pannolino monouso. A prova di papà, per intenderci (sorry, altro sgarro sarcastico ;))
E la cacca?
Finora ho sempre utilizzato dei veli raccogli-feci usa e getta tra il sedere di BigD e il pannolino lavabile. Si tratta di una velina biodegradabile molto sottile, che può essere gettata nel water al momento del cambio. Grazie a questo accorgimento, i pannolini restano praticamente puliti, ma tenete conto che mio figlio è svezzato e produce di norma rifiuti “solidi”. Non ho idea di cosa possa accadere con un neonato e la sua cacchina liquida.
Gestione dei pannolini sporchi:
I consigli dei forum sui pannolini lavabili, delle mie lettrici e degli stessi produttori su come gestire i pannolini usati in attesa di lavarli divergono. La mia esperienza dice che è meglio evitare l’ammollo, lasciandoli invece in un contenitore asciutto e dotato di coperchio. Personalmente, evito di aggiungere oli essenziali, bicarbonato o altro. Semplicemente, estraggo gli inserti dalla tasca, getto tutto nel secchio e chiudo il coperchio.
Cattivi odori:
Chi ha letto il post a caldo in cui riportavo le prime impressioni sul lavabili, sa dei miei problemi con l’odore di urina. Probabilmente evitando l’ammollo la situazione migliora leggermente, ma non posso negare che il problema esista. Mi riferisco esclusivamente al periodo in cui i pannolini restano nel secchio in attesa del lavaggio, mentre non ho notato particolari olezzi mentre i lavabili vengono indossati o dopo aver fatto il bucato. In base alla mia esperienza (e al mio olfatto, che tenete conto essere particolarmente fine), i pannolini sporchi non vanno lasciati più di 48 ore in attesa della lavatrice, altrimenti la puzza diventa francamente fastidiosa, anche col secchio chiuso.
Lavaggio:
Attenendomi alle indicazioni del produttore (e ai consigli di molti utilizzatori), faccio fare ai pannolini zozzi un ciclo di risciacquo senza centrifuga. Poi aggiungo il resto del bucato e lavo tutto a 40 gradi con detersivo ecologico, mettendone meno di quanto indicato sul flacone. Assolutamente vietati ammorbidenti, smacchiatori e altri additivi (rovinerebbero i pannolini, minandone l’assorbenza). Solo saltuariamente aggiungo al detersivo un cucchiaio di percarbonato come igienizzante e smacchiatore, oppure un po’ di acido citrico come ammorbidente, nell’apposita vaschetta. Ancora più raramente aumento la temperatura fino a 60 gradi. Lascio attiva la centrifuga, di solito a 1.000 giri.
Asciugatura:
I componenti in micropile e microfibra escono dalla lavatrice quasi asciutti, per cui basta lasciarli un paio d’ore all’aria. Per il cotone servono diverse ore in più, mentre il bambù impiega molto più tempo per asciugarsi (anche due giorni se l’aria è satura di umidità). Se c’è il sole, i tempi si accorciano ed eventuali aloni scompaiono, grazie al potere smacchiante e disinfettante dei raggi ultravioletti. L’asciugatura dentro casa, ovviamente, richiede tempi maggiori. Per prevenire il tipico odore di cane bagnato dei panni asciugati all’interno, cerco di stendere i pannolini lavabili il più possibile distanziati tra loro, evitando che vengano a contatto. Come indicato nelle istruzioni Little Lamb, non li metto mai a diretto contatto con un termosifone acceso.
Vestibilità:
I lavabili pocket della Little Lamb non mi sembrano particolarmente abbondanti, ma va detto che mio figlio è piuttosto over size. Dunque preferisco il modello taglia unica, regolabile attraverso dei bottoncini automatici, a quello con taglia preformata (per Davide ho preso la 2, da 9 a 17 kg), che mi pare troppo stretto, tanto da segnare leggermente in vita. La sgambatura è minima, il che contribuisce a prevenire fuoriuscite, ma anche in questo caso tenete conto che le cosciotte di BigD sono davvero cicciute, per cui non so come possa andare con un bambino più longilineo.
Volete sapere cosa penso a proposito di convenienza, impatto ambientale, reazioni della pelle e pannolini fitted? Leggete la seconda parte della recensione.
7 Commenti
Rimango in attesa della seconda puntata. Grazie mille per il dettaglio della recensione. W una mamma Green!
Grazie a te per la fedeltà! Poi voglio sapere come ve la cavate tu e Brunello 😉
Se avrò mai un quarto figlio passerò ai pannolini lavabili. E …. mi prenderò una tata. Contenta di avere trovato questo spazio . E piacere di conoscerti . Veronica
Se la matematica non mi inganna, hai tre-e-dico-tre figli. Hai tutta la mia ammirazione! 🙂 Il piacere è mio, sono contenta che tu mi abbia incrociato nel vasto mare del web. Torna a trovarmi, domani ci sarà la seconda puntata!
In particolare tre e dico tre bimbe! una famiglia molto al femminile, insomma. Io da te invece ho visto un maschietto!
Ritorno qui, ciao
[…] 22 novembre 2013 […]
Ciao volevo chiederti il pannolino taglia unica sei riuscita ad usarlo fino che Davide ha raggiunto quale peso ? Anche mio figlio a 7 mesi è cicciotello ho il dubbio di riuscire ad utilizzarli a.lungo Grazie