Non è solo il luccichio di oro e lapislazzuli sulla superficie in perenne movimento. Non sono tanto i blu cangianti e profondi, che appannano le colpe e le paure, i rimpianti e le velleità insoddisfatte.
Non è solo la vita che pullula sotto le schegge di luce a galla, misteriosa e silente. Non è il fragore ritmico, la nenia della risacca che concilia il sonno e calma le ferite del cuore.
Non è la maestà dei tramonti, e nemmeno la poderosa forza delle tempeste. Non il freddo che tempra, la trasparenza di diamante, il profumo di sale e di sole.
Sono gli echi delle possibilità infinite che si immaginano all’orizzonte, che mi fanno innamorare del mare ogni volta che lo guardo. L’illusione di immenso che riempie gli occhi e sazia l’anima, almeno per un’ora o due. La moltitudine di segreti sigillati sotto il pelo dell’acqua, i ricordi cullati dalle onde, i frammenti di passato incastonati tra i fondali.
Memorie di naufragi e di guerre lontane. Voci perdute di ammutinati e di corsari, fantasmi di esuli e soldati e marinai. Il canto delle sirene che risuona incessante tra le spume. Le vite passate, finite e ricominciate sulle sponde e contro gli scogli. La terra che si sbriciola e ricomincia da se stessa, senza ripensamenti. Il mito e la storia, mai altrove così vicini, intrecciati, indistinguibili.
Le vele al vento, che sembrano potersi dirigere dove vogliono, senza dover tornare in rada per nessuna ragione al mondo. I nodi, le nasse, le reti. Le mani storiche che li intrecciano, le ripescano e le stendono al sole.
La stessa fatica feroce che da secoli si consuma accanto alla più sfacciata delle libertà, la vita e la morte che danzano tra i flutti l’identico tango appassionato, la promessa del futuro che si specchia nello spettro liquido del tempo che è già stato. La fine che si fa nuovo inizio, sempre e per sempre.
La luce e l’oscurità, il Libeccio e la Tramontana, la pace e la rivoluzione. Dentro al mare, ogni volta che ci tuffo i miei occhi.
2 Commenti
E’ quasi quel che sento io ogni volta che guardo una montagna, quel che penso ogni volta che attraverso un villaggio abbandonato o osservo il cielo e le vallati da una cima…
pura poesia.
Complimenti!
Grazie… Comunque adoro pure la montagna, eh! 😛 Anzi, prima o poi scrivo l’ode in versione montana 😉