L’amore ai tempi della cicogna. Il sesso dopo un figlio, parte prima

Siamo tra adulti, e non credo che il Moige legga questo blog. Bando, dunque, ai falsi pudori. In fatto di sesso – come per molte altre cose, del resto – esistono un prima e un dopo. Prima e dopo che un piccolo, tenero figlio giunga a rivoluzionare ogni aspetto della vita dei suoi genitori. Non sono, però, soltanto spine, e ve lo dico per esperienza personale. Cominciamo comunque dalle rogne.

Punto primo, gli ormoni. Se la gravidanza regala alla gestante (e al futuro papà) un cocktail afrodisiaco di estrogeni e progesterone, tanto da indurre molte coppie in attesa a sperimentare il proprio personalissimo e improbabile Panzasutra, il puerperio rischia di somigliare, dal punto di vista ormonale, a una cosa a metà tra il deserto dei Tartari e il fallout radioattivo di Chernobyl. La morte totale, la siccità inconsolabile, il vuoto cosmico. Perché Madre Natura, nella sua infinita e talvolta inopportuna saggezza, si premura di garantire al neonato l’attenzione esclusiva che merita, scoraggiando una nuova gravidanza. In che modo? Inibendo ogni velleità amatoria della neomamma con una generosa dose di prolattina. O, quando pure questo diabolico piano non riuscisse, usando le stesse armi chimiche per inaridire il materno giardino come le sabbie del Kalahari. Con buona pace del papà, che magari sarebbe più propenso alla diffusione a macchia d’olio dei propri gameti.

Punto secondo, il sonno. Un neonato, a meno che non siete particolarmente fortunati, è un vero e proprio buco nero di energia, una specie di piccolo Dementor che, invece dell’anima di harrypotteriana memoria, succhia via a suon di urla, pannolini e poppate la linfa vitale dei suoi genitori. Per giorni, settimane e mesi. Sopravvivere serenamente alla reiterata privazione del sonno (o, peggio, al suo spezzettamento in fugaci pennichelle funestate dall’ansia inconscia del “losobenissimocheadessosisveglia”) è già un risultato encomiabile. Aver voglia di fare le capriole tra le lenzuola, in queste condizioni, è roba da eroi.

Punto terzo, il tempo. Se è vero che una sveltina non tradisce mai, è altrettanto innegabile che chi è impegnato ad occuparsi di un bambino piccolo (e, magari, a lavorare dentro e fuori casa) spesso non ha il tempo neanche per cinque-minuti-cinque di effimera passione. Un neo-genitore, di solito, impiega i suoi rarissimi minuti liberi per attività ancora più vitali del sesso, come fare la cacca o lavarsi le ascelle. Ma dopo qualche settimana di astinenza, l’afrore ascellare potrebbe perdere qualche posizione nella scala gerarchica delle priorità fisiologiche.

Punto quarto, la privacy. I primogeniti sono spietati. Non vedono a un palmo dal proprio naso, non sono coscienti di avere il pollice opponibile, nei casi peggiori non sono neanche in grado di distinguere la notte dal giorno. Eppure, statene certi, loro lo sanno. Sentono che voi non aspettate altro che un loro momentaneo cedimento per darvi alla pazza gioia, rischiando di generare un fratellino pronto a detronizzarli (vaglielo a spiegare, a un neonato, che esistono i contraccettivi…). Faranno di tutto, di conseguenza, per impedirvi quel veloce brivido da adulti, per negarvi quella parentesi di momentanea perdizione. Nel dettaglio, il fatale nghè arriverà proprio al momento cruciale. Tra il preliminare fast food e il punto di non ritorno.

Punto quinto, il fisico (e questo vale, ahimè, solo per le madri). Magari vi piace il sadomaso. Magari un pizzico di sofferenza fisica aggiunge vigore alla vostra libido. Ma magari anche no, e allora rassegnatevi: per un po’ tempo dopo la corsa in ospedale che vi ha rivoluzionato la vita avrete sempre una parte del corpo che duole, tira o prude. Se non è il perineo, saranno le tette. Se non è la ferita del cesareo, sarà la schiena. Se non sono i peli pubici che ricrescono dopo la tricotomia, sarà quella parte del corpo oscura e recondita che nei blog di buona famiglia è meglio non nominare nemmeno. Ma basta esercitare un minimo le proprie doti di concentrazione e ci si può divertire anche con i capezzoli in fiamme.

Punto sesto, lo spazio. I bambini appena nati, per definizione, sono relativamente piccoli. Ma piombano in casa con una quantità di accessori, appendici, giocattoli e ammennicoli vari che occupa uno spazio inversamente proporzionale alla mole dei proprietari. Se il vostro letto è off limits, perché magari il cucciolo di casa dorme solo su quello che un tempo era il materasso dei suoi genitori, dovrete inevitabilmente cercare un’alcova alternativa. Ammesso che tra culla, passeggino, ovetto, fasciatoio, bagnetto, altalena, seggiolone, tappeto gioco, palestrina e simili riusciate a trovare lo spazio sufficiente per avvinghiarvi senza dignità.

Punto settimo, la lingerie. Panciera post parto e reggiseni per l’allattamento. Non aggiungo altro.

Fin qui gli inconvenienti, i disagi, le difficoltà. Ma non tutto peggiora, in camera da letto, con l’arrivo di un figlio. Ve lo posso assicurare. Cosa può esserci di positivo e di eccitante nella routine sessuale di una coppia di neogenitori? Leggete con libidine la seconda parte del post!

 

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12 Commenti

Ceraunavodka 8 Gennaio 2014 - 17:40

niente da aggiungere in merito

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Silvana - Una mamma green 8 Gennaio 2014 - 17:46

Ti voglio domani sui lati positivi. Assolutamente.

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Ceraunavodka 8 Gennaio 2014 - 18:09

ce ne sono tanti da scriver un post? il mio post al riguardo era lungo due righe!

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Rà nonsoloincinta 8 Gennaio 2014 - 18:22

con le sveltine ce la caviamo, ma che fatica…ahahah non vedo l’ora di eggere il seguito 🙂

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Silvana - Una mamma green 9 Gennaio 2014 - 10:30

Breve ma intenso, come si suol dire 😉

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Marianna 8 Gennaio 2014 - 18:29

che ridere! non è che cambino le cose quando il pupo ha 4 anni….. anzi, ha una specie di sesto senso che credo miri a difendere la mamma dagli assalti che non sono i suoi 🙂
PS nei primi tempi (quando non cammina) la cabina armadio può essere utile se hai la fortuna di averla (con la porta)

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Simona 9 Gennaio 2014 - 07:16

Troppo vero! E aggiungo per quanto mi riguarda che a volte il fatto di essere cambiata fisicamente influisce talmente tanto negativamente che proprio non riesco a concentrarmi o meglio a lasciar mi andare..

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Silvana - Una mamma green 9 Gennaio 2014 - 10:31

Simona, io ti conosco personalmente e non posso che dirti che sei una strafiga. Oggi più di ieri. Tuo marito è fortunatissimo, quindi: goditela! 😛

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Letizia+Michela 9 Gennaio 2014 - 08:20

Aggiungo che dopo anni di pillola e qualche mese (quelli del concepimento, eh) di assoluta libertà, passare di nuovo, di punto in bianco, al tanto vituperato “goldone” non fa che peggiorare le cose!!!!!!! Io lo odio e mio marito ne farebbe palloncini.

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Silvana - Una mamma green 9 Gennaio 2014 - 10:33

Beh, io almeno a quello sono rassegnata, ormai. La pillola mi fa male (idem il cerotto e le altre robe ormonali) e il concepimento è stato talmente fulmineo che manco ce ne siamo accorti, di aver abbandonato ogni prudenza. Solo la gravidanza è stata un tempo di memorabile, fantasiosa e selvaggia libertà 😉

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mammandosimparablog 10 Gennaio 2014 - 00:12

A haha, il puerperio a metà tra deserto dei Tartari e fallout radioattivo di chernobil è una descrizione ineccepibile. Sono talmente d’accordo che ancora non mi capacito di come sia potuta rimanere incinta di nuovo…come dico spesso ‘se c’ero, dormivo’.

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» L’amore ai tempi della cicogna. Parte seconda 20 Marzo 2015 - 13:43

[…] 9 gennaio 2014 […]

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