10 cose di cui vado fiera come mamma, più una

Ho imparato a leggere per i miei figli ad auto in corsa, sul sedile posteriore. Io, che sul sedile di dietro vomitavo anche a macchina ferma. Che se osavo abbassare lo sguardo sul cellulare per controllare una minuscola notifica rischiavo di innaffiare da tergo il conducente, io che fino alla terza liceo ho dovuto chiedere ad ogni santissimo autista delle gite scolastiche di fermarsi cinque minuti sul ciglio dell’autostrada per farmi prendere una boccata d’aria. Miracoli della maternità, o più semplicemente istinto di sopravvivenza.

Non li ho mai fotografati ignudi. Fotografati troppo, male, a sproposito, quello sì. Ma almeno non dovranno mai guardarmi di sbieco perché li ho cristallizzati a cosce aperte nell’album di famiglia.

Sono partita pensando che diventare madre avrebbe praticamente posto fine alla mia vita. Che avrebbe annichilito la mia indipendenza, cancellato le mie libertà e devastato la mia mente. Negli anni ho perso molte cose, ho fatto un sacco di compromessi, sono per tanti aspetti diventata una persona peggiore. Ma ho una vita intensa, interessante e piena d’amore, nonostante tutto. Nonostante me.

Riesco ad affrontare una conversazione che contenga le parole “cacca”, “denti”, “capricci” e “signoramia” senza quasi muovere la muscolatura facciale. E se ci riesco io, c’è davvero speranza per tutti.

Ascolto almeno una volta al giorno “I bambini fanno Ohhh” senza augurare a Povia le peggiori sciagure che la sorte può infliggere a un essere umano (non ad alta voce, per lo meno). Ma la canzone dei Watussi, quella no: skip immediato e censura implacabile e senza scrupoli.

Non mi sono ancora riferita ad alcun esemplare di Canis lupus come “lupo cattivo”.

Ho continuato a viaggiare, anche molto lontano da casa e sempre nel modo in cui piace a me. A volte con fatica, altre con qualche chilo di preoccupazione a zavorrare il bagaglio a mano, ma sempre con curiosità e speranza. Con la voglia di crescere due piccoli cittadini del mondo.

Non ho mai portato i miei figli in spiaggia con la canottiera e non ho nemmeno aspettato tre ore prima di farli bagnare dopo pranzo. Nonostante le voci interiori di almeno sette antenate che vaticinano all’unisono polmoniti, congestioni fulminanti e tutte le sette Piaghe d’Egitto in contemporanea.

Ho evitato commenti come “Vostro padre non capisce niente”. E ogni donna si renderà conto facilmente dello sforzo profuso per raggiungere un simile risultato.

In quasi un anno e mezzo di maternità doppia, ho confuso i nomi dei miei figli soltanto una volta o due. E non ho ancora chiamato nessuno dei due col nome del gatto.

C’è un’altra cosa di cui vado fiera come mamma. Un’ultima, piccola cosa, che per me – minuscola mamma insicura e sempre in difetto di autostima – è una conquista davvero preziosa.

Non ho mai chiesto “Mi vuoi bene?” ai miei figli, e Dio solo sa quante volte avrei voluto farlo. Ogni volta che il bisogno di conferme fa capolino, ogni volta che la mia insicurezza scandisce questa domanda, io cambio il pronome e cancello il punto interrogativo. “Ti voglio bene”, dico al figlio di turno. E in qualche modo il mio cuore si placa.

 

Leggi anche quali sono le 10 cose di cui NON vado fiera come mamma.

 

 

 

 

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13 Commenti

barbara44hex 13 Aprile 2016 - 11:23

Bellissimo Silvana. anche io sto facendo questo viaggio meraviglioso e totale con un bimbo di quasi 11 mesi e tu, come sempre, dai voce a tantissime delle mie stesse emozioni. Io, per quello che mi riguarda, posso aggiungere che, sebbene stonatissima, mi scopro a intonare quotidianamente melodie assolutamente improbabili come “Il gatto puzzolone” e a pensare: ma chi me l’avrebbe mai detto?!!!

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Silvana - Una mamma green 14 Aprile 2016 - 08:35

Hehe. Anche qui va forte. Flavia se ne va in giro per casa cantando “Mi-ao mi-ao mi-ao mi-ao mi-aaaaaaaao” 🙂

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Chiara 13 Aprile 2016 - 11:54

Io ho sempre detto a mia figlia quanto la amo. Anzi, le dico proprio “La mamma ti ama tutta”, e tu che sei mamma puoi capire che universo di gioie e fatiche ci sia in quel “tutta”.
E il giorno che lei, la prima di tante volte, mi ha detto con la voce sognante e la testa piegata da un lato “mamma ti amo!”….il mio cuore è scoppiato in mille pezzi e ho inserito il numero del cardiologo tra i 10 preferiti del mio cellulare 😀

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Silvana - Una mamma green 14 Aprile 2016 - 08:34

Che meraviglia. Quando all’improvviso ti lasciano senza fiato così…. <3

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Calzino 13 Aprile 2016 - 15:09

Tracchete. Era un po’ che non succedeva.
Mi si è aperta la fontanella, no non quella cranica, quella delle lacrime. Mannaggia a te.
Io che ogni tanto lo chiedo a Pietro… ma gli vuoi bene alla mamma? Basta, hai ragione tu.

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Silvana - Una mamma green 14 Aprile 2016 - 08:34

Ma dai, non c’è niente di male, sai? Sono io che ho la coda di paglia. Conosco la mia insicurezza e il mio bisogno di sentire ricambiato il mio amore, non mi piacciono, e allora mi impongo di non chiedere (ma faccio un sacco di altre cose che forse non dovrei fare, eh…).- Smettila e mangiati un panino caldo con la mortadella. 🙂

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Calzino 13 Aprile 2016 - 15:13

ps: la domanda che faccio a Pietro è proprio così, sgrammaticata come solo noi emiliani, nella quotidianità unta di mortadella e colli bolognesi, sappiamo essere.

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alessia delucchi 14 Aprile 2016 - 13:53

Anch’io lo chiedo a mio figlio! E lui mi risponde “si ti voglio bene 1014!!!”

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Silvana - Una mamma green 18 Aprile 2016 - 08:41

Proprio tanto, allora! 🙂

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FrancescaV 14 Aprile 2016 - 18:32

Che dire, hai scritto tutto tu. Dovrei impedirmi di dire la fatidica frase al papà, ché ammetto a volte mi scappa :S

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Silvana - Una mamma green 18 Aprile 2016 - 08:39

Eh, loro a volte ci provocano! 🙂

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Giulia Giulia 17 Aprile 2016 - 11:28

Io a volte la frase sul papà me la faccio scappare e un volta mi è capitato di chiedergli non se ma quanto bene mi volesse….che soddisfazione però!

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Silvana - Una mamma green 18 Aprile 2016 - 08:35

A volte se la cercano un pochino, questi papà! 🙂

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