Qualche giorno fa, principalmente per regalarmi una insolita impennata di autostima, ho pubblicato un post sulle 10 cose (più una) di cui vado fiera come mamma. Per non montarmi troppo la testa, e per non far pensare a voi che io abbia d’un tratto smettere di essere l’amabile piagnona complessata che ormai conoscete, eccovi subito servito l’elenco delle 10 cose di cui non vado fiera come mamma. Inutile che stia a specificare quale dei due post ho scritto più velocemente.
Uso un linguaggio senza dubbio troppo colorito. Ogni volta che uno dei miei figli se ne esce con un turpiloquio, non ho bisogno di chiedermi da chi l’abbiano appreso. E la cosa peggiore è che cerco di negare l’evidenza di fronte ad eventuali testimoni (“Ma no, cosa hai capito? Ha detto calcio!”).
Me la cavo malissimo col vasino. Non so bene perché, ma la questione dello spannolinamento mi è sempre sembrata un’impresa titanica (anzi, a pensarci bene forse lo so: intere settimane passate a spalare liquami e sguazzare in pozze di urina come la versione trash di Peppa Pig non sono esattamente una prospettiva allettante). Fatto sta che, complice un marito con le stesse perplessità, con Davide ho rimandato dopo le prime reticenze, e adesso sto tentennando troppo prima di riprovarci. Che madre di cacca, proprio.
Butto via senza pietà gli orridi disegni che fanno ogni santo giorno i miei figli. E non provo neanche il minimo senso di colpa. A parte che i piccoli di casa sembrano aver preso da me e dal padre in quanto a propensione alle belle arti (sono sempre quella la cui prof di arte in seconda liceo credeva che avessi disegnato dei coni gelato invece di eleganti colonne doriche), il problema è che sono dannatamente prolifici. Se conservassi ogni scarabocchio partorito dalla loro fervida vena artistica finirei col morire sepolta in un tumulo di fogli A4. Oppure arsa in una pira accidentale di disegni di ispirazione astrattista.
Non esco mai la sera insieme ai miei figli (neanche senza di loro, a dire il vero). Il che mi pone nella condizione paradossale di aver affrontato senza riserve viaggi anche impegnativi con tutta la famiglia, ma di trovare quasi sempre improponibile una pizza serale sotto casa. So che prima di fare bambini mi ero ripromessa ben altro, e che questa scelta non è stata del tutto rispettosa di tanti amici e di qualche ex amico, ma al momento è davvero troppo vantaggiosa ai miei occhi: i bambini si addormentano presto, io non spendo soldi, non mi stresso, posso gestire gli immancabili risvegli senza (troppo) smadonnare e soprattutto mi stravacco col coniuge sul divano a fare quello che ci pare, come due adolescenti innamorati con le borse sotto gli occhi. Ma adesso mi sto giustificando, per cui passo subito al punto successivo.
Non so fare le torte con la pasta di zucchero. O meglio, ho fatto qualche patetico tentativo che ha prodotto risultati obiettivamente grotteschi. Da allora preferisco tergiversare sperando che il cake design passi al più presto di moda. Mea culpa, mea maxima culpa.
Ho già deciso, in accordo col socio genitore, di limitare consapevolmente la libertà dei miei figli, impedendogli a tutti i costi di frequentare corsi di calcetto o danza classica. Sperando di non doverci smentire di fronte alle eventuali terribili ritorsioni filiali.
Non provo alcuna emozione di fronte ai lavoretti che il mio primogenito porta a casa dall’asilo, forse perché so che il suo reale contributo alla loro realizzazione è ancora molto relativo. Per dirla tutta, non gli ho mai chiesto neanche di recitarmi una delle poesie che ha imparato a scuola, ma adoro sentirlo canticchiare tra sé e sé mentre gioca assorto.
Non resisto alla tentazione di tagliare i capelli ai miei figli, o per lo meno di “sistemargli il ciuffo”. E così, tanto per dire la più recente, Flavia se ne va in giro da qualche settimana con una frangetta identica a quella di Mariangelina Fantozzi.
Ho convinto Davide a lavarsi i denti dicendogli che altrimenti diventano neri e cadono tra dolori atroci. Se non altro, non si può dire che tecnicamente gli abbia mentito.
Sono una mamma ancora troppo insicura, a tratti un po’ gelosa (io che non lo sono mai stata del padre dei miei figli). Mi chiedo spesso se Davide e Flavia possano un giorno smettere di amarmi e, invece di accettare questa eventualità come una manifestazione legittima della loro libertà di scelta, soffro moltissimo all’idea che questo possa accadere. Anche se so che è solo una condizione temporanea, mi piace sentire che io e loro abbiamo un rapporto speciale e in un certo senso privilegiato, alla pari soltanto col loro papà, e ogni tanto mi sorprendo a vivere come una sottile minaccia il fatto che possano “preferire” altri adulti a noi genitori. Penso che sia proprio questo, a ben guardare, il limite più grave del mio curriculum di madre, e mi sono odiata per anni per questa mia conclamata mancanza. Da un po’ di tempo sto cercando di essere più misericordiosa nei miei stessi confronti: in fondo nessuno è perfetto, e ho ancora tanto tempo per provare a migliorare. Almeno fino a quando i miei figli non cominceranno a detestarmi davvero.
10 Commenti
Uscire alla sera a mangiare una pizza coi pargoli può essere molto divertente, davvero! Un po’ delirante ma bello.
Io mi sento una madre di cacca, a volte, (anche) perchè non li ho ancora portati su un aereo, io che prima di diventare madre ero viaggiatrice compulsiva. Ho sempre detestato volare, ma adesso… panico.
Mi aiuti?
Lo so, figurati. Facciamo che aspetto quando sarà molto divertente ma zero delirante? 😛 Scherzi a parte, recuperiamo quando siamo in viaggio, pranzando fuori o cenando in albergo. Sul volare capisco il brivido, anche se io non l’ho mai detestato (ma mi annoia taaanto), ma per me è proprio una necessità vitale. Concentrati sul traguardo, organizza un viaggio solo per i bimbi e immagina la loro reazione, così ti verrà più voglia di partire!
Ahahah!!! concordo in pieno sui lavoretti che portano da scuola, che vengono archiviati un minuto dopo essere entrati in casa, e sui disegni, che anche io elimino di nascosto senza pietà! ma io sono anche peggio di te perchè quando poi i miei figli cercano i disegni in questione, io do sempre la colpa alla signora che pulisce: è lei che li butta!
Diabolica! 🙂
Meno male che tu hai solo 10 cose di cui non vai fiera. …io nemmeno le conto 🙁
Comunque mi ritrovo perfettamente nella incapacità con il cake design ma per fortuna mio figlio apprezza i dolci “normali ” che gli preparo ( il problema è l’eventuale paragone con le creazioni delle mamme perfette nelle feste a scuola )
Il sabato sera mi devo rilassare ed è escluso che si esca (senza Francesco non esco. …) preferiamo andare fuori di domenica, in un bel parco o agriturismo 🙂
Per il calcetto. .non voglio demoralizzarti ma io ho resistito esattamente un anno. …un lunghissimo anno fatto di quotidiani lamenti, promesse e/o minacce e tiri bassi. …
In bocca al lupo a Te! !!
Diciamo che queste sono le prime dieci che mi sono venute in mente. 😉 Vedremo quanto resisteremo senza calcetto (e danza classica), sic.
D’accordo quasi su tutto, tranne il pannolino (mi accingo a spannolare la seconda e mi aspetto il peggio) e l’ultima (sono sicura che un giorno mi odieranno, anzi, almeno una già mi odia). Per quanto riguarda i capelli, dopo aver trasformato la prima in “Sant’Antonio” a 10 mesi, la seconda a 2 anni non ha mai tagliato i capelli e se ne va in giro con un nido incolto appeso alla testa…
I capelli sono la nostra nemesi! Quanto al pannolino, zitta zitta che nel weekend c’è stato il miracolo! 🙂
Con la “frangetta di Mariangelina Fantozzi” ho dovuto soffocare una risata per non svegliare la creatura che, naturalmente, mi dorme accanto. È un grande piacere scoprire di non essere la sola a fare questi tagli fantastici, tra l’altro!
Ti giuro che è uguale! Povera Flavia… ^^’