Vi auguro di fallire, ogni tanto. Di cadere, di sbagliare. Di perdere. Di arrivare secondi, o terzi, o, perché no, magari pure ultimi. E poco importa che sia per ingiustizia, per caso o a causa dei vostri limiti oggettivi, di capacità o di impegno. Spero solo, figli miei adorati, che non siate sempre forti, bravi e vincenti, ma che vi confrontiate, qualche volta, anche con la vostra fallibilità. Con la mediocrità, con la sfortuna.
Non perché voglio che soffriate, e ci mancherebbe. Sentirò dentro le ossa il male di ogni vostra caduta. Porterò sulla mia pelle i vostri stessi lividi, il mio sangue scorrerà insieme al vostro, tutte le volte in cui la vita vi graffierà la pelle. Se potessi, passerei il resto dei miei giorni a salvarvi dal dolore e dal pianto.
Ma farsi male non è solo inevitabile, bambini miei. Farsi male è necessario. Vi salverà la vita, in un certo senso, e vi potrebbe salvare da voi stessi. Dalla trappola delle aspettative esagerate, dalla pretesa di non fallire mai. Dall’equivoco che dare il meglio di sé significhi per forza essere i migliori in assoluto.
Vi auguro di fallire, ogni tanto, perché possiate imparare a perdonarli, i vostri fallimenti. A riconoscere i limiti che avete – di talento, di volontà, di energia, di fiducia – per cercare di superarli ma anche, se si rivelassero insormontabili, di accettarli. Di amarli. Perché anche i vostri limiti vi rendono quelli che siete. Unici, amabili, straordinari come ogni essere umano sulla Terra.
Vi auguro di fallire, ogni tanto, perché possiate capire che nessuna sconfitta e nessun errore sono insuperabili. Che il vostro valore non si misura dal vostro successo, o dalla portata dei risultati che riuscirete ad ottenere. Vi auguro di restare delusi, dagli altri e dai voi stessi, perché possiate scoprire che alla delusione si sopravvive, sempre e comunque. Più forti, più coraggiosi, più consapevoli.
Vi auguro di cadere, qualche volta, perché è il solo modo per imparare a camminare anche con le ginocchia sbucciate. E quando accadrà, le mie mani si tenderanno sempre verso di voi. Ma saranno le vostre gambe a rialzarsi, e a rimettersi in cammino.
2 Commenti
Mi hai emozionata, è esattamente quello che ho cercato di trasmettere a mio figlio senza aver mai trovato le parole giuste. Ma oggi è un uomo felice, dalle spalle larghe, che ha saputo trasformare i dolori in energia, le delusioni in grinta…
Bene, avete fatto un buon lavoro!