Il primo è stato un ramo di bambù dell’Ikea. Mi faceva una gran pena, chiuso in quella provettina di plastica sotto le luci al neon, a tanti chilometri dalla sua terra d’origine. Allora l’ho portato a casa e gli ho dato un nome che adesso ho dimenticato. Ho seguito pedissequamente le indicazioni stampigliate sull’etichetta che gli avevano appiccicato addosso e, in effetti, per un po’ ha funzionato. Solo che a un certo punto qualcosa è andato storto. L’acqua nel vasetto è diventata putrida come la Palude Pontina prima delle bonifiche, e il bambù ha cambiato colore. Verde sempre più pallido e poi giallo vomito. Stecchito. Sarà morto di vecchiaia, ho pensato.
Con la stella di Natale però è andata anche peggio. All’Epifania aveva già perso la maggior parte delle foglie, e allora ho fatto come mi consigliava qualcuno: l’ho potata e l’ho messa in giardino, accanto al piccolo abete che ho salvato da morte certa – almeno lui! – quando ero piccola. Da allora sono passati 5 anni e la pianta non ha mai tirato fuori una nuova foglia, mi sa che posso anche smettere di innaffiarla.
L’apoteosi, comunque, è stata con la bomboniera del mio eco-matrimonio. Un bel ficus bonsai. Foglie coriacee, pianta resistente, perfetto. Giuro che mi ci sono messa di impegno. Lo spostavo a seconda dell’esposizione al sole, leggevo forum di botanica sul web. Ogni tanto gli spolveravo finanche le foglie. Ma se non l’avessi affidato a mia madre dopo qualche mese, ne avrei pianto la prematura dipartita tra lacrime amare.
A quel punto, allora, mi sono data ai cactus. Chi lo ammazza, un cactus? – mi sono chiesta sardonicamente. Non mi illudevo che fiorisse, ma neanche mi aspettavo che rimanesse ferito a morte in un incidente domestico (gli è finito sopra un bicchiere: pam!). La pianta grassa successiva è sopravvissuta quasi 3 anni, e la considero il mio successo personale in tema di agronomia domestica. Sorvolando magari sul fatto che la sua fine è sopraggiunta dopo un paio di innaffiature eccessive (a mia discolpa posso dire che avevo appena partorito e non dormivo mai).
All’attivo, se così si può dire, registro anche un paio di tentativi fallimentari di orto in balcone a base per lo più di salvia e menta, naufragati miseramente sotto i colpi di una implacabile esposizione a ovest (il deserto del Sahara al confronto è un giardino lussureggiante) e della curiosità patologica del gatto.
Vorrei riprovarci, ma non sono convinta. Io le piante le amo davvero.
20 Commenti
fino al cactus ti davo speranza perchè la stella di natale è facile solo se la sai trattare, così come il ficus, mentre le piante dell’ikea nascono già morte! Però tecnicamente un bicchiere sopra non è un pollice nero!
ps: ammazza più piante domestiche l’eccesso di acqua che la sua assenza!
Fidati. È nerissimo. Nererrimo, più nero del nero. Come la tua notteno! Però magari un giorno riesco a rinverdirlo. Quando avrò più tempo ed energia (ti chiederò qualche dritta).
nererrimo! :-))
Anch’io adoro le piante la cui passione ho coltivato (è proprio il caso di dirlo!) ultimamente (ne ho parlato qui http://russelllargeman.wordpress.com/2013/07/05/il-terrazzo-di-casa-e-le-meraviglie-vacillanti/).
Devo ammettere, però, che è una vera impresa, specie in questo periodo dell’anno, tenere in vita le belle decorazioni di casa. Ci vuole costanza, approccio giusto, ed anche un pizzico di fortuna. 🙂
Russell
E io, ahimè, non ho nessuna delle tre, in questo momento! 🙂
questo commento per me è assolutamente illuminante! Grazie!
prego!
🙂
Ciao Silvana, sono capitata qui per la prima volta e mi sono messa a leggere questo post. Mi sei subito rimasta simpatica! Anche io sono una mamma che cerca di essere green e solo da poco inizia ad avere esperienze positive con le piante. Un tempo facevo morire anche le succulente, poi invece di tenerle in casa e innaffiarle troppo, le ho messe fuori e mi sono quasi dimenticata della loro esistenza. adesso sono belle, crescono e fioriscono. Le metto in casa solo nei mesi più freddi e non le innaffio quasi mai. La stella di natale… mia mamma è una maga! Sette anni fa, il mio primo bambino, le ha regalato una di quelle minuscole che al supermercato credi siano finte… adesso è enorme e fiorisce sempre! In casa, mai al freddo, perché sono piante tropicali anche se noi le acquistiamo in pieno inverno! Adesso mi faccio un giro sul tuo blog e ripasserò sicuramente!
Ciao Elena, benvenuta e grazie di tutto! 🙂 Io so che posso farcela!! Devo solo trovare il tempo e l’energia 😉 Magari tra qualche anno, o in un’altra vita! Ti aspetto quando vuoi, è un piacere!
Grazie Silvana, tornerò certamente. se ti va di passare a trovarmi sul blog sarai la benvenuta!
io sono riuscita ad ammazzare la menta. due volte.
Cavoli. Quasi peggio di me. E dire che ti chiami Coccinella! 😛
Io ho una dritta per te…. orchidee!!! Sembrano difficili ma sono facilissime da tenere….. un goccino piccolo d’acqua ogni 15 gg e non le devi spostare da dove le metti…. luce del sole non diretta ma luminosa…. provare per credere!!! il mio pollice nero è diventato verde con loro e da una misera piantina ora ho un vaso gigante con 7 piante dentro e ogni anno fioriscono!!!
Wow! Io le adoro, tra l’altro! Devo solo convincere Artù a lasciarle in pace, e assicurarmi che in caso di “incidenti” non gli facciano male! Grazie mille della dritta 😉
Come ti capisco… a me un cactus è morto per un colpo d’aria. Solo che non me ne sono accorta subito: fuori è rimasto perfetto per mesi. Solo non è mai cresciuto…
Intono un requiem alle nostre povere Cactacee. Per loro la vita ha avuto più spine che fiori, mi sa…
La mia esperienza è simile a quella di lisa. Ho ammazzato decine e decine di piante, fin quando non ho comprato un’orchideA phalenopsis che ormai ha 2 anni e che è fiorita già 5 volte. Un vero miracolo!! Poi me ne hanno regalata un’altra che adesso ha 1 anno e mezzo e anche questa continua a vivere
Grande Maria!!! evviva le orchidee!!! ;))
Anche io cerco di essere sostenibile…e ho un pessimo pollice verde, sigh! spesso mando in “pensione” le piante più sofferenti da mio padre: con lui rifioriscono e mi pregano in ginocchio di non tornare più a casa mia! Da qualche anno ho una pianta semigrassa che combatte per la sopravvivenza e da poco I quadrifogli di mia figlia, una responsabilità eccessiva per le mie capacità. Proverò anche io con l’orchidea, al massimo poi l’affidero’ a mia suocera. Poveri noi pollici neri 😉
Secondo me è una questione ormonale!!! 🙂