Transizioni

by Silvana Santo - Una mamma green

Gli altri bambini hanno orsacchiotti di pelo e bambole di pezza. Copertine di lana soffice e strisce di raso liscio, bavaglini “speciali” e morbidi carillon. L’oggetto transizionale di mio figlio, il primo che abbia scelto in quasi due anni di vita, è un modellino in scala 1:24 di un’Alfa Romeo rossa fiammante a due posti. Di metallo e plastica dura, con gli sportelli apribili.

transizioni

Il giocattolo ideale da trascinarsi nel letto per la nanna (oltre che al nido, dai nonni, a passeggio, al supermercato, sul fasciatoio, a tavola e nell’acqua del bagnetto).

Quello che durante la fase dell’addormentamento viene passato all’infinito di mano in mano e ogni volta rischia di sbatterti delicatamente sul cranio. O sulla mandibola, o sul setto nasale.

Quello che nella migliore delle ipotesi ti finisce conficcato in un rene quando hai finalmente preso sonno e speri di goderti le poche ore di riposo che ti separano dal prossimo pit stop-pipì imposto dal tuo utero che pesa 5 chili, dall’inevitabile risveglio del minuscolo collaudatore di Alfette, dai miagolii del gatto o semplicemente dalla sveglia mattutina.

Quello che quando, inesorabilmente, finisce per terra nel cuore della notte, produce un tonfo di proporzioni tsunamiche, in grado di far svegliare tra le bestemmie l’intero condominio. Roba che al confronto, i crash test dell’ACI sono uno scherzetto da ragazzi.

E dire che ho passato mesi a cercare di propinare a mio figlio un’intera popolazione di doudou in cotone organico, dai colori neutri e dalle forme rilassanti, studiati per “conciliare il riposo e rassicurare il bambino nel delicato momento della nanna”.

Abbiamo avuto il coniglio ecru e l’alce beige, l’orsacchiotto celestino e la giraffa pezzata. Finanche una carota che fa squeak, oltre a un intero campionario di prodotti agricoli di stoffa, roba da fare impallidire Luca Sardella e pure Janira.

Ma niente. Jean Todt, qua, vuole solo l’Alfa Romeo di metallo rosso.
Che dire? Almeno, non ha scelto una Fiat Duna.

 

 

 

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12 Commenti

Mamma Avvocato 4 Novembre 2014 - 12:12

eh, eh…ad ognuno il suo!!!
L’importante è che lo abbia e serva allo scopo, dai. E poi ha il pregio di non sporcarsi come i doudou di pezza (o almeno, non si vede!!!)

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Silvana - Una mamma green 4 Novembre 2014 - 13:11

Brava! Concentriamoci sui lati positivi! 😉

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Adelaidr 4 Novembre 2014 - 13:53

Silvana i tuoi post sono sempre meravigliosi!:)

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Silvana - Una mamma green 5 Novembre 2014 - 00:11

Ma grazie! Davvero 🙂

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Valeria Lupex 4 Novembre 2014 - 14:26

Il mio nanerottolo è identico! Un arsenale di macchinine portate ovunque!! Ma è fantastico così! Tra due mesetti arriverà la sorellina e lì vedremo la differenza tra i due!!!

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Silvana - Una mamma green 5 Novembre 2014 - 00:11

Sono curiosa anch’io 🙂

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ilaria 4 Novembre 2014 - 14:34

Ahhhh che ridere!!! Anche alla mia Tatina ho propinato ogni tipo di orsacchiotto/animaletto di stoffa, persino la famosa copertina tenuta precedentemente nel letto con il profumo della mamma….ma lei non vuole saperne…dorme con il suo ciuccio e il suo biberon pieno d’acqua e al mattino è sempre bella umida come se avesse dormito in un campo bagnato di rugiada…che immagine bucolica!!!
E pensare che avrei tanto voluto vederla dormire beata con il suo amico morbidoso del mondo dei sogni…pazienza!

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Silvana - Una mamma green 5 Novembre 2014 - 00:11

Decidono tutto da soli, questi piccoletti! 🙂

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Calzino 4 Novembre 2014 - 15:09

Che mito, mi hai fatto molto ridere!!! ma è da molto che ha questo oggetto? Il mio lo cambiava ogni 2/3 settimane…

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Silvana - Una mamma green 5 Novembre 2014 - 00:10

Ce l’ha da un po’, ma si è fissato da qualche settimana. Non è un amore monogamo, a dire il vero, ma dopo ogni sbandata torna sempre da lei 😉

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Maria 4 Novembre 2014 - 20:07

Noi invece siamo nella fase trenini di legno… Li portiamo ovunque e non ne possiamo fare a meno…. Comunque il mito alfa ha colpito anche Gaetano appena l’ha vista

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Silvana - Una mamma green 5 Novembre 2014 - 00:09

Che ci vuoi fare, al mito non si resiste 😉

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