Per qualcuno è il gelato alla vaniglia, per altri un bagno caldo tra candele e incensi. A molti basta una birra fredda, altri preferiscono andare a correre o coccolare il cane. C’è chi risolve facendo l’amore e chi ammazzandosi di shopping, chi mette su un disco blues e chi guarda programmi idioti su RealTime.
E voi cosa fate per tirarvi su di morale? Come reagite alle giornate storte e ai periodi no?
Questo post, che descrive i miei personalissimi “tiramisù”, risponde alla domanda di Lucia, che sul suo blog “Ma la notte no” ha raccontato i suoi sistemi per sentirsi meglio in un periodo… non esattamente luminoso.
Programmare un viaggio. Immaginarmi mentre percorro strade sconosciute e incrocio sguardi mai visti prima. Pregustare il suono di lingue straniere, il profumo di spezie esotiche e il sapore di cibi non ancora assaggiati. Provare a indovinare il colore che la luce avrà nel posto in cui sono diretta. Sapere che almeno per qualche giorno potrò uscire dalla mia vita senza per questo dovervi rinunciare.
Pensare al libro che mi aspetta la sera. Quando tutti dormono e la solitudine non è più un drago da decapitare.
Comprare o cucinare del cibo tanto grasso quanto saporito.
Fantasticare sulla vita che verrà, o meglio su quella che non verrà mai. Sognare trasferimenti su isole tropicali, premi letterari, eredità inaspettate. Immaginare avventure rocambolesche, come quando ero piccola e mi piacevano le storie di pirati.
Il sole caldo che brilla sulla mia casa di tufo giallissimo.
Sfogliare il catalogo Ikea facendo finta di essere una giovane madre-scrittrice di Stoccolma, che vive in una casa grande e luminosa e lavora con soddisfazione in una mansarda accogliente. Con una tazza fumante tra le mani e un cane giallo ai suoi piedi.
Le coccole al risveglio. Quei risvegli che grazie a Davide (ma anche alla mia condizione di lavoratrice precaria-part time-da casa) sono diventati lenti e rilassati. Dolci come il marzapane, morbidi come la panna montata e profumati come entrambi.
Pensare a quello che farò quando sarò vecchia e libera. Al mare in cui mi bagnerò tutti i giorni, all’orizzonte che scruterò senza fretta insieme all’uomo della mia vita.
8 Commenti
Belli anche i tuoi! Vero il programmare vacanze.. che bello! Ti fa sentire che passarà, perchè tu stai pensando a altro!
È come il Sabato del villaggio. Ti senti già in vacanza, ancora prima di partire…
Andare a fare la spesa, pulire e spolverare, cercare appiglio concreto alle cose quotidiane. Abbracciare mio figlio, annusarlo quando puzza di cricetino, bere un bicchiere di vino, leggere i blog che amo, come questo.
E leggere i commenti come quelli che mi lasci tu! :*
programmare vacanze con e senza nano, pensare al trasferimento in una città nuova e tutta da scoprire, pensare di preparare una cenetta romantica al mio maritino, fare progetti per quando il nano avrà un età più “gestibile” tipo a un anno, quando forse per muovermi non dovrò smontare la casa e potrò farlo anche da sola con lui…pensare al futuro in maniera positiva 🙂
Positive sempre! Me lo devo ricordare 😉
….Un pomeriggio all’aria aperta, magari nell’orto a piantare pomodori, insalata, zucchine, fagiolini, basilico.. una chiacchierata con la mia mamma e/o mia zia (che è come una seconda mamma) …un paio d’ore (non di più perché poi mi stressa) di shopping con un’amica o ancor meglio, mia sorella… un piatto di pasta cucinato da me ed una bottiglia di vino da dividere con l’uomo della mia vita e pochissimi amici a casa nostra.. e più di tutto mi tira su guardare negli occhi Francesco ed oltre ad una carica vitale enorme vederci anche lo sguardo del mio papà, che attraverso quello sguardo sembra essere ritornato tra noi…
L’orto, la pasta, i papà… Che bellezza!