La prima volta, lo confesso, non è stata come l’avevo sempre immaginata. Un po’ di imbarazzo l’ho provato, soprattutto quando non ho potuto proprio evitare di emettere quei suoni incoerenti e un po’ striduli, per giunta ad alta voce. La musica in culla, all’inizio, mi ha fatto un effetto un po’ strano. Mi sentivo una di quelle mamme un po’ fricchettone, una via di mezzo tra una Giovane Marmotta e una neocatecumenale. Ci mancavano solo i marshmallow infilzati su uno spiedo. Il fatto è che si sta lì in cerchio, come a una riunione di genitori anonimi, con le natiche su dei cuscini e le gambe incrociate. E fin qui, in realtà, niente di troppo strano (anche se il fatto di indossare dei calzini antiscivolo non aiuta). I tre quarti d’ora successivi, però, trascorrono canticchiando motivetti che fanno “Iamba-raira” “Ra ri ra ri ra” e “Uhm mmm uh uh”. Tutti in coro. Ad alta voce. Talvolta saltellando.
Eppure, ve lo giuro, ai bambini piace un sacco. E se ci si concede di lasciarsi andare, alla fine risulta in un certo senso liberatorio anche per le mamme. La musica in culla, in sostanza, prevede che i piccoli, a partire già dalle prime settimane di vita, vengano introdotti in un viaggio sonoro fatto di melodie semplici e vocalizzazioni, o più raramente da vere e proprie canzoncine, intonate dall’insegnante che conduce l’incontro e ripetute in coro dai genitori partecipanti. Al canto si accompagnano gesti e movimenti elementari, ripetitivi e ciclici. Alcune delle attività vengono realizzate con l’ausilio di oggetti semplici come nastri, teli colorati, pon-pon di lana e bande elastiche, e i partecipanti vengono invitati a utilizzare, oltre che la voce e le orecchie, anche il proprio corpo, sempre a tempo di musica. Il concetto è di proporre melodie con toni e metri differenti, e di evitare il più possibile di parlare. In questo modo i bambini vengono letteralmente immersi in un vero e proprio “bagno musicale” e già dopo i primi incontri mostrano di riconoscere le melodie e le varie attività che vengono loro proposte, partecipando spontaneamente e rispondendo, a modo loro, con urletti e vocalizzazioni.