Mi piace Halloween, e non solo per una questione estetica, anche se è vero ho sempre amato le cose di gusto un po’ gotico o dark (e in ogni viaggio vado in cerca di belle tombe e cimiteri).
Mi piace Halloween perché sento forte il legame con la terra, intesa proprio letteralmente. E ringraziare per la sua generosità, celebrare la fertilità e auspicarla per il prossimo anno mi fa sentire bene. Mi piace perché temo l’oscurità e il gelo dell’inveno, e questa festa che – contrariamente ai preconcetti – celebra la luce e da essa in qualche modo si congeda in vista delle stagioni più buie, riesce in un certo senso a confortarmi.
Mi piace Halloween perché trovo irresistibile il fascino della cultura celtica, e in generale sono sempre ben felice di fare esperienza della diversità antropologica, di ampliare l’orizzonte della mia conoscenza, di ricordare a me stessa che tradizioni e liturgie apparentemente distanti sono spesso profondamente simili, condividono origini, radici e simbologia.
Mi piace perché credo che il rapporto che abbiamo con la morte noi occidentali contemporanei non sia del tutto sano, perché credo che dovremmo trovare il modo di “riappropriarci” della morte stessa e di smettere di tentare invano di censurarla, di allontanarla da noi, di fuggirne. Perché dovremmo imparare a considerarla in ultima analisi funzionale alla vita stessa, provare a trascendere – ognuno con la propria personalissima risposta – dal suo significato inevitabilmente doloroso e orrido. E mi pare che Halloween vada anche in questa direzione: che esorcizzi la paura della morte, del lutto, dell’oscurità. Che permetta ai bambini di farlo. Che ci autorizzi a danzare a braccetto con quello che ci fa orrore, che ci renda più forti e più liberi, volendo un poco esagerare.
Mi piace Halloween perché piace ai bambini. Perché dà loro l’occasione di giocare, di travestirsi, di lanciare a briglia sciolta la fantasia. E di fronteggiare le loro emozioni, le paure più ancestrali, lo sgomento di fronte all’ignoto.
Mi piace perché è un’occasione libera dall’ipocrisia e dagli obblighi sociali, che ognuno festeggia se, come e con chi vuole. Mi piace perché mi ha permesso di riappropriarmi della nostra tradizione legata alla ricorrenza dei Defunti e di declinarla finalmente a modo mio, liberandola da ogni vibrazione luttuosa, lugubre o deprimente (ma ricordando le visite di famiglia al camposanto, che in qualche modo mi divertivano, chissà perché).
Mi piace Halloween. E se piace anche a voi vi auguro di trascorrerlo divertendovi, mangiando e bevendo con chi amate. E brindando alla salute di chi avete amato ma non è più tra i vivi.