Capita.
Quando piove anche se è primavera, dopo che per mesi ha piovuto perché in fondo era autunno e poi inverno, solo che tu non ce la fai più a sguazzare nel grigio. Quando il tuo compleanno è vicino, a ricordarti che la giovinezza è giunta ai tempi supplementari, e che forse non sei dove speravi di essere all’età che hai raggiunto così in fretta (o forse anche sì, ma non è esattamente come lo avevi immaginato quando eri davvero giovane). Quando un imprevisto fa saltare i tuoi piani, che in realtà erano la realizzazione di un desiderio semplice, imperioso quanto un bisogno. Desiderio di compagnia, di casa, di affetto. Di famiglia. Quando il lavoro è più che altro fatica, e il raccolto si annuncia scarno e tardivo. Quando il senso di responsabilità verso i figli che hai messo al mondo ti impone di essere ragionevole quando vorresti fregartene, sorridente e disponibile quando vorresti scazzare, equilibrata e matura quando avresti solo voglia di esagerare. Lagnarti senza ritegno, pestare i piedi. Fare i capricci.
Capita, quand’è così. Capita di chiedersi se ne sia valsa la pena. Se quello che hai trovato basterà mai a farti dimenticare ciò che hai perduto e che nessuno ti restituirà. Quello che avevi e hai gettato via, quello che avresti potuto prenderti e a cui hai rinunciato per sempre. La risposta che formuli, allora, è l’unica che puoi darti, e ti ripeti che è quella giusta, deve esserlo per forza. Ma un pezzo di te continua a farsi domande inutili oltre che pericolose.
Allora ti dici che domani passerà. Che è solo una giornata storta e l’anticiclone porterà finalmente il caldo, e qualche amico da vedere nel fine settimana puoi ancora trovarlo, e i tuoi figli impareranno a dirti tutto il bene e tutto il male del mondo. È solo un momento e tu lo sai. Anche se brucia come sale negli occhi.
10 Commenti
Davvero un bel post, pieno di angoscia, ma anche quella ogni tanto c’è e fissarla sulla carta così bene aiuta.
Grazie, per esser riuscita ancora una volta ciò che provo…anch’io a giorni mi sento così, ma poi guardo Gabriele e Alice e penso che non avrei potuto fare scelta migliore…e penso che anche a te succeda lo stesso.
Che magone. Come ti capisco
Ciao, grazie di aver condiviso questo momento, che tutte noi, talvolta, proviamo, ti ho nominato top of the post sul nostro blog 🙂
http://www.genitorialmente.com/2015/04/genitorialmente-presenta-il-top-of-post-4-maggio.html
Ciao
Flavia
Uffa, ho sbagliato a copiare il link 🙂
http://www.genitorialmente.com/2015/05/genitorialmente-presenta-il-top-of-post-4-maggio.html
é un periodo che mi sento esattamente così anch’io…non lo so se la mia vita doveva andare così e non so nemmeno se finirò mai di pormi certe “pericolose” domande…forse no…poi però penso che se mi fossi trovata dove pensavo di essere quando tutto era ancora possibile molto probabilmente queste domande scomode me le sarei fatta comunque ma al contrario…e magari avrei voluto essere dove sono adesso.
Quando è così io i piedi li pesto, almeno un po’, mi lagno e faccio anche i capricci… fare la mamma seria e responsabile, la donna tutta d’un pezzo che però poi si chiede come sarebbe stato se avesse fatto scelte diverse, non tanto mi va (né mi riesce). Poi passa, per fortuna, poi passa… ma prima mi passa sopra e dentro e a volte lascia qualche maceria.
Ciao, ti scopro adesso! Capita, capita….a volte ti guardi indietro e ti chiedi dove saresti se avessi preso quell’altra strada a quel bivio…………………ma ormai siamo qui, e non ci resta che provare ad andare avanti con tutto quello che abbiamo costruito…..e dalla foto credo che per te siano cose belle!!!!
Benvenuta e grazie mille! In effetti è molto saggio quello che dici, dovrò tenerlo a mente!
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