Sarei una madre migliore?

Sarei una madre migliore, se mi impegnassi di meno? Se accettassi più compromessi, se mi ponessi meno domande, se fossi meno esigente con me stessa e con i miei figli? Me lo chiedo, ogni tanto. Me lo chiedo quando la stanchezza è tanta, le scadenze si accumulano e il fiato si accorcia nel tentativo di inseguirle. Sarei una madre meno esausta, e forse più adeguata per i miei figli? Quanto sarebbe meno faticosa la mia vita quotidiana, se tenessi accesa la TV per interi pomeriggi? Se usassi ancora il passeggino, come vedo fare a tanti genitori di bambini anche più grandi della mia seconda figlia? Quanta stanchezza potrei risparmiarmi, se piuttosto che pretendere dai miei figli che si lavino le mani prima di mangiare, che mettano a posto le loro scarpe e i loro cappelli, che aiutino a tenere in ordine i giocattoli, che si lavino i denti mattina e sera, chiudessi semplicemente un occhio, o facessi le cose al posto loro? Se invece di proporre attività creative e giochi di società, allungassi loro un bel tablet, o una console di videogiochi, per staccare il cervello e riposare? Quante discussioni in meno dovrei affrontare, e quante energie nervose risparmierei, se concedessi più regali e più dolci? Se mi facessi semplicemente meno domande, invece di investire ore e ore ogni giorno per spiegare cosa è giusto e cosa è sbagliato? Sarei una madre meno stanca, se avessi abituato i miei figli a passare le vacanze in un villaggio con gli animatori, nuotando in solitudine mentre loro giocano e mangiano con altre persone? Se la sera li lasciassi addormentare davanti ai cartoni, piuttosto che leggere loro mille storie e cantare mille ninne nanne? Sarei una madre meno stanca, e quindi una madre migliore per i miei figli?

Quante volte, me lo chiedo. Quante volte mi domando come facciano gli altri, se si sentano a volte come mi sento io, dove trovino la forza che io stento a tirare fuori ogni giorno. Come facciano, soprattutto, i genitori che lavorano il doppio di me. Quante volte mi domando se farei meglio a pretendere di meno da me stessa, se mi concedessi (ancora più di quello che già faccio), di scendere a patti con la mia coscienza, con quello che, per me, significa crescere un figlio, educare un cittadino, accompagnare un essere umano.

L’unica risposta che riesco a darmi è che, se non fossi la madre che sono, semplicemente non sarei più io. Non sarei la persona che sono. Mi dico che in fondo sono sempre stata così: abituata a investire nelle persone, nei rapporti, nel tempo speso insieme. Mi dico che posso vivere in una casa disordinata e polverosa, che posso continuare tranquillamente a non stirare, che posso ostinarmi a servire in tavola la solita frittatina ogni giovedì sera. Che posso comprare la merenda al forno sotto casa, invece che prepararla con le mie mani. Che posso rimandare ancora quel progetto nuovo che spero di avviare. Ma non sarei capace di crescere i miei figli diversamente da come tento di fare. Se ci provassi sarei meno stanca, probabilmente, ma sarei meno felice. E questo, in ultima analisi, non mi renderebbe di certo una madre migliore.

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5 Commenti

chiara 12 Marzo 2018 - 10:43

Paro paro a come mi sento io ultimamente…ahimé sempre piú spesso !

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Mamma in città 12 Marzo 2018 - 11:07

Interrogativi che mi arrovellano la testa senza sosta: ogni volta che sono esausta, ogni volta che incontro mamme sempre “in forma”, ogni volta che guardo solo il presente. Hai perfettamente ragione Silvana, anche sulla risposta da darci.

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Claudia 12 Marzo 2018 - 17:19

In completo stancante sfiancante ma amorevole accordo ….

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oltreilbordo 13 Marzo 2018 - 00:32

Stai semplicemente educando bene i tuoi figli. Io piuttosto mi chiedo come sia possibile che la mia generazione di ex bambini degli anni 80, cresciuti senza i tablet, che facevamo il dopo scuola,e che dalle elementari si andava a scuola con l’autobus , adesso sia una generazione di genitori ossessivi e ossessionanti che porta a scuola il pargolo fino ai 18 anni, scaricandolo davanti allo scalino di ingresso.

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L'angolo di me stessa 13 Marzo 2018 - 16:34

L’ho sempre pensato. Continuo a pensarlo.
La risposta: ognuno è diverso, sono la mamma migliore per loro perché sono la loro mamma, e sarei forse meno stanca, ma mi sentirei tradita da me stessa, o peggio troverei altro su cui stressarmi.
E vado avanti.

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