Sarebbe più facile?

Sarebbe più facile, nei giorni in cui non vai all’asilo, comprarti ogni volta un giocattolo nuovo sperando che ti tenga impegnato almeno per un po’, piuttosto che portarti a giocare in giardino, sapendo che passerai ore a divertirti con le foglie, i sassi, i gusci delle chiocciole, e soprattutto con la terra umida? Che dovrò faticosamente convincerti a tornare a casa, a toglierti i vestiti sporchi, a uscire dall’acqua del bagnetto in tempo per il pranzo? Sarebbe più facile riempirti di passatempi casalinghi, più moderni e di certo più puliti?

Sarebbe più facile prepararti delle pappe “da bambino”, agili da mandar giù coi tuoi 16 denti, e imboccarti con cucchiaiate abbondanti e chirurgiche, piuttosto che servirti lo stesso menu dei “grandi” e invogliarti ogni giorno a mangiare da solo, sapendo che sarà necessario il doppio del tempo e che frammenti di cibo resteranno disseminati (a voler essere ottimisti) sul pavimento, sulla tovaglia, suoi tuoi abiti e sulla tua sedia?

Sarebbe più facile svezzare tua sorella mescolando dosi prefissate di polveri e puree, invece che apprestarsi a preparare tutto in casa, leggere libri sull’autosvezzamento, interrogarsi sulle possibili alternative alla prassi che ormai è considerata “normale”?

Sarebbe più facile andare in giro con un tecnologico passeggino gemellare, piuttosto che mettere tua sorella in fascia e portarti a spasso sulle tue gambe, negoziando ogni volta sui tempi, sui percorsi, sugli attraversamenti stradali?

Sarebbe più facile rispondere affermativamente a ogni tua richiesta di guardare la tv, invece di cercare di proporti un’alternativa e ricorrere alla televisione soltanto a fine giornata, quando la stanchezza impone dei compromessi?

Sarebbe più semplice chiamare capricci i tuoi scatti di rabbia e frustrazione, risolvendoli a sculaccioni, o castighi, strillando più forte di te, o più semplicemente cercando di ignorare le tue urla e gli oggetti scaraventati dappertutto, invece di seguitare ad accovacciarmi e parlarti con calma, spiegare, rassicurare, spesso senza alcun effetto apparente (e arrivare comunque a sbraitare troppo spesso e troppo forte, nelle numerose occasioni in cui non riesco a mantenere il controllo)?

Sarebbe (stato) più facile rinunciare all’allattamento, esclusivo e a richiesta, condividendo con tuo padre anche l’impegno e la responsabilità di nutrirvi?

Sarebbe più semplice rimandare a quando sarai più grande l’abitudine di leggere per te almeno di sera, aspettare i denti permanenti per cercare di convincerti a lavarli (per ora comunque senza alcun risultato), evitare giochi che macchiano, che creano disordine, che richiedono la partecipazione di mamma e papà?

Sarebbe più semplice parlarti in “bambinese” invece di chiamare le cose col loro nome, distoglierti dalla marachella del momento con la minaccia del “lupo cattivo”, del dottore, del “signore che ora viene qui e ti sgrida”, piuttosto che cercare, riuscendoci a stento e raramente, di discutere, comprendere, argomentare?

Sarebbe più facile evitare di farsi domande, di leggere, di confrontarsi, di vagliare le possibili alternative alla strada più battuta? Ignorare cosa sia il babywearing fisiologico e perché alcune famiglie scelgono il cosleeping, non sentirsi in dovere di cercare di capire cosa pensasse la Montessori o cosa abbiano scritto Estivill e Tracy Hogg? Seguire una ricetta prestampata invece che perdere il sonno sulla “alimentazione complementare a richiesta”?

È solo che mi piace studiare, prima di decidere, o c’è qualche altra ragione?

Mi chiedo se non sono un po’ masochista o, peggio ancora, così presuntuosa da rifiutare scelte troppo “ordinarie”, che si tratti di omogeneizzati, di passeggino o sculacciate. Sono una madre arrogante? Sono snob? Mi sto complicando l’esistenza, rischiando di ritrovarmi un giorno troppo stanca per riuscire a rendere felici i miei figli?

Oppure mi sto solo concedendo di essere libera, di andare nella direzione che voglio anche se spesso si rivela ostinata e contraria?

Io non lo so. So solo che non potrei (e non avrei potuto) fare diversamente. Sarà il tempo, e saranno i miei figli, a rispondere alle (troppe) domande di questo post.

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36 Commenti

V 8 Aprile 2015 - 10:33

A ognuna delle tue domande la mia risposta sarebbe: “si, certo che sarebbe (o sarebbe stato) più facile””. Ma poi anch’io non semre perseguo le strade più facili e i (pochi per ora) risultati visibili che sono frutto della mia testardaggine e delle mie convinzioni sono le gioie più grandi, sono il posto dove riconosco davvero qualcosa di me in lui, qualcosa che sono riuscita a tramandare, a fare nostro e non solo mio, qualcosa che onora gli sforzi e ripaga dell’impegno.
Poi, e questa è la mia esperienza personale, a me leggere e informarmi troppo ha spesso precluso in passato la conoscenza di me come madre, di ciò che avrei potuto sentire e fare con la convinzione di fare il meglio per noi, e non di diventare la vittima di mode e dictat dati dall’alto da un ente superiore. Parlo ad esempio dell’allattamento a richiesta, per me un’esperienza davvero massacrante, eppure portata avanti con sforzo e rifiuto per 11 mesi d’inferno (sono testarda) che mi sarei potuta evitare se mi fossi informata di meno e avessi portato avanti ciò che sentivo di dover fare per il bene mio e di mio figlio.
Quando sei madre, comunque fai sbagli. Mia nonna aveva saggezza da vendere.

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Silvana - Una mamma green 8 Aprile 2015 - 13:17

Tanta, tantissima saggezza! Un abbraccio.

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ale 8 Aprile 2015 - 10:39

Non ti immagini quanto mi abbia fatto bene proprio stamattina leggere questo tuo post…
Il mio piccolo ha quasi 15 mesi, allattato a richiesta, autosvezzato, “portato”… Ho letto Hogg, Estevill, per poi (per fortuna!”) indirzzarmi verso Gonzales, Piermarini,….
Mi rispecchio in tutto quello che dici…ma stamattina, dopo l’ennesimo pianto disperato per un “no”, le mie conclusioni erano state: “Ma perchè mi sono incamminata lungo questo percorso? Che è così faticoso e che pare non porti a nessun risultato ora? vedo i bambini delle altre mamme con un approccio diverso dal mio che sembrano tranquilli, che non urlano, che ubbidiscono…
E allora mi dico…sarà una mia fissa tutto questo ” alto contatto”? sarà forse una mia esigenza piuttosto che una sua? lo rendo davvero piu’ sereno, consapevole, felice?
Poi lo so che non molelro’ 😉
ma sapere che questi dubbi sono normali, mi rincuora….

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Silvana - Una mamma green 8 Aprile 2015 - 13:16

Ma sai, non è nemmeno una questione di alto contatto o meno, in fondo… Uscire senza passeggino, mangiare da soli, giocare all’aperto sono tutte cose che prescindono da alto o basso contatto… È proprio che spesso fare il loro bene richiede imboccare la strada più faticosa, mi sembra. E a volte ho la sensazione che in molti prendano delle scorciatoie. Allora mi chiedo: sbaglio io o sbagliano gli altri? Chi lo sa…

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miki 8 Aprile 2015 - 14:24

Ciao a tutte!
Un altro post meraviglioso, nel quale mi rispecchio! Grazie cara Silvana!
Io mi definisco “strana” perché è quello che percepisco negli occhi di chi mi sta attorno, quando si tratta di crescere la nostra piccola principessa: quella che legge libri alternativi, che avendo fatto uno svezzamento vegetariano ha fatto tribolare la figlia fin oltre l’anno x avere un pezzetto di carne o pesce,
quella che mette a rischio il suo rapporto intimo con il proprio marito perché insieme abbiamo deciso che niente è meglio per noi del cosleeping (purtroppo temiamo il giorno in cui lei ci chiederà di andare a dormire nella sua cameretta….forse ci trasferiremo noi da lei :-)))) ), ecc…ecc. la lista è lunga….
Volevo rispondere ad Ale riguardo questo:
“…stamattina, dopo l’ennesimo pianto disperato per un “no”, le mie conclusioni erano state: “Ma perchè mi sono incamminata lungo questo percorso? Che è così faticoso e che pare non porti a nessun risultato ora? vedo i bambini delle altre mamme con un approccio diverso dal mio che sembrano tranquilli, che non urlano, che ubbidiscono…”
E’ successo anche a me…tante volte…pensa, ho una bellissima bimba di due anni e mezzo con tantissimi riccioli biondi, sembra proprio un angioletto. Fino a poco tempo fa però, quando qualcuno la salutava, lei “dolcissima” rispondeva “NO NO NO, non voglio salutare, SIETE DISGUSTOSI!!!!”.
Immagina l’imbarazzo…e più cercavo di convincerla a salutare, più la situazione peggiorava.
E mi sono detta: ho sbagliato tutto, vedi gli altri bambini come sono educati, come salutano gentilmente, come stanno fermi nei negozi, quasi imbalsamati…
Ho espresso questi dubbi ad una consulente che ci stava aiutando (naturopata pediatrica) e lei mi ha spiegato che timidezza e scontrosità erano del tutto normali a quell’età, che dovevo comprendere le sue emozioni ed accoglierle dicendo per esempio “Non hai voglia di salutare? Lo so ti capisco, sei infastidita, saluto io al posto tuo e quando avrai voglia lo farai…..”
E cosa più importante mi ha spiegato che era giustissimo che lei esprimesse cosa sentiva in quel momento e cosa non le piaceva, al contrario di altri bambini che non riescono a farlo perché sono sottomessi e poi somatizzano.
Questo per dire che non è tutto oro quel che luccica…
Forse gli altri bambini sembrano più tranquilli ed ubbidienti, ma sarà veramente così, sarà quella la strada giusta?
Noi abbiamo scelto, forse, la via più difficile, o forse semplicemente la meno comoda e alla moda, ma so nel mio cuore di mamma che almeno per noi è questa la più giusta: l’educazione secondo natura, l’educazione alla libertà.
Poi, sinceramente, io non sarei capace di farlo in modo diverso, come vedo fare alle altre mamme.
Quindi alla mia piccola sono capitati questi genitori “strani”: fortunata? sfortunata?
Un abbraccio
miki “la strana” :-))))))

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Silvana - Una mamma green 8 Aprile 2015 - 14:43

Grazie a te per la tua testimonianza! Nemmeno Davide risponde mai al saluto, e io rivendico il suo sacrosanto diritto alla timidezza. Avrà tempo per imparare “l’educazione”…

Reply
genny 8 Aprile 2015 - 11:20

Non è questione di essere più o meno snob. è anche questione di poterle fare le cose..io ho fatto come te, e non avrei voluto fare altrimenti, maa vrei potutto eccome…e so che ci son casi in cui non c’è alternativa…ahimè

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Silvana - Una mamma green 8 Aprile 2015 - 13:13

In che senso non c’è alternativa, Genny?

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anna 8 Aprile 2015 - 11:40

Non sei sola! Con il tempo qualche risultato inizierá a vedersi e seguiranno molte soddisfazioni. Nel frattempo é dura e dominano le frustrazioni, soprattutto, nel mio caso, per non saper controllare gli scatti di rabbia…

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Silvana - Una mamma green 8 Aprile 2015 - 13:12

Speriamo, Anna, speriamo. Perché ci sono volte in cui la tentazione di fregarsene e di scegliere la strada più facile diventa forte…

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Silvia Fanio 8 Aprile 2015 - 12:23

Ecco, a parole diverse tutte le domande che mi pongo ogni giorno, cercando di barcamenarmi tra ciò che credo sia giusto e i pregiudizi nei confronti delle mamme che cercano di scegliere la via che credono la migliore per i propri bambini.
Credo che si, sarebbe più facile scegliere la scorciatoia, ma poi mi rendo conto che è più facile vedere mio figlio felice, piuttosto che fare meno fatica.

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Silvana - Una mamma green 8 Aprile 2015 - 13:11

Il punto è che non sempre i frutti maturano in fretta, quindi una dubita che sta facendo fatica per niente… Speriamo non sia così!

Reply
alessandra 8 Aprile 2015 - 12:40

Secondo me non è un discorso di più o meno facile…penso sia più una questione di cosa ti fa star bene indipendentemente dal sacrificio che una determinata scelta può comportare.ci sono mamme che sono felici di allattare e che se magari non riescono a farlo la vivono malissimo…io invece l’ho vissuta come una liberazione con zero sensi di colpa!ci sono mamme che sono contente di “”coslepare “” col pargolo,altre che piuttosto si farebbero sparare e che estivill diventa un angioletto in confronto a certo metodi educativi…io penso che nel rispetto del bambino ognuno debba seguire le sue inclinazioni senza forzature perché tanto la ricetta perfetta non ce l’ha nessuno!se la mamma sta bene il bimbo sta bene,questa è l’unica cosa che conta secondo me!
un abbraccio

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Silvana - Una mamma green 8 Aprile 2015 - 13:10

Certo, io la penso esattamente come te. Però certe volte quanto è faticoso fare quello che riteniamo “il meglio” per i nostri figli, a prescindere dal nostro stile educativo! Ricambio l’abbraccio!

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unascuolaincucina 8 Aprile 2015 - 13:30

La seconda che hai detto! Ti ( mi) stai (sto) concedendo di essere libera e, si, leggere e studiare, ma poi seguire l’istinto…tutti questi “sarebbe più facile” li ho passati, ora sono al “sarebbe più facile mandarli a scuola piuttosto che inventarsi ogni giorno il metodo più giusto per insegnare loro qualcosa, ricevendo più critiche che supporti…” Ma i miei cuccioli sono felici e gioiosi, quindi quando questi dubbi mi assalgono, loro mi danno la risposta

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anna 8 Aprile 2015 - 14:18

Secondo me la questione fondamentale é un’altra: la consapevolezza. Nel momento in cui una mamma si informa correttamente e ha tutti gli strumenti per poter fare una scelta consapevole, non potrá comportarsi in modo diverso da quello che crede il migliore per il proprio figlio. Poi ci sono comportamenti che non controlliamo…

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Silvana - Una mamma green 8 Aprile 2015 - 14:40

Però quanta fatica e quante domande vengono fuori dalla consapevolezza?

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Cristina 8 Aprile 2015 - 15:03

Mi ritrovo sulla questione tempo passato ad argomentare e a spiegare, tempo mio invece che televisione, tempo passato fuori al sole e all’aria aperta, mi ritrovo nell’ evitare i troppi giochi e a preferire quelli “incompleti” che serve la fantasia del bimbo e se proprio nn ce la fa l’aiuto di mamma e papà..ma nn sull’alimentazione, scelgo la via breve che mi facilita la vita, vai con gli omo e con il cibo da cui è attratta, nn sta a me imporle o evitarle questo o quel cibo. Prima o poi li assaggera’ lontano da me e non voglio che vada da McDonald’s di nascosto. Il divieto crea desiderio quindi nn sono talebana su nulla. Semplicemente faccio scegliere lei con il mio aiuto e il buonsenso. Per l’allattamento ho smesso con estrema felicità qando Sara aveva 9 mesi..nn lo rimpiango e nn mi manca affatto, l’ho fatto e lo rifarò x senso profondo del dovere e amore verso i miei figli. Ma credo che il biberon restituisca la libertà e salvi molte donne.

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Silvana - Una mamma green 8 Aprile 2015 - 16:42

Il latte in realtà per me è stata anche una scelta di comodo, oltre che di risparmio economico. Risvegli notturni risolti in pochi secondi, bagagli leggeri, pasto sempre pronto in qualunque luogo e momento. Per gli alimenti solidi neanche io pongo veti, anzi. Preparare i pasti in casa ci ha permesso di unificare presto le “cucine” e di andare in giro senza alimenti speciali (a Pasqua Davide ha mangiato le nostre identiche tagliatelle al ragù, per esempio). Certo con lui è stato facile: mangia tutto e di gusto da sempre. O forse mangia tutto e di gusto proprio perché c’è stato lo sforzo di fare tutto in casa? Boh 🙂 So solo che al momento del dolce tocca fare la gara a chi finisce prima, se no si spazzola anche la nostra porzione!!

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ale 8 Aprile 2015 - 16:11

Concordo con l’importanza della consapevolezza e col fatto che spesso l'”ignoranza” porta a una serenità apparente…”apparente” perchè il non porsi domande e il non cercare le risposte, non significa che non ci siano situazioni che non debbano essere approfondite perchè complesse…
Spero che tutta questa fatica (che mi pare fin strano chiamare così…perchè non ptorei fare altirmenti…ma che in effetti, non è proprio una passeggiata), porti davvero a raccogliere i frutti…
Ora ci sono anche momenti di sconforto….a cui forse (e spero!) tra qualche anno ripensero’ con un sorriso bonario, guardando il mio bambino sereno…
Spero….per ora affogo nei suoi scatti di rabbia…e forse, quando gli parlo tranquilla per calmarlo e rassicurarlo, in fondo, parlo un po’ anche a me stessa…

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Prossimavoltamamma 8 Aprile 2015 - 16:43

Premesso che ogni punto del tuo post l’ho condiviso anche io con i miei due bambini che si differenziano di un anno e quindici giorni, ti rispondo: non è solo questione di facilità ad agire. A noi è venuto così, è il nostro stile genitoriale, siamo fatte così. Oggi che i miei figli stanno per compiere quattro e cinque anni ogni tanto mi dico che forse ho sbagliato, da qualche parte ho sbagliato. Nel lasciarli sporcare con le tempere, con la terra, con il cibo. Nel chiamare le cose non in bambinese e, di conseguenza, nel non trattare loro da bambini. E soprattutto nello spiegargli tutto, nel cercare sempre la logica dei loro comportamenti per poterli prendere “per il verso giusto”. A volte mi è sembrato eccessivo. Eccessivo che io l’abbia fatto e adesso loro siano, si educati, a modo etc, etc col mondo esterno, ma troppo consapevoli a casa!

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Silvana - Una mamma green 8 Aprile 2015 - 18:40

Ecco, un po’ mi spaventi adesso… In che senso consapevoli?

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Prossimavoltamamma 8 Aprile 2015 - 22:45

No, dai, forse sono stata troppo seriosa! È che è un argomento su cui rifletto ogni giorno, ultimamente. Comunque consapevoli nel senso che ho dato loro in mano le carte per credersi auto gestibili: per dirtene una, se non vogliono uscire di casa (non per andare a fare la spesa, eh, ma che so io, per andare al parco) non se ne parla che li stani! Oppure, non vogliono fare sport e “il grande” mi ha detto che l’unica volta che è andato a fare jujitsu lo ha fatto per fare piacere a noi (i suoi genitori)! Questo lo dice un sedicenne, non un cinquenne!!! E non credere che tutto questo vada a favore di una certa autonomia o indipendenza da me, anzi c’è una certa, tirannica, tendenza a considerarmi la loro compagna di giochi!

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Silvana - Una mamma green 9 Aprile 2015 - 08:02

Intravedo segnali simili nel mio duenne… Ma molto secondo me è carattere. Che dire: coraggio. Non sei sola 😉

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Dindalon 8 Aprile 2015 - 17:10

Cosa aggiungere se non che mi ritrovo completamente in tutto ciò che scrivi? Perché mai seguire la via più semplice se non ci appartiene? E’ così stancante a volte.. Ma non potrei fare diversamente. Ed ecco un po’ di presuntuosaggine anche da parte mia: io credo che i risultati si vedano, eccome.

Reply
Maura 8 Aprile 2015 - 18:48

Ho anch’io due figli piccoli e ho fatto scelte molto simili. Sento sulle spalle il peso dell’ultimo anno (Enea, il secondogenito, ha 14 mesi), ma nonostante la stanchezza e le tante difficoltà (a livello lavorativo, soprattutto) non sono mai stata così creativa. E vedo come stanno crescendo i miei figli. Se avessi seguito il modello tradizionale di educazione, credo che adesso sarebbero entrambi molto diversi.

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verdeacqua 9 Aprile 2015 - 10:31

bellissimo post, brava!

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Roby 9 Aprile 2015 - 10:44

Quando erano entrambi piccoli io ero quella delle scorciatoie. Ora (sarà anche il bel tempo??) sto cambiando ma non è così semplice

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Sempre Mamma 9 Aprile 2015 - 18:06

E chi lo dice che sarebbe più facile? facile è ciò che ti viene spontaneo
🙂

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Mamma avvocato 11 Aprile 2015 - 11:35

Più facile? No, sono certa di no. E forse neppure meno giusto o corretto.
È’ che nell’educare non esiste sempre la scelta giusta o sbagliata, quella facile è difficile, quasi mai, anzi.
Però questo post stona un po’ con quello del voler evitare le guerre tra madri, perché il giudizio implicito e’ chiaro.
A parte questo, credo di capire cosa vuoi dire e sono certa che, per te, sarebbe ancora più difficile fare diversamente, perché sarebbecontro il tuo essere!!

Reply
Silvana - Una mamma green 13 Aprile 2015 - 07:48

No dai, giudizio implicito no… Io sto provando a fare le scelte che ritengo migliori, ma non biasimo chi la pensa diversamente. Voglio dire: allattare a oltranza o condividere il letto sono pratiche che possono non solo risultare insopportabili, ma essere ritenute diseducative e scorrette. Anche se la penso diversamente, comprendo questo punto di vista e concordo che in quel caso non ha senso portarle avanti. Idem per il cibo: chi ritiene che quello industriale sia più sicuro fa bene a comprarlo. Sul contatto con la natura, credo onestamente che sia preferibile a tv e simili. Ma il fatto che la ritenga la scelta migliore non significa che io giudichi male i genitori che non la fanno. Non so se riesco a spiegarmi 😉

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Bart 12 Aprile 2015 - 14:12

E’ naturale che sia molto più facile non farsi domande, non porsi problemi e limitarsi a fare ciò che tutti fanno “perché si fa così”! Potrebbe semplificare di molto la vita, ma peserebbe sulla propria coscienza come un macigno. Ovviamente, posto che una persona abbia cervello e coscienza… cosa che non darei sempre per scontata, visto quel che succede al mondo. 😉
Come già sai, anch’io ho fatto praticamente sempre scelte fuori dal coro: il parto in casa, l’allattamento (estremamente) prolungato e a richiesta, il cosleeping, le vaccinazioni, la fascia quando non camminava ancora, niente passeggino dopo, il contatto costante con la natura, il non parlare mai bambinese (al punto che ora ha una proprietà di linguaggio tale da stupire gli estranei), il fargli fare lo sport più sporco possibile e dove può tuffarsi letteralmente nel fango (rugby), giocare con lui ore al giorno invece di parcheggiarlo davanti alla tv, la scuola Montessori (pubblica, perché non è una questione di elite ma di educazione all’indipendenza e rispetto dell’individualità del bambino in cui mi identifico molto), il rispettare la sua volontà di non frequentare religione a scuola né tantomeno il catechismo (a dire il vero anch’io, pur credendo molto in Dio, non ho il minimo interesse per le religioni se non da un punto di vista culturale e antropologico), l’avergli insegnato sin dai 3 anni il valore dei soldi e la gestione delle sue paghette per l’acquisto dei giochi ma aver, al contempo, sempre stimolato l’utilizzo di materiali poveri per divertirsi usando la fantasia, lo scervellarmi cercando di comprendere i perché e i percome dei suoi comportamenti per aiutarlo nella crescita…
Tutto questo non per moda, non per sentirmi diversa, non per supponenza o presunzione, ma solo dopo aver ponderato col massimo della razionalità, consapevolezza e informazione tutte le scelte che influenzavano la salute fisica e psicologica di mio figlio, e comunque spesso seguendo il mio istinto di mamma (come nel caso dell’allattamento).
Si fa quello che si ritiene giusto e ciò che è meglio per la propria famiglia, senza MAI lasciare nulla al caso e sempre consapevolmente. E’ del tutto casuale che possa coincidere con ciò che fanno gli altri e soprattutto ininfluente l’approvazione altrui. Insomma essere genitori RESPONSABILI e CONSAPEVOLI è una fatica a tempo pieno e sfiancante, ma se ti senti a posto con la tua coscienza vuol dire che hai fatto la scelta giusta, anche se al momento è la più difficile e dà meno soddisfazioni di altre… ma, alla lunga, sono certa che ogni sforzo sarà ripagato con gli interessi!

Reply
Federica Pisicchio 18 Aprile 2015 - 10:57

Certo, probabilmente sarebbe più facile. Ma poi che ne sarebbe dei valori che voglio trasmettere a mia figlia? Voglio che cresca curiosa e vivace, interessata alle novità, aperta di mente e rispettosa della natura e degli animali. Certo, crescendo avrà il suo carattere e la sua personalità, e magari farà scelte che non condividerò, ma tra 20 o 30 anni voglio guardarmi indietro sapendo che le ho dato il meglio e ho fatto il meglio per lei… Per me è questo essere madre; fare i figli e’ facile, la gravidanza e’ un attimo, ma siamo noi che li plasmiamo e loro crescono secondo il nostro modello. Ogni mamma desidera il meglio per il proprio cucciolo! Complimenti, post meraviglioso, l’ho condiviso sul mio profilo fb, voglio che lo leggano tutti!! Un abbraccio!

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Elisa Garfagna 16 Maggio 2015 - 06:07

Ogni madre è perfetta così come è. Che scelga auto svezzamento od omogeneizzati , passeggino o fascia, cosleeping o no…
Il giudizio non porta a nulla

Reply
Sara Mandalà 26 Maggio 2015 - 11:01

Sembra più facile in quell’istante ma nel lungo periodo invece insegnare l’autonomia, la fiducia, il dialogo, il rispetto, la scoperta, l’amore per il bello premia e premierà sempre.

Reply
Silvana - Una mamma green 26 Maggio 2015 - 14:08

Speriamo davvero, Sara. Grazie!

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