Quello che vorrei poter fare adesso è prendere un aereo per le Canarie, guidare fino a una spiaggia di sabbia vulcanica e stappare una CORONA gelata in riva all’Atlantico, in buona compagnia. E poi magari spogliarmi e fare un tuffo nell’acqua gelata, immergermi senza esitare e nuotare sott’acqua fino quasi a scoppiare dal freddo e dalla FAME D’ARIA. Se avessi le mestruazioni, come succede ogni volta che vado al mare, non avrebbe alcuna importanza: potrei indossare la mia ecologica coppetta o un confortevole TAMPONE in cotone organico.
Vorrei poter tornare finalmente a Venezia, magari per il Carnevale. Travestirmi da dama gotica, con un corsetto di pelle coi lacci e dei GUANTI di pizzo nero lunghi fino al gomito. Mi aggirerei tra le calli, incantata dalle miriadi di MASCHERINE, dai costumi, dai coriandoli di mille colori. E se a un certo punto dovessi sentirmi stanca degli ASSEMBRAMENTI, della musica ad alto volume e del caos, potrei defilarmi in un campiello isolato, nella penombra ovattata e umida della città più misteriosa del mondo. Cercare un bar dimesso, ordinare un drink molto forte e godermi un quarto d’ora di DISTANZIAMENTO e di pace silenziosa.
Quello che mi piacerebbe, e che ho sempre fatto troppo poco, è indossare le mie scarpe da trekking e andare a fare una passeggiata in montagna. Da sola, con i pensieri in QUARANTENA. Marciare a passo costante dimenticando troppo spesso di sollevare lo sguardo dalle punte dei miei piedi. Pensare, con la tachicardia e l’AFFANNO, che la cima è sempre troppo lontana, e maledirmi per aver deciso di prendere e andare. Ma alla fine, sudata e contratta, raggiungere l’ultima CURVA e poter guardare il PICCO da vicino, con una soddisfazione puerile e senza ritegno. Pregustando la pausa in rifugio a base di vino caldo speziato e strudel di mele con crema e cannella.
Quello che mi manca è sentire addosso a me il calore forte e fisico di una sauna, che ti tocca la pelle come un amante con cui ti CONGIUNGI di nuovo dopo tanto tempo. RESPIRARE piano l’aria bollente e l’olio essenziale di betulla che si diffonde dalle pareti, chiacchierando a tratti, a bassa voce, con l’amica che mi sta accanto, magari dell’ultima serie che ho guardato su Netflix o del VIRUS informatico che l’ha costretta a cancellare il suo account di Facebook. Dopo una doccia fresca, spalmarmi addosso il Monoi e poi uscire coi capelli ancora umidi. Fermarmi ad accarezzare un gatto randagio lasciarmi CONTAGIARE dalla sua soffice e altera felinità.
Quello che mi manca come l’aria è camminare senza meta su un suolo straniero. Magari in un paese caldo, dove i VENTILATORI ronzano senza sosta, esausti già nelle prime ore del mattino. Abbracciare con sguardo avido una piazza assolata, incorniciata da edifici in stile coloniale con l’intonaco scrostato e piante rigogliose all’ombra dei portici. Trovarmi per caso nel mezzo del FOCOLAIO di una piccola rivolta locale e sentirmi istintivamente dalla parte dei più deboli, degli esclusi, di quelli rimasti ai margini. Schierata con gli ultimi, eppure un po’ ipocrita, con in tasca la mia AUTOCERTIFICAZIONE da cittadina privilegiata del nord del mondo.
Quello che vorrei poter fare è ridisegnare il mondo con il tocco delle mie dita sulla tastiera. Giocare con la realtà come posso fare con le parole, restituire loro una veste più lieve e un sapore più dolce. Inventare un nuovo oggi per me e per gli altri. Non ho questo potere, ovviamente, e nessuno potrà mai conferirmelo. Ma nulla mi impedisce di sognare, assieme a voi, un domani illuminato da una nuova luce. Di rinascita e di libertà.
2 Commenti
Mi sono commossa fino alle lacrime, scappo in bagno perché sono al lavoro e devo mascherare la mia emotività… Grazie per le tue parole che frequentemente hanno la capacità di scuotermi dentro.
Grazie mille a te, un abbraccio enorme!