Da quattro anni esatti sei mio alter ego e la mia nemesi. Così simile a me nell’aspetto, così diversa, anche se forse solo in apparenza, nell’attitudine e nell’approccio alla vita. Così vicina a me nei tuoi talenti e nelle tue difficoltà, così distante, almeno per adesso, nei gusti e nei modi. Stessa mente di tua madre dentro la testa, un animo tuo e soltanto tuo in fondo alla pancia.
Sei la sfida più grande e il riscatto che speravo. Sei un sogno realizzato e una fatica indicibile. Sei la sorpresa che non smette mai di sorprendere.
Tu sei il male e il rimedio. L’origine delle mie paure più atroci, dei dubbi, di preoccupazioni che mai avevo provato, e il pungolo arroventato che mi impone di superarle, o perlomeno di cercare di sopportarle. Sei la ragione, insieme a tuo fratello, per cui provare a vincere i miei limiti, le fragilità, le idiosincrasie. E riprovare, e riprovare, e riprovare ancora. E sei la ragione, del tutto incolpevole e involontaria, per cui a volte tiro fuori da me soltanto il peggio, in preda alla stanchezza, allo sconforto e allo smarrimento.
Sei l’amore che impone gratuità, disinteresse, assenza totale di condizioni o di aspettative. O meglio, che lo imporrebbe sulla carta, perché la tua mamma imperfetta e insicura è assai lontana dal riuscire ad amare i suoi figli in questo modo. Ma sei a tua volta l’amore irrazionale, infantile, egoista. L’amore bambino di secondogenita gelosa pure del gatto, che vorrebbe la sua mamma tutta per sé e se ne frega di quello che è giusto ed è razionale. Sei l’amore per te stessa. Così limpido e forte e indomabile, che pretende ascolto e rispetto, e pazienza se gli altri non sono d’accordo. E io, che sto qui e ti osservo crescere, non so più se dovrei imparare per te ad amare nel modo più “giusto”, totalmente gratuito, o viceversa imparare da te a perdonarmi se amo in maniera umanissima e limitata.
Sei la tenerezza e la rabbia, la frustrazione e l’orgolio. Sei la vita come non avrei mai pensato potesse essere intensa, da quattro anni esatti.
Buon compleanno, piccoletta. Non correre troppo. Te lo ripeterò per sempre, anche se so che non mi ascolterai.
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